Recensione
12 – Recensione: il ritorno di Nikita Michalkov
“La verità non va cercata nei dettagli della vita quotidiana, ma nell’essenza della vita stessa”. Comincia con questa citazione “12”, diretto dal regista russo Nikita Michalkov. Nominato all’Oscar come Miglior Film Straniero e in concorso anche a Venezia, “12” è il remake del lavoro del 1957 di Sidney Lumet “La parola ai giurati”. La trama è la stessa, anche se adattata alla Russia: 12 giurati sono riuniti in camera di consiglio per stabilire la colpevolezza o meno di un giovane ceceno, accusato di aver ucciso il padre adottivo.
L’intera azione si svolge all’interno di una stanza: una palestra adattata ad aula per deliberare. Il lavoro di Michalkov, dopo otto anni di silenzio, soffre un po’ dell’eccessiva lunghezza (2 ore e 30). È vero che è come se si trattasse di 12 storie (quelle dei giurati) all’interno di un’unica storia (quella del ragazzo in attesa del verdetto), ma forse una sfoltita di alcuni minuti avrebbe reso l’intera vicenda più fruibile. A parte questo, la storia è coinvolgente, molti dei 12 attori sono bravissimi, convincenti e toccanti; si percepisce l’armonia che c’è stata durante le riprese. Ciò si deve anche al fatto che Michalkov ha voluto che l’intero cast si dedicasse a un lungo periodo di prove. Ha girato scena per scena, mantenendo la logica dello sviluppo narrativo. La condizione posta dal regista (anche sceneggiatore, attore e produttore) era che durante la lavorazione nessuno dei partecipanti prendesse parte ad altri progetti, questo per consentire alla troupe di rimanere compatta.
12: un regista che si rivela anche attore
Michalkov interpreta uno dei 12 giurati che per quasi tutto il film rimane in disparte, spettatore delle storie che alternativamente si avvicendano sul set. Tutte le argomentazioni che i giurati man mano sollevano sono generate dall’esperienza di vita che ognuno di loro ha maturato nel proprio animo e che finisce per raccontare a tutti. Il più acceso sostenitore delle colpevolezza è il tassista, nazionalista e xenofobo, che condanna l’imputato solo perchè ceceno e quindi, a suo dire, troglodita e senza cervello.
Ma sarà proprio questo personaggio a stupirci: il momento più toccante è proprio il suo monologo, la profonda riflessione su se stesso che lo porta a ribaltare il suo pensiero. Il film è un storia “molto russa”, come sostengono gli autori, e molto belli sono i momenti folkloristici.
Domenica Quartuccio
Trama
- Titolo originale: 12 razgnevannyh muzhchin
- Regia: Nikita Mikhalkov
- Cast: Nikita Mikhalkov, Sergei Makovetsky, Sergei Garmash, Alekseï Petrenko, Valentin Gaft, Yuri Stoyanov, Mikhail Yefremov, Sergei Gazarov, Aleksandr Adabashyan, Viktor Verzhbitsky, Aleksei Gorbunov, Roman Madyanov, Sergei Artsybashev
- Genere: Drammatico, Colore
- Durata: 153 minuti
- Produzione: Russia, 2007
- Distribuzione: 01 Distribution
- Data di uscita: 27 Giugno 2008
“12” è un film del regista russo Nikita Mikhalkov e si propone come trasposizione cinematografica di un testo teatrale: riflessione sulla vita e ascolto dell’altro sono le tematiche principali sviluppate dalla narrazione.
La pellicola si ambienta interamente in una palestra: una giuria composta da 12 persone, diverse per vissuto, estrazione sociale, valori e credenze, si riunisce in una stanza adibita ad aula di tribunale per decidere all’unanimità il destino di un giovane ragazzo ceceno, accusato di omicidio di primo grado: l’adolescente, infatti, sembra che abbia ucciso il suo padre adottivo, un ex ufficiale russo.
La certezza della pena viene messa in discussione quando uno dei giurati si dimostra contrario alla condanna, mettendo in crisi le convinzioni dei singoli giurati: inizia da qui un dibattito sulla questione in cui ognuno esprime il proprio punto di vista, mettendo a nudo la propria esperienza e interiorità.
12: un thriller psicologico sulla giustizia
Il controverso director russo Nikita Mikhalkov torna sul grande schermo con un puro thriller psicologico che indaga dentro l’intimità più profonda di 12 giurati: i concetti di giusto e sbagliato vengono messi in discussione, si esplora il libero arbitrio e tutto ruota intorno alla possibilità di redenzione del giovane protagonista. La critica ha visto in “12” una grande metafora della burrascosa situazione fra Russia e Cecenia, una guerra terribile raccontata e documentata in un modo del tutto particolare.
Numerosi flashback interrompono la narrazione, mostrandoci la vita e l’infanzia del giovane imputato: la storia racconta al pubblico l’evoluzione di un omicidio ma è in grado di capovolgere le convinzioni e il credo di chi guarda. Il film mette a nudo l’indifferenza che intercorre tra gli esseri umani ma questa viene messa in discussione dai diversi personaggi che decidono di mostrare l’un l’altro le proprie fragilità.
Trailer