La scrittrice Anna Graham Hunter accusa l’attore Dustin Hoffman di averla palpeggiata ed aver fatto delle allusioni sessuali. All’epoca, nel 1985, la Hunter aveva circa 17 anni e lavorava come stagista sul set di “Morte di un commesso viaggiatore”.
Il caso Weinstein continua
Sempre più donne (e, in misura minore, uomini) trovano il coraggio di denunciare pubblicamente molestie avvenute nei loro confronti, e, sebbene agli occhi di un gretto maschilista possa apparire come una sorta di ‘isterica moda’, è importante ricordare quanto ogni singolo caso sia degno di nota, nonché di riflessione.
Anna Graham Hunter, come lei stessa riporta, all’età di 17 anni si sentì lusingata dalle attenzioni di Dustin Hoffman: niente di più naturale, considerando lo status sociale dell’attore e l’età dell’allora minorenne stagista, un’età in cui una ragazza inizia ad interessarsi alla sfera sessuale e ad esercitare, ingenuamente, il proprio sex appeal. “A 49 anni – ha affermato la Hunter – capisco meglio: lui era un predatore, io una bambina”. Ed è proprio così. Poco importa quanto sia torbido il mondo dello spettacolo, non c’è giustificazione alle molestie, che siano esse di natura grave o meno grave, fatte ai danni di un/a minorenne.
Dustin Hoffman, similmente a Kevin Spacey, si è scusato pubblicamente affermando di avere “[…] il massimo rispetto per le donne. Mi dispiace terribilmente che qualsiasi cosa io possa aver fatto possa averla messa in una situazione spiacevole. Mi dispiace. Non riflette ciò che sono”, anche se, diciamocelo, dai dettagli riportati dalla Hunter risulta arduo empatizzare con lui.
Nicole Ulisse
02/11/2017