Appena nominato presidente di giuria del prossimo Festival di Berlino, in conferenza stampa alla Festa del Cinema di Roma 2017, Tom Tykwer presenta la super attesa serie tv tedesca, coproduzione europea, “Babylon Berlin”.
Babylon Berlin: una serie da record
Presentata in anteprima per l’Italia alla Festa del Cinema di Roma, “Babylon Berlin”, che vede la collaborazione di Sky tra i produttori internazionali, andrà in onda dal prossimo 28 novembre in esclusiva su Sky Atlantic. Entusiasta il Direttore di rete che si dichiara “molto contento di presentare questo progetto. In Germania sta andando in onda in queste settimane con grandissimo successo. Da noi partirà a breve. È un progetto dal budget straordinario, ha una resa visiva spettacolare. Nulla da invidiare alle grandi produzioni americane”, dice.
La parola passa al regista e insieme autore, Tom Tykwer, fresco di nomina a presidente di giuria a Berlino 2018. Tykwer entra da subito nel vivo della serie, spiegando il perché e cosa lo abbia spinto, con gli altri due registi che ne curano la realizzazione, ad ambientare la serie in quel dato periodo del secolo scorso.”Il motivo è dovuto al fatto che durante il secolo scorso, in Germania, c’è stato un periodo che ha inciso storicamente molto nella memoria. Gli anni 30 e 40 hanno offuscato i 20 ed è per questo che finora non si è riusciti ad esplorare l’epoca immediatamente precedente”, dice il regista.
“Sono eventi difficili e complicati da avvicinare, si trattava di raccontare di persone che hanno visto lo sviluppo del nazismo, di un paese prima dei suoi anni bui, dove c’era vitalità culturale, emancipazione, che stava sperimentando la democrazia. L’intensità dell’epoca nazista ha fatto si che l’altra rimanesse in ombra”, conclude Tykwer.
Babylon Berlin: il presente nella Berlino degli anni’20
Considerato il periodo di instabilità del nostro presente appare automatico il collegamento della serie con il contemporaneo, che negli ultimi anni ha vissuto degli sviluppi inaspettati, come il ritorno dei nazionalismi, l’affermazione di partiti di estrema destra, terreno fertile per le intolleranze. Imprevisti quanto lo fu l’elezione di Hitler, il cui nome in sedici episodi verrà fuori una sola volta. Un riferimento assolutamente innocuo, considerata l’epoca di ambientazione della serie.
“Era un’epoca dalle forti contraddizioni, c’era speranza, fiducia utopistica, era come ballare su un vulcano”, commenta il regista – “Si festeggiava la grande potenzialità del paese, ignorando le forze nascoste che ne stavano minando le fondamenta, la Prima Guerra mondiale aveva lasciato dei traumi di cui le persone non sembravano accorgersi in quel momento. Inoltre il Paese non dimentichiamoci che usciva da una monarchia. Ci sono parallelismi sconcertanti, un film d’epoca, in costume, o ispirato al passato si può realizzare soltanto se ha dei riferimenti con il contemporaneo. Si deve esplorare il passato per ritrovare il presente“.
“Abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto 5 anni fa”, dice Tykwer, “e avendo approcciato la serie come fosse un film di 16 ore, mi sono molto specializzato sull’argomento. Ma non è un ‘film’ sul nazismo, quello in quegli anni era un fenomeno riferito a pochi casi isolati”.
Tra i vari temi e aspetti trattati dalla serie uno spazio particolare viene conquistato anche dalla droga, di cui il protagonista fa largo uso per via di una malattia causata dalla guerra: “in quell’epoca si sperimentavano droghe diverse, l’eroina poteva essere acquistata in farmacia dietro prescrizione. Solo dopo la fine degli anni venti hanno preso piede le anfetamine. Allora, come oggi, la vita notturna ruotava attorno a questo consumo. Rispetto al presente ad essere cambiato è il concetto di legalità. Il tema comunque verrà affrontato nelle successive stagioni”.
“Babylon Berlin” ha potuto godere di un investimento straordinario, circa 40 milioni di euro, ritenuto indispensabile per la realizzazione di un set che restituisse veridicità al racconto della serie. Intenzione del regista era “mettere Berlino al centro, renderla protagonista” ed andare oltre il clichè di cabaret e locali: “La città di Berlino è architettonicamente un’accozzaglia di edifici splendidi affiancati ad altri obiettivamente orribili”, dice, sottolineando l’esigenza di ricrearne dei quartieri. “Inoltre abbiamo usato il green screen per ottenere l’estensione delle strade. Per girare ad Alexander Place abbiamo invece usato la vera piazza, allestita per l’occasione con macchine e comparse in costumi d’epoca per dare della piazza un’immagine inedita di quei tempi”, conclude.
Tratta “in modo libero” dai romanzi di Volker Kutscher, che Tykwer trova ricchi di spunti che si cercherà di approfondire nella prossime stagioni, “Babylon Berlin”, dice il regista, si propone “l’obiettivo di fare un ritratto appassionato ed appassionante di quest’epoca, soggettivo, con delle prospettive diverse, per evitare le generalizzazioni, l’oggettività, la noia e dare vita a qualcosa di stimolante.”
“Babylon Berlin” prevede due stagioni per un totale di 16 episodi. La terza è già in lavorazione.
Gianluca Panico