Recensione
Birds Without Names – Recensione: dal Giappone un riuscito thriller psicologico
Difficile inserire in una categoria prestabilita di film “Birds without names”: dal paese del sol levante arriva in Italia una pellicola, tratta dal racconto omonimo di Mahokaru Numata, in cui si passa dalla storia d’amore, al giallo, al noir in un escalation di tensione veramente ben costruita.
Towako è una donna sulla trentina che divide l’appartamento con Jinji, un uomo decisamente più grande di lei, innamorato perdutamente, non ricambiato, della coinquilina. La ragazza vive ossessionata dai ricordi di Kurosaki, con il quale ricorda aver vissuto otto anni prima momenti bellissimi. Quando instaura una relazione con Mizushima, un uomo sposato che le ricorda nei modi il passato amore, in Towako sembrano riaffiorare strani pensieri che sembrano mettere in crisi il suo mondo e i suoi ricordi più cari; inoltre il buon Jinji sembra prendere molto sul serio il compito che si è assunto di proteggere Towako, ad ogni costo.
Birds Without Names: un’appassionata alternanza di luci e ombre
II regista Kazuya Shiraishi già autore tra gli altri di “The Devil’s Path” e “Twisted Justice”, che hanno avuto buon riscontro anche in occidente, realizza un prodotto ben congegnato. Durante lo svolgimento della pellicola l’attenzione dello spettatore è spostata più volte sulla storia dell’amicizia particolare che lega Towako a Jinji, passando dall’incontro e dalla storia d’amore che la bella e un po’ scontrosa protagonista comincia a vivere con Mizushima, ai dubbi che sorgono nella ragazza, tutto inframmezzato dai ricordi che, via via che trascorre la narrazione di “Birds without names”, diventano sempre più a tinte cupe.
Birds Without Names: un bel film da consigliare a (quasi) tutti
Possiamo definire “Birds Without Names” un film riuscito, ben girato, che ha nella fonte letteraria, ben trasposta nella sceneggiatura, il suo punto di forza. Un film che risente delle atmosfere tipiche giapponesi: certa espressività facciale, certa gestualità drammatica, soprattutto di Jinji, sembra risiedere nel DNA nipponico e lo troviamo in tutti i prodotti cinematografici provenienti dal paese del sol levante. Bisogna tener bene a mente questo se si vuole godere a pieno di un buon prodotto, che consigliamo per ampliare il proprio orizzonte cinematografico e per trascorrere due ore in cui non dare mai nulla per scontato.
Daniele Battistoni
Trama
- Titolo originale: Kanojo ga sono mei wo shiranai toritachi
- Regia: Kazuya Shiraishi
- Cast: Yu Aoi, Sadawo Abe, Tôri Matsuzaka, Eri Murakawa, Masaaki Akahori, Muck Akazawa, Shu Nakajima e Yutaka Takenouchi
- Genere: Drammatico, Colore
- Durata: 123 minuti
- Produzione: Giappone, 2017
Towako è la bella e giovane protagonista di “Birds Without Names”, la ragazza convive con Jinji, un uomo più grande di lei di quindici anni, anche se non riesce a dimenticare Kurosaki, l’ex fidanzato scomparso molti anni prima. Quella tra Towako e Jinji non è una vera relazione d’amore, ma d’interesse, infatti la ragazza non prova niente per quello strambo e burbero uomo che però provvede a lei e a ogni sua necessità. Towako un giorno conosce il premuroso e gentile Mizushima, un uomo sposato, che le ricorda tanto Kurosaki, del quale si innamora follemente ed i due iniziano una relazione clandestina. Towako decide di lasciare Jinji e l’uomo inizia a perseguitare la giovane donna che teme per la sua vita e per quella del suo nuovo amante. Allo stesso tempo, nella mente della ragazza comincia ad affacciarsi il dubbio che Jinji possa avere a che fare con la misteriosa scomparsa di Kurosaki, avvenuta otto anni prima.
Birds Without Names: curiosità sul film e sul cast
Il film pur essendo ambientato ad Osaka in realtà è stato girato in diversi luoghi della regione Kansai. “Birds Without Names” è l’adattamento cinematografico del romanzo “Kanojo ga Sono Mei wo Shiranai Toritachi” di Mahokaru Numata.
Towako è interpretata dalla nipponica Yu Aoi famosa in patria per il film “Hula Girls” del 2006, che le è valso il premio come Miglior Attrice non protagonista alla trentesima edizione dei Japan Academy Prizes. Mentre ad interpretare il cattivo Jinji c’è Sadao Abe famoso in Giappone non solo come attore, ma anche per essere il cantante della rockband Group Tamashii.