Recensione
Napoli Velata – Recensione: Uno dei più bei film di Ozpetek
Con “Napoli Velata” Ozpetek firma uno dei suoi più bei film o, forse, – ci si spinge a dire – il suo film più bello in assoluto. “Napoli Velata” è infatti un prodotto in cui le tematiche care ad Ozpetek non vengono riproposte in maniera pedissequa: il regista non si adagia più sulle orme sicure e già solcate dei suoi topoi più riconoscibili, ma sceglie di percorrere nuove strade, nuovi percorsi e nuove realtà, disvelandole con un nuovo sguardo.
Questo inedito occhio di Ozpetek è anche l’occhio dell’adepto, dell’iniziato, di colui che segue un’indagine approdando al mistero e a un non-risolto che è, però, risolutivo: proprio la conoscenza misterica, l’occulto e l’occultato possono essere, paradossalmente, ancor più conoscitivi. È verso questa forma di conoscenza che il regista spinge, trasportando nella regia il suo nuovo sguardo.
“Napoli Velata”: Ozpetek e il “tono” della sua Napoli
Se c’è una cosa che va riconosciuta a Ferzan Ozpetek è la sua capacità di rendere appieno il “tono” dei suoi film: ogni lavoro di Ozpetek, infatti, presenta un carattere, una nuance ben precisa, che è sempre molto “a fuoco” e non è mai opaca o sfuggente.
I contenuti, le tematiche, lo stile di regia dei suoi lavori possono deliziare o stancare molti spettatori e non costituiscono di per sé marche “autoriali” memorabili. Checché se ne dica, piuttosto che in queste caratteristiche, l’autorialità del regista risiede proprio in questa sua grande abilità di restituzione del tono: ben più che la trama, la sceneggiatura, i personaggi o le inquadrature, quel che resta dopo la visione di un film di Ozpetek e che si sedimenta nello spettatore è proprio il suo “carattere”, il modo in cui il film “suona”, che è possibile riportare facilmente alla memoria anche dopo anni di distanza.
E anche con “Napoli Velata” Ozpetek restituisce perfettamente il tono di una sua Napoli barocca, oscura ma dorata, velata e misterica. Lo fa con particolare intensità, grazie a due protagoniste d’eccezione: la prima è la città stessa, la seconda è la straordinaria Giovanna Mezzogiorno.
Va aggiunto che il regista, non particolarmente rinomato per l’uso delle inquadrature, ci regala invece in “Napoli Velata” delle scene memorabili, particolarmente curate e riuscite anche a livello tecnico-espressivo: si pensi all’intensa scena di sesso tra Adriana e Andrea; alla scena al museo, in cui con pochi sguardi e pochi flash visivi si mostra il flusso di coscienza interiore della protagonista; alla scena in fabbrica, in cui si dispiega con fluidità registica il monologo di Luisa Ranieri e, soprattutto, alla scena del “ballo” in casa di Adele, con un concept di partenza difficile, che viene portato avanti in maniera brillante e seducente, grazie ad un sapiente uso di effetti sonori e movimenti di macchina.
“Napoli Velata”: meravigliosa Mezzogiorno
“Napoli Velata” ha il vanto di mostrare numerose prove attoriali magistrali, tra cui spiccano per intensità quella di Anna Bonaiuto (Adele) e quella di Maria Luisa Santella (Donna Assunta). Ma è Giovanna Mezzogiorno a reggere da sola sulle sue spalle tutto il peso del film, mai affaticata o provata da un compito tanto gravoso. L’attrice, infatti, ci regala un’interpretazione destinata a rimanere negli annali del cinema italiano, dimostrando una volta di più la sua sensibilità artistica e il suo talento che, sotto la guida di Ozpetek, esce ancor più fortificato e convalidato. La sua Adriana ricorda, in una certa misura, la Sabina de “La bestia nel cuore”, con i suoi rimossi che si riverberano nel presente. Mezzogiorno ritorna ancora su questi temi con tempi e modi diversi, riuscendo a rendere fruttuosamente e fecondamente la vastissima gamma di emozioni e stati d’animo del suo personaggio. Mezzogiorno recita con tutte le fibre della mente e del corpo, diventando essa stessa il riflesso di quella Napoli velata dipinta da Ozpetek.
Poco altro c’è da aggiungere, se non che “Napoli Velata” non è certamente un prodotto perfetto a livello di scrittura: in particolare, la trama non è tanto “misteriosa” o noir di per sé, inoltre alcuni personaggi risentono forse di una caratterizzazione un po’ sommaria, a tratti macchiettistica (è il caso, ad esempio, dei ruoli di Sastri e Ferrari e, talvolta, anche di Borghi).
Tuttavia, i nodi che vengono al pettine sono, in realtà, davvero marginali rispetto ad un prodotto che, complessivamente, possiede una forza evocativa potentissima.
È questa forza evocativa che fa di “Napoli Velata” un film noir, non la sua trama. Ed è il tono, al contempo mistico e viscerale, che rende “Napoli Velata” un film davvero sorprendente.
Marta Maiorano
Trama
- Regia: Ferzan Ozpetek
- Cast: Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Borghi, Anna Bonaiuto, Isabella Ferrari, Lina Sastri, Peppe Barra, Luisa Ranieri, Biagio Forestieri, Maria Pia Calzone
- Genere: Drammatico, thriller, colore
- Durata: 113 minuti
- Produzione: Italia, 2017
- Distribuzione: Warner Bros Italia
- Data di uscita: 1 gennaio 2018
“Napoli velata” tratta le vicende di Adriana, una donna che vive nella bellissima città di Napoli, la cui vita viene stravolta dalla passione per un amore inaspettato, che la trascinara in un turbine burrascoso di eventi.
La vita di Adriana viene avvolta dal mistero, un delitto violento e improvviso le fa sorgere alcuni dubbi sulla propria esistenza. Inizia così una corsa contro il tempo alla scoperta della verità, in una città in bilico tra la superstizione e la magia.
La protagonista dovrà affrontare un viaggio interiore alla ricerca di se stessa, combattendo contro i propri demoni al fine di riuscire a prevalere sull’oscurità che avvolge il suo animo.
Napoli velata: la città di Ferzan Ozpetek
Le riprese di “Napoli velata” sono cominciate nel maggio del 2017 e sono ambientate interamente nella capitale partenopea, per poter donare al film una visione più realistica dei fatti, cercando di rispecchiare ogni aspetto controverso che caratterizza Napoli.
Ferzan Ozpetek ha in mano la regia di questa pellicola affascinante, in cui si rispecchiano toni sia drammatici che thriller. Il regista turco, naturalizzato italiano, che ha donato al cinema internazionale grandi lavori con scenari italiani, come “Saturno contro”, “Le fate ignoranti” e “Mine vaganti”, ha scritto la sceneggiatura insieme a Gianni Romoli e Valia Santella.
Ozpetek ha scelto per il volto della protagonista Adriana quello di Giovanna Mezzogiorno, l’attrice italiana di successo che ha recitato anche nel film della The Walt Disney Company Italia, “Come diventare grandi nonostante i genitori”, e che ha già collaborato con lui nel capolavoro del 2003, “La finestra di fronte”.
Ad affiancare la Mezzogiorno riconosciamo Alessandro Borghi, stuntman e non solo, anche attore di molte serie TV e film di produzione italiana.
Trailer
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