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La cuoca del Presidente – Recensione

Buona cucine e intrighi di potere, ma anche il fascino dell’antartico in questo film biografico su Hortense Laborie, rinomata cuoca francese

(Les Saveurs du Palais) Regia: Christian Vincent – Cast: Catherine Frot, Jean d’Ormesson, Hippolyte Girardot, Arthur Dupont, Brice Fournier, Déborah Révy, Arly Jover, Thomas Chabrol, Philippe Uchan, Jean-Marc Roulot, Steve Tran, Nathalie Vignes, Hugo Malpeyre, Fabrice Colson, Lionel Tavera, Catherine Davenier, Nicolas Beaucaire, Eric Malo, Louis-Emmanuel Blanc – Genere: Biografico, colore, 95 minuti – Produzione: Francia, 2012 – Distribuzione: Lucky Red – Data di uscita: 7 marzo 2013.

la-cuoca-del-presidenteChristian Vincent si ispira alla vita di Hortense Laborie, una famosa cuoca del Périgord che, inaspettatamente, viene contattata dall’Eliseo per occuparsi dei pasti personali del Presidente della Repubblica francese Mitterand, mansione che ricopre con passione per più di due anni.

Vincent, grazie ad un montaggio impeccabile, alterna le esperienze di Hortense all’Eliseo con quelle successive in un campo in Antartide, dove la rinomata cuoca si ritira per un anno, lasciata Parigi, per ritrovare se stessa.

Il regista mostra la passione con cui la donna si occupa del cibo, l’amore per i prodotti dimenticati, per le materie prime più ricercate (lei stessa ha nella sua tenuta un’eccellente tartufaia, e una spettacolare coltivazione di porcini), un modo di cucinare poco sofisticato ma costoso, che si scontra con la gelosia degli chef dell’Eliseo, che si sentono esautorati del rapporto col Presidente, e le critiche dei contabili, che seppur iniziano a far pesare il costo dei pasti, benché “presidenziali”.

Ma la cucina di Hortense è arte allo stato puro, è un ritrovare sapori antichi che poco ha a che fare coi bilanci, è un amore per il cibo che riempie il palato e la vista, e poco ha a che fare persino con il nutrirsi fine a se stesso.

C’è poi l’altra Hortense, quella in Antartide dove, seppur in una comune mensa, si adopera con lo stesso entusiasmo per preparare pietanze che riempiano il cuore dei lavoratori del campo.

Ma nel film c’è anche altro, ci sono gli intrighi dei palazzi del potere e l’ingratitudine dei potenti, che si scontra con gli intensi rapporti affettivi che la donna instaura in Antartide.

Dalla sceneggiatura di Etienne Comar, che ha tanto voluto questo film da voler conoscere personalmente la Laborie, Vincent realizza un racconto godibile, di buona cucina e sentimenti, temi particolarmente amati dai cugini d’oltralpe.

Perfetta Catherine Frot nei panni di Hortense e Jean D’Ormesson, filosofo, scrittore e giornalista, classe 1925, alla sua prima esperienza davanti alla macchina da presa, nel ruolo del Presidente, che ha conosciuto personalmente.

Maria Grazia Bosu

La cuoca del Presidente – Recensione

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