Specchio specchio delle mie brame, quale sarà la Biancaneve più bella del Reame?
(Mirror Mirror) Regia: Tarsem Singh – Cast: Julia Roberts, Lily Collins, Armie Hammer, Nathan Lane, Robert Emms, Sean Bean, Mare Winningham, Michael Lerner, Martin Klebba, Danny Woodburn, Joe Gnoffo, Jordan Prentice – Genere: Fantastico, colore, 105 minuti – Produzione: USA, 2012 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 4 aprile 2012.
Il 2012 potrebbe essere ribattezzato l’anno di Biancaneve. Non dei Maia o della fine del Mondo. Questo perché i film basati sulla celeberrima favola sono ben due: “Mirror Mirror” e “Biancaneve e il cacciatore”.
Il primo “Mirror Mirror”, tradotto semplicemente in italiano con il nome della protagonista, Biancaneve, è diretto dal regista indiano Tarsem Singh e ha per matrice base la comicità, la preservazione dei valori della purezza e della favola classica, con frammenti, davvero apprezzabili, di autoironia.
La regina cattiva (Julia Roberts) non solo deve vedersela con la sua rivale in quanto a bellezza (Lily Collins) ma anche con i conti del reame, ormai in rosso a causa dei fastosi balletti che la inducono a cercare un consorte degno di lei.
Quando la regina si addentra nei boschi e incontra il principe Alcott (Armie Hammer), l’antagonista, vede quindi l’opportunità di risanare il bilancio e circuire un bel giovanotto. Ma i piani vengono guastati da Biancaneve che, innamoratasi del principe, cerca di farlo tornare in sè dall’incantesimo che la regina gli ha lanciato per legarlo a lei. La bella Snowhite non intraprenderà la missione da sola ma sarà coadiuvata da, guarda caso, sette nani (che qui sono dei banditi che si travestono da giganti).
Ironia, capovolgimenti dei ruoli (è Biancaneve a salvare il principe, e non viceversa), e piccole libere interpretazioni dell’opera (dove la mela diventa il simbolo della sconfitta del male e non della sua, momentanea, vittoria nello scontro fra la regina e Biancaneve) fanno di questo film, inaspettatamente, un buon film.
Una pellicola che dunque coniuga tutti gli ingredienti essenziali di questa favola classica, che diverte lo spettatore nonostante un piccolo gap soporifero nella parte centrale. Ma i titoli di coda in stile Bollywood valgono da soli il prezzo del biglietto.
Eva Carducci