Trama
- Titolo originale: As Mil e Uma Noites: Volume 1, O Inquieto
- Regia: Miguel Gomes
- Cast: Rogério Samora, Diogo Dória, Carloto Cotta, Teresa Madruga, Adriano Luz, Dinarte Branco, Luísa Cruz, Maria Rueff, Miguel Gomes, Crista Alfaiate
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 125 minuti
- Produzione: Portogallo, Francia, Svizzera, Germania, 2015
- Distribuzione: Milano Film Network
- Data di uscita: 18 Marzo 2016
Costruito sulla base della celebre racconta di novelle orientali basate sul re persiano Shāhrīyār, che si fa – oltre che protagonista – anche narratore della vicenda (una narrazione nella narrazione riprodotta su scale minori).
Primo volume di una trilogia – che comprende Inquieto, Desolado e Encantado – “Le mille e una notte – Arabian Nights: Volume 1 – Inquieto” espone in chiave moderna i racconti del re persiano Shāhrīyār; sullo sfondo il panorama e il mondo offerto dal Portogallo moderno. Tra i conflitti del nostro tempo, tra lotte politiche, fantasia, immaginazione, realtà, desiderio ed erotismo, le novelle vengono trasposte cinematograficamente in maniera magistrale dal regista Miguel Gomes, che inserisce nella sua opera-mondo i racconti narrati dalla bella Sherazade al fine di distrarre il sanguinario sovrano dalla sua furia omicida.
Qui il regista, incapace di filmare la chiusura di un cantiere navale, fugge nel mito per deridere con ironia i potenti dell’economia globale.
L’opera, che vede nel suo cast – insieme a molti altri – Rogério Samora, Diogo Dória, Carloto Cotta, Teresa Madruga e Adriano Luz, ha conquistato la giuria e il pubblico di Cannes, sollevando al contempo accesi dibatti.
Recensione
Le mille e una notte – Arabian Nights: Volume 1 – Inquieto: fiaba, cronaca e tragedia nei racconti di Sherazade applicati al Portogallo contemporaneo
Questa versione de “Le mille e una notte” non è un nuovo adattamento della più celebre raccolta di racconti proveniente dal mondo orientale, come specifica esplicitamente una didascalia poco dopo l’inizio del film.
L’impresa a cui si accinge il regista portoghese Miguel Gomes è di portata molto più estesa: questo primo film è autonomo e al tempo stesso integrato in un trittico (gli altri due volumi sono “Desolato” e “Incantato”) impossibile da classificare, fluttuante tra la fiaba e il documentario, in un’alternanza di toni e registri narrativi che vanno dal quotidiano al comico, dal drammatico al grottesco, senza soluzione di continuità e in gioco perpetuo con le strutture e i meccanismi della stessa narrazione.
C’è un terreno di battaglia preciso e definito in “Le mille e una notte – Arabian Nights: Volume 1 – Inquieto”: il Portogallo, tra il 2013 e il 2014. Sherazade prende il posto del regista in fuga dalle proprie responsabilità e inizia a raccontare storie al sultano, impegnandosi a non annoiarlo e a lasciare in sospeso ogni notte il finale dei racconti, affinché lui, incuriosito, non la faccia uccidere.
Le novelle di Sherazade, in questo contesto, sono rielaborazioni peculiari di vicende realmente accadute in Portogallo, e nella straniante mescolanza vanno ad innestarsi diversi aspetti specifici: la satira sulla corruzione politica, un piglio sociologico nella trattazione della piaga sociale della disoccupazione, elementi surreali e apparizioni epifaniche disseminati in diversi luoghi e non connessi in un rapporto di consequenzialità.
Le mille e una notte – Arabian Nights: Volume 1 – Inquieto: la deformazione dell’esperimento linguistico su un impianto documentario
Una balena spiaggiata e le repressive politiche di austerity che lasciano la nazione portoghese nel disagio e nella povertà; un caso giudiziario intentato contro un gallo, che con il suo canto mattutino impedisce ai vicini abitanti di dormire; l’incendio doloso di una foresta come ritorsione di gelosia, perché l’amante se ne è andata con un vigile del fuoco; i ritratti-intervista di disoccupati che tentano di trovare o restituire un senso alle proprie vite ridotte alla miseria, in una silloge finale che reca il titolo “Il ballo dei magnifici”.
In “Le mille e una notte – Arabian Nights: Volume 1 – Inquieto” vengono ristretti e raggrumati episodi, personaggi e situazioni improbabili e inconciliabili, lanciati come tronchi di legno sradicati in una struttura discorsiva fluviale e incontrollata, che a partire da un’impostazione di docu-fiction finisce per esplodere in una miscela linguistica sperimentale.
L’effetto straniante è ampiamente conseguito, l’assenza di un filo conduttore disarma lo spettatore e lo costringe a misurarsi di volta in volta con le immagini e i discorsi in costante sovrapposizione. L’impatto puramente estetico, tuttavia, appare debole nella sua complessa stratificazione.
Al di là dello sconvolgimento linguistico e rappresentativo, tanto prepotente da risultare a volte invasivo e sempre dominante, il lavoro di Gomes tende alla raffigurazione di un Portogallo in crisi profonda: le ripercussioni della sfera politica, economica e sociale vanno a deformare l’umano nella sua accezione più intima, quella della narrazione interna, del racconto di sé in relazione a un contesto sempre più sfuggente, desolato e incomprensibile.
Marco Donati
Trailer
https://www.youtube.com/watch?v=rYHFB6LFFfk