Recensione
7 sconosciuti a El Royale – Recensione: thriller eccellente che tiene lo spettatore incollato alla sedia
Che bello entrare in una sala cinematografica e rendersi conto in un attimo che, nonostante le centinaia di film che hai visto, quello a cui stai per assistere è qualcosa che ti emoziona e ti ammalia dai primi secondi.
Anni Sessanta: un uomo entra in una camera d’albergo e nasconde un borsone rosso sotto il pavimento di legno, rimette ogni cosa a suo posto, apre la porta a qualcuno che sembra conoscere e viene freddato in un battito di ciglia. Veniamo catapultati immediatamente nello stesso albergo, dopo più di dieci anni, e capiamo subito che non ci sarà facile dipanare la matassa narrativa.
“7 Sconosciuti a El Royale” di Drew Goddard è lo strepitoso susseguirsi di colpi di scena che lasciano senza fiato, quando credi di essere arrivato al clou non hai nemmeno il tempo di soffermatici un po’ che un nuovo incredibile accadimento ha il sopravvento su tutto. “Bad Time at the El Royale” (il titolo originale è più esplicativo rispetto a quello italiano) è un meccanismo ad orologeria sopraffino che concatena le vicende di sette sconosciuti le cui vite si incrociano casualmente in questo oramai fatiscente hotel tra la California ed il Nevada. Ciascuno di loro sembra avere un passato da nascondere ed un presente altrettanto complicato, difficile comprendere chi siano realmente e cosa ci fanno in quel posto ‘quasi’ dimenticato da Dio.
7 sconosciuti a El Royale: una resa dei conti, quasi teatrale, necessaria quanto inaspettata
La tensione è sempre alta, e i 141 minuti scorrono velocemente, tant’è la curiosità dello spettatore per ciò che succede sullo schermo; in un film di genere, concepito per lasciare il segno, non mancano pistole, fucili, quelli che da sempre fanno la differenza, e sangue, nella giusta misura, qui non siamo dentro un film di Tarantino, seppure se ne respiri a tratti l’aria. Così come si sente il sapore di tutto ciò che di bello il cinema ha saputo dare in questo settore, per certi versi “7 sconosciuti a El Royale” potrebbe esser considerato un atipico western, seppur l’ambientazione non sia quella, per la crudezza dei rapporti e la mancanza di pietà di alcuni dei personaggi che li popolano.
Il film, come una matrioska, mostra il racconto dentro al racconto, offrendo diversi punti di vista, donando pian piano allo spettatore le pedine di un complicato puzzle, dove alla fine tutto appare chiaro, nitido, non scontato.
7 sconosciuti a El Royale: un thriller originale dal quale traspare il malessere di una nazione
Ma non siamo di fronte solamente a un thriller pressoché perfetto: dietro una prima lettura delle vicende che scorrono veloci sullo schermo, c’è una rappresentazione simbolica dei dolori di un’America che deve ancora fare i conti con se stessa, che anela al perdono. Alcune situazioni mostrano simbolicamente un’America prostrata, pur rimanendo ancorati a un genere cinematografico molto distante dalla disamina sociale. La necessità di uno dei protagonisti di confessare le proprie colpe appare come il grido disperato di un paese che prende coscienza dei propri errori e non riesce a perdonarsi.
L’evolversi dell’intreccio narrativo evolve in un grandioso finale, risparmiando allo spettatore l’amaro in bocca, nonostante l’immaginabile piega drammatica presa dalle situazioni.
7 sconosciuti a El Royale: un cast eccellente per un’opera eccellente
A brillare lungo lo scorrere del racconto è Jeff Bridges, straordinario nell’interpretare padre Flynn, un uomo sfinito, ma non sconfitto: in mezzo a un cast di riguardo, dove ciascuno dà il meglio di se, Bridges fa la parte da leone, con un’interpretazione da Oscar!
Bravissimo Lewis Pullman, il suo Miles non finisce mai di sorprendere, il volto di Pullman lo arricchisce di mille sguardi, facendo emergere attraverso i suoi occhi il profondo dolore di un’anima che si sente perduta. Perfetto Jon Hamm nel ruolo di Sullivan e Dakota Johnson in quello di Em. Impossibile poi non citare Cynthia Erivo, che nel ruolo di Darlene dimostra di essere un’attrice di talento oltreché una cantante fenomenale, che contribuisce in modo determinante all’incantevole colonna sonora. Un personaggio da manuale il suo, nel posto sbagliato al momento sbagliato…o in quello giusto? Dipende dai punti di vista.
Goddard è uno che fa e si nutre di cinema: attivo sul grande schermo e in tv, con quest’opera, da lui scritta, diretta e prodotta, raggiunge la maturità artistica, realizzando un film splendido, che può piacere o meno, questo dipende dai gusti, ma non può passare inosservato. Lo consigliamo a tutti quelli che nella settima arte trovano se stessi, come chi scrive.
Maria Grazia Bosu
Trama
- Regia: Drew Goddard
- Cast: Chris Hemsworth, Dakota Johnson, Jeff Bridges, Russel Crowe, Nick Offerman, Cailee Spaeny, Jon Hamm, Cynthia Erivo, Lewis Pullman, Manny Jacinto, Mark O’Brien
- Genere: Thriller, colore
- Durata: 120 minuti
- Produzione:USA, 2018
- Distribuzione: 20th Century Fox Italia
- Data di uscita: 25 Ottobre 2018
“7 Sconosciuti a El Royale” è una pellicola thriller diretta da Drew Goddard, che porta sul grande schermo una storia ambientata negli anni ’60, in un decadente hotel, in cui si verificano una serie di azioni violente.
7 Sconosciuti a El Royale: alla ricerca di redenzione
“7 Sconosciuti a El Royale” si svolge all’interno di un decrepito hotel nella regione di Lake Tahoe, California, dove un gruppo di persone è alla ricerca di redenzione.
Così, 7 sconosciuti si incontrano in questo hotel, che custodisce un mistero, ognuno di loro, a sua volta, ha un segreto da nascondere.
Nel giro di una fatidica notte ogni personaggio avrà l’occasione di redimersi, prima che tutto diventi un inferno.
Il regista Drew Goddard è conosciuto per aver diretto “Quella casa nel bosco” (2012) e per esserci occupato della sceneggiatura di “Sopravvissuto – The Martian” (2015) grazie alla quale ha ricevuto una candidatura ai Premi Oscar per la Miglior Sceneggiatura non originale.
Protagonista di “7 Sconosciuti a El Royale” è Chris Hemsworth, che ha ottenuto il successo mondiale vestendo i panni dell’eroe della Marvel, Thor, nella trilogia a questo dedicata fino ad “Avengers: Infinity War” (2018), ma si è cimentato anche in altri ruoli come in “12 Soldiers” (2018).
Ad affiancarlo sarà Dakota Johson, conosciuta principalmente per la trilogia di “Cinquanta sfumature di grigio” (2015), e protagonista della pellicola di Luca Guadagnino “Suspiria” (2018), in Concorso alla 75ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, remake dell’omonimo film del 1977 di Dario Argento.
Nel cast figura anche Jeff Bridges, attore premio Oscar per “Crazy Heart” (2009), grazie al quale ha ottenuto anche un Golden Globe.