Brian De Palma

Di Laura Calvo - 9 Luglio 2013

Biografia

Brian De Palma può considerarsi di rigore una di quelle persone che hanno cambiato in modo epocale il cinema americano negli anni settanta, contribuendo così, con talento da visionario e quel suo tocco inconfondibile, alla nascita della ‘New Hollywood’.

Brian De Palma: il regista ‘intoccabile’

(Newark, 11 Settembre 1940)

Brian De Palma, nato a Newark nel New Jersey l’11 settembre del 1940, è insieme a Scorsese e Coppola uno dei principali registi della cosiddetta New Hollywood degli anni Settanta, conosciuto particolarmente per i suoi thriller ricchi di suspense, ispirati al cinema di Hitchcock.

De Palma, figlio di un chirurgo, cresce a Philadelphia, intraprendendo fin da ragazzino gli studi scientifici. Negli anni Sessanta frequenta la prestigiosa Columbia University di New York, iscritto alla facoltà di Fisica.

Nel vivace clima della controcultura universitaria del periodo, il giovane diventa ben presto un cinefilo, ammirando in particolare i film di Hitchcock, di Godard e quelli di Michelangelo Antonioni.

Brian De Palma: i primi lungometraggi

Nel 1965 decide di studiare recitazione e comincia a girare cortometraggi e documentari. L’amico Robert De Niro è il protagonista del suo primo lungometraggio, la demenziale commedia “Ciao America!” (1968), che vince l’Orso d’Oro a Berlino, ed è seguita qualche tempo dopo dall’altrettanto demenziale “Hi Mom!” (1970).

Si tratta di lavori in cui si parodizza il potere, la cultura tradizionale americana, ma anche le manie e gli atteggiamenti dei sessantottini americani.

Dopo alcuni film, De Palma dirige il musical indipendente “Il fantasma del palcoscenico” (1974), una versione rock del vecchio mito del Fantasma dell’Opera che gli frutta due nomination all’Oscar e una certa fama. Grazie a questo exploit, il regista viene chiamato a Hollywood dove gli viene offerto di dirigere la riduzione di un best-seller di Stephen King, “Carrie” (1976), i cui protagonisti sono Sissy Spacek e John Travolta.

Gli slasher-movies di Brian De Palma

De Palma accetta la sfida e si trasferisce in California. Il suo horror, molto cruento per l’epoca, è un successo straordinario di pubblico, aprendo la strada al filone anni-Ottanta degli “slasher-movies”.

Il film successivo, un altro horror, “Fury” (1978), oltre a bissare il consenso da parte del pubblico, ottiene le lodi di Jean-Luc Godard, lanciando definitivamente la sua carriera.

Nel 1980 il regista gira quello che è da molti considerato il suo capolavoro: “Vestito per uccidere”, thriller che mescola liberamente suggestioni alla Hitchcock con momenti horror, erotici e onirici e che solleva un grande scandalo fra i benpensanti.

Sul modello innovativo di “Vestito per uccidere”, De Palma dirige “Blow Out” (1981), un insolito remake di “Blow up” di Antonioni e “Omicidio a luci rosse” (1984), storia di omicidi, voyeurismo e perversione ambientata nel mondo della pornografia.

Il successo con Al Pacino: è “Scarface”

Ma il grande successo degli anni Ottanta resta “Scarface” (1983) con Al Pacino, remake di un vecchio film degli anni Trenta che racconta l’ascesa e la caduta di un crudelissimo gangster cocainomane, Tony Montana. La violenza e il realismo della pellicola ne fanno un’icona del genere gangster paragonabile a “Il Padrino” di Francis Ford Coppola.

Verso la fine degli anni Ottanta, De Palma cercherà di bissare il successo di “Scarface” con “Gli intoccabili” (1987), film imperfetto, ma di grande interesse.

L’inizio degli anni Novanta sembra segnare un periodo di decadenza per il regista che non riesce ad attrarre il grande pubblico, ma nel 1993, gli arride la fortuna con “Carlito’s Way”, magistralmente interpretato da Al Pacino e Sean Penn. Subito dopo dirige Tom Cruise ed Emmanuelle Béart nel successo internazionale di “Mission: Impossible” (1996).

Brian De Palma: Al Pacino presenza ricorrente

Negli ultimi anni De Palma ha diradato la sua attività registica, anche in conseguenza di qualche clamoroso flop come quello di “Omicidio in diretta” (1998) con Nicolas Cage e “Mission to Mars” (2000) con Tim Robbins.

Nonostante tutto, nel 2007 il regista si è preso una rivincita sugli scettici conquistando il Leone d’Argento al Festival di Venezia per il suo “Redacted”, la storia di un gruppo di soldati stanziati in Iraq che descrive realisticamente l’atroce quotidianità della guerra.

Riprende la macchina da presa nel 2012 per dirigere “Passion”, remake della pellicola francese “Crime d’amour” diretta da Alain Corneau.

Dopo una lunga assenza Brian De Palma torna dietro la macchina da presa nel 2018 con “Domino”, thriller di spionaggio con Nikolaj Coster-Waldau e Guy Pearce.

Fabio Benincasa