Recensione
L’altra metà della storia – Recensione: una sola versione del racconto
Tre ragazzi all’ultimo anno di collegio aspettano l’arrivo del loro amico Adrien Finn (Joe Alwyn) che di li a pochi mesi si ucciderà: così comincia “L’altra metà della storia”. A partire dal titolo capiamo le intenzioni del film: un mistero da dissipare, una vicenda di cui sappiamo solo una metà, o meglio una versione: quella del migliore amico di Adrien, Tony Webster (Jim Broadbent).
Ormai in pensione Tony conduce una vita tranquilla, tra il corso pre-parto della figlia e il negozietto di fotocamere vintage che gestisce, quando arriva una misteriosa lettera in cui scopre di aver ereditato da Sara (Emily Mortimer) i diari dell’amico suicida.
I diari di Adrien però non arrivano, li custodisce Veronica e con loro custodisce un grande segreto.
L’altra metà della storia: la famiglia come emblema del cambiamento
Uno dei temi più importanti del film è quello del cambiamento. Sin dall’inizio il personaggio di Tony si trova a vivere ogni sorta di novità, dalla figlia che gli regala un’iPhone all’iscriversi su Facebook, dal mutamento del rapporto con l’ex-moglie, a quello nei confronti di Veronica.
Cambiamento inteso soprattutto come mutazione del modello famigliare. Ne “L’altra metà della storia” è presente la famiglia classica, la famiglia allargata, separata,, mono genitoriale o con genitori dello stesso sesso.
Viene affrontato il tema della maternità e della paternità: ci sono molte mamme, quasi tutte forti e non convenzionali e ci sono molti padri deboli e codardi, a partire dal protagonista che non sa bene come comportarsi con la gravidanza della figlia.
L’altra metà della storia: l’importanza degli oggetti
Nell’era di internet, delle mail e dei messaggi su facebook, il film sceglie come oggetti simbolo le lettere, le foto e i diari. Una nostalgia di fondo rende l’oggetto il motore centrale della narrazione e la lettera ci sembra una scatola cinese; una lettera che narra un racconto nel racconto, la meta-narrazione visiva creata tramite i flashback si rende concreta nell’uso della carta, che diventa quasi un feticcio. Lettere che accendono l’azione all’inizio (con l’arrivo del testamento), confermano la loro importanza nella parte centrale (con quella d’odio che Veronica ha conservato in tutti questi anni) ed infine concludono la storia (con la lettera del protagonista a Veronica).
Diverso è il discorso del diario, che possiamo paragonare ad un oggetto del desiderio che però non sarà mai soddisfatto.
L’altra metà della storia: i piani temporali
La storyline appare lineare e chiara; inoltre è interessante come la memoria e quasi tutti i flashback arrivino con il subentrare di Veronica nella narrazione.
“L’altra metà della storia” lascia allo spettatore domande e dubbi, nel finale partono in loop alcune scene, che dovrebbero suggerire qualcosa allo spettatore, ma che tuttavia lo lasciano nel buio.
Martina Panniello
Trama
- Titolo originale: The Sense of an Ending
- Regia: Ritesh Batra
- Cast: Jim Broadbent, Charlotte Rampling, Harriet Walter, Emily Mortimer, Michelle Dockery, Billy Howle, Freya Mavor, Joe Alwyn, Edward Holcroft, James Wilby, Manjinder Virk
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 108 minuti
- Produzione: Gran Bretagna, 2017
- Distribuzione: Bim distribuzione
- Data di uscita: 12 ottobre 2017
“L’altra metà della storia” segue le vicende di Tony Webster, un uomo in pensione la cui tranquilla esistenza viene sconvolta quando riceve una lettera inviatagli da un avvocato.
L’evento porterà alla luce alcuni segreti del suo passato ritenuti sepolti per sempre e con i quali sarà costretto a fare i conti: i ricordi della gioventù, la verità sul suo primo amore, il suicidio del suo amico e le devastanti conseguenze delle decisioni prese decenni prima.
L’altra metà della storia: una commovente storia con un gigante Jim Broadbent
Diretto da Ritesh Batra, regista indiano considerato da Variety come uno tra i dieci registi da tenere d’occhio, “L’altra metà della storia” è l’adattamento cinematografico del romanzo “Il senso di una fine” di Julian Barnes. Questi indaga sul concetto di memoria e su quanto essa possa ingannare, attraverso un’opera che coniuga il genere drammatico con il thriller psicologico.
Mettendo in mostra le azioni, spesso orribili, che i giovani possono compiere durante l’adolescenza, “L’altra metà della storia” riflette come il passato e le conseguenze di quelle azioni possano influenzare il presente, soprattutto quando del passato non si ha un chiaro ricordo.
Con Christopher Ross alla fotografia, Jacqueline Abrahams alle scenografie, Odile Dicks-Mireaux ai costumi e con le musiche di Max Richter, il lungometraggio di Batra abbraccia due differenti periodi temporali, comportando così l’utilizzo di due attori per lo stesso ruolo: il premio Oscar Jim Broadbent interpreta l’ultrasessantenne Tony, mentre la versione giovanile è interpretata dall’esordiente Billy Howle. Diverse generazioni di attori si incontrano in questa pellicola che vanta nel cast anche l’attrice Charlotte Rampling e l’astro nascente Joe Alwyn, salito alla ribalta grazie al film “Billy Lynn: Un giorno da eroe” di Ang Lee.
Trailer