Recensione
I 400 colpi – Recensione: il manifesto di François Truffaut
Presentato al 12° Festival di Cannes e vincitore del premio per la Miglior Regia, “I 400 colpi” segue le vicende dell’infanzia di Antoine Doinel, interpretato da quello che diverrà l’attore feticcio di Truffaut, Jean-Pierre Léaud, e sorta di alter ego del regista, presente anche in altri suoi lavori nelle varie fasi della sua vita.
Lungometraggio d’esordio, “I 400 colpi”, dedicato ad André Bazin, morto la sera del giorno in cui iniziarono le riprese, oltre a essere un film autobiografico è un’opera che racconta in modo lineare e asciutto la storia di una giovinezza negata non solo dalla famiglia, ma anche dalle istituzioni e dalla società.
I 400 colpi: una storia dura ma emozionante
Il titolo, tradotto letteralmente, ma depauperato del suo reale significato (che sarebbe il corrispettivo del nostro “fare il diavolo a quattro”), sottolinea il moto di ribellione del protagonista, circondato dall’egoismo collettivo e senza alcun adulto che possa costituire un punto di riferimento, a un destino privo di affetti e di possibilità di affermazione.
Nessun personaggio che circonda l’eroe ha infatti una connotazione positiva e l’unico ad accompagnarlo nel suo itinerante percorso è l’amico coetaneo, che come lui va a zonzo per le strade di Parigi e sembra strizzare l’occhio a tanti personaggi del nostro neorealismo, al quale Truffaut sembra richiamarsi.
Una storia dura e al contempo capace di smuovere le corde del cuore che tuttavia, nel finale aperto, lascia sperare a una possibilità di salvezza per chi come Antoine è avvolto dalla solitudine.
Isabella Gasparutti
Trama
- Titolo originale: Les Quatrecents Coups
- Regia: François Truffaut
- Cast: Jean-Pierre Léaud, Albert Rémy, Claire Maurier, Patrick Auffay, Georges Flamant, Jeanne Moreau, Jean-Claude Brialy
- Genere: Drammatico, b/n
- Durata: 99 minuti
- Produzione: Francia, 1959
“I 400 colpi” (o “I Quattrocento Colpi”) di François Truffaut è uno dei capolavori assoluti simbolo della Nouvelle Vague, corrente cinematografica di stampo francese che si contraddistingueva per l’immediatezza delle riprese, il ribaltamento delle convenzioni del cinema tradizionale.
Nella Parigi degli anni Cinquanta, Antoine Doinel è un ragazzino irrequieto di 12 anni, il cui rapporto con i genitori è difficile e poco comprensivo.
Il film è diventato ben presto manifesto di una generazione di cineasti – oltre che una rappresentazione incredibilmente intensa dello scontro genitori-figli dovuto all’incomprensione degli adulti. Ancora oggi è considerato uno dei migliori film sul tema dell’infanzia.
I 40o Colpi: altri quattro film su Antoine Doinel
Il successo de “I 400 Colpi” fu enorme, sia tra il pubblico (Truffaut ottenne il premio per la regia a Cannes) che nel privato. Tale che François Truffaut decise di non abbandonare il personaggio di Antoine, bensì seguirlo per ben vent’anni nel corso della sua vita e della sua carriera. Jean-Pierre Léaud reinterpreta Antoine anche in un episodio del film corale “L’amore a vent’anni” e nei successivi “Baci rubati”, “Non drammatizziamo…è solo questione di corna” e infine, “L’amore fugge”.