Recensione
Tutti i soldi del mondo – Recensione: un film che si regge sul ritmo
Il biopic è un genere pieno di problematiche, in cui si è chiamati a conciliare il linguaggio cinematografico con la ricostruzione storica. Per forza di cose, tutti gli scrittori e i registi che adattano la realtà della vita alla realtà del cinema verranno incriminati per questa o quella scelta narrativa. Anche per il film “Tutti i soldi del mondo” è così, come è sempre stato e sempre sarà. Ed è per questo motivo che non ci uniamo alla schiera di recriminazioni contro Ridley Scott e David Scarpa, rei di aver modificato la storia (soprattutto il finale) del rapimento Getty: tutto ciò fa parte del gioco della messa in scena. Infatti, l’unica regola al cinema è «se funziona va bene». E il film di Scott funziona, quindi va bene così.
“Tutti i soldi del mondo” è certamente un buon biopic, il che di per sé è un ottimo risultato, visto che, ultimamente, di film biografici memorabili non ce ne sono poi tanti quanti ci si aspetterebbe. È un film con una buona sceneggiatura, un cast discreto (felice è soprattutto la scelta di Michelle Williams), un ottimo montaggio, una bellissima fotografia e un’ottima regia.
Molti spettatori ricercano in un film biografico un profondo scavo psicologico sui personaggi e, in questo senso, forse Ridley Scott non potrà mai essere il regista “da biopic” che vogliono. Ma non si può certo chiedere a Scott di essere Scorsese, e viceversa. Ridley Scott ha un suo modo di narrare, basato sulla resa dell’ambiente e della tensione narrativa. In ciò è maestro e, anche in questo caso, va detto che il ritmo del suo lavoro è splendido e la tensione narrativa è sempre costante, al punto che quasi si stenta a credere che il film duri ben 132 minuti.
Per quanto riguarda l’ambiente e la sua “psiche”, poi, Scott dipinge alcune scene davvero evocative, che sembrano uscite direttamente dal suo “Blade Runner”: si pensi alla splendida Villa Adriana sotto la neve-fuliggine o alla fiabesca fumeria d’oppio-harem in Marocco.
Tutti i soldi del mondo: i personaggi
Senza indugiare sulla damnatio memoriae ai danni di Kevin Spacey (non si può certo parlare di ciò che non si vede), si dirà solo che il suo sostituto Christopher Plummer nei panni del vecchio Jean Paul Getty ci regala una splendida interpretazione, così come appassionante è la madre-coraggio Gail di Michelle Williams.
A conti fatti, tra i personaggi principali il più debole è sicuramente l’ex agente della CIA Fletcher Chase interpretato da Wahlberg, che per quasi tutto il film fatica a trovare un suo spazio e un suo perché, fino a che non sbotta – quasi alla fine della pellicola – contro il suo avido datore di lavoro, ritrovando così una sua utilità all’interno della trama.
In questo film c’è sicuramente qualche ingenuità, che lo spettatore italiano avvertirà storcendo il naso: dalla rappresentazione un po’ fuori fase degli anni di piombo, della polizia, dei giornalisti, delle Brigate Rosse, nonché di ‘ndranghetisti assolutamente privi di un accento calabrese verosimile (su tutti Vaporidis è sicuramente il più imbarazzante, mentre va detto che il livornese Guglielmo Favilla fa davvero del suo meglio per acclimatarsi – almeno nella recitazione se non nell’accento – al profondo sud). Ai romani, poi, potrebbero infastidire alcune locations della capitale usate un po’ a sproposito (Scott non è di certo maniacale, e i paninari di Porta Maggiore che si intravedono sullo sfondo del rapimento non sarebbero forse sfuggiti ad un regista più attento). Inoltre il doppiaggio italiano non è sempre buono, soprattutto per alcuni personaggi “di contorno”. A discolpa del grande regista, si ammetterà che la conoscenza di un Paese e della sua storia non si acquisisce facilmente, e si rischia sempre di cadere nei cliché ben più di quanto non capiti a Scott.
Nonostante qualche scivolata, comunque, “Tutti i soldi del mondo” è sicuramente un film da vedere, in cui il maestro Scott restituisce appieno il ritmo di tensione del rapimento, servendosi di due emozionanti prove attoriali per mostrarci da un lato la preoccupazione di una madre per la scomparsa del figlio e dall’altro l’avidità di un uomo profondamente solo, sfruttando innumerevoli ambientazioni intriganti e d’impatto.
Marta Maiorano
Trama
- Titolo originale: All the Money in the World
- Regia: Ridley Scott
- Cast: Michelle Williams, Christopher Plummer, Mark Wahlberg, Charlie Plummer, Romain Duris, Marco Leonardi, Timothy Hutton, Olivia Grant, Charlie Shotwell, Stacy Martin, Andrew Buchan
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 132 minuti
- Produzione: USA, 2017
- Distribuzione: Lucky Red
- Data di uscita: 4 Gennaio 2018
“Tutti i soldi del mondo” è la pellicola diretta da Ridley Scott e ambientata nella Capitale d’Italia nel 1973. Paul Getty III, giovane nipote di uno dei più avidi e grandi magnati del petrolio di tutti i tempi, J. P. Getty, viene rapito da misteriosi uomini mascherati.
La scomparsa del ragazzo non è però così sconvolgente da spingere il nonno a rinunciare ad una parte del suo patrimonio per pagare il riscatto; la madre Gail, assieme a Fletcher Chase – uno degli uomini impegnati nella sicurezza – è costretta ad una incredibile lotta contro il tempo per racimolare il denaro necessario a rivedere suo figlio.
La vicenda, tratta da una storia vera, si concluse positivamente per la famiglia, che poté riabbracciare John Paul Getty III, ma lasciò l’opinione pubblica profondamente turbata nell’apprendere la sconvolgente verità che un uomo possa preferire il denaro alla salute dei suoi cari.
Tutti i soldi del mondo: una storia di cronaca vera
“Tutti i soldi del mondo” è ambientato in un periodo storico in cui in Italia non era assolutamente cosa rara che la malavita organizzata rapisse rampolli di famiglie facoltose per poi richiedere un lauto riscatto; Ridley Scott, infatti, ricorda che quando veniva in vacanza in Sardegna a Palau, alcune voci di corridoio sostenevano che il personale dell’aeroporto passasse le liste dei passeggeri più benestanti a loschi individui appartenenti alla mafia locale.
Le riprese sono state interamente girate nel Lazio e precisamente fra Roma, Bracciano e Villa Adriana a Tivoli per rendere le scene ancora più verosimili ed immerse nell’atmosfera di una delle città più belle e controverse del mondo.