Si è riunito oggi a Roma il cast di “The Broken Key” per presentare il film e per rispondere alle domande della stampa. Nel cast attori di primo piano come Christopher Lambert, Rutger Hauer, Geraldine Chaplin, Michael Madsen, Franco Nero e Kabir Bedi. Presenti in sala il regista e i protagonisti della pellicola.
“The Broken Key”: una gestazione lunga tre anni
Il regista e sceneggiatore Louis Nero ricorda agli astanti come la gestazione del film “The Broken Key” sia durata ben tre anni. L’ispirazione per il film, quindi, non è stata immediata per il regista. In generale Nero ripensa a lungo le sue idee, ma si è reso conto di quanto sia importante buttarsi e non lasciarsi intimidire dagli eventuali ostacoli sul cammino, per decidere infine di realizzare le proprie aspirazioni. Il regista ha infatti imparato a non aver paura del domani, perché ciò che è importante è fare le cose, metterle in pratica.
Il tema principale di “The Broken Key”, ha spiegato Louis Nero, è il viaggio dell’eroe, tematica universale e ricca di suggestioni. Basti pensare al nome scelto per il protagonista del film, Arthur (interpretato da Andrea Cocco), che è un omaggio all’eroe per eccellenza: re Artù. Di Artù Nero ama soprattutto che egli sia un eroe in grado di trasformare i propri nemici in alleati che combattono al suo fianco, come succede anche nella vita reale, in cui si è chiamati a condividere le battaglie con persone eterogenee.
“The Broken Key”: il cast internazionale e la scelta di recitare in inglese
Un ostacolo sarebbe potuto essere la gestione e la direzione di un cast internazionale e multilingue, con volti e voci che vanno da Christopher Lambert a Michael Madsen, ma Nero ha ammesso che gli attori migliori sono anche i più modesti, e che sono stati proprio loro a facilitare il lavoro di team. Gli attori presentavano poi caratteri molto diversi tra loro, ma sono arrivati ad interpretare al meglio i loro personaggi proprio perché “umanamente ricchi”.
Gli attori hanno ovviamente recitato in lingua inglese, per essere poi doppiati in post-produzione. Per il regista è ormai insensato pensare di girare unicamente in italiano, dal momento che la società in cui viviamo è essa stessa multiculturale e multilingue. Inoltre è importante utilizzare la lingua inglese anche per puntare ad una distribuzione all’estero.
L’attore Franco Nero invece ha sottolineato che, sebbene il film sia classificabile come un film “di genere” – che strizza l’occhio anche a produzioni analoghe d’oltreoceano – il fatto che il regista che lo ha diretto sia, di fatto, un intellettuale, rende la pellicola più profonda del semplice film “di genere”.
The Broken Key: il fascino del mistero
Date le multiple chiavi di lettura cui si presta la trama, al cast è stato chiesto se l’interpretazione della sceneggiatura sia stata univoca per tutti gli attori o se ci siano state opinioni differenti sul senso generale del film. Gli attori hanno confidato che non è arrivata loro la sceneggiatura dell’intero film, ma una descrizione del personaggio e alcune righe delle loro battute. Nessuno dei componenti del cast, dunque, sapeva che piega avesse potuto prendere la trama.
Tutti gli attori hanno comunque avvertito un forte richiamo all’argomento della ricerca di Dio presente nel film, alla riflessione su che cosa sia Dio e se Dio sia o meno dentro di noi. Il fascino, insomma, era dato soprattutto dal mistero della storia, che ha ammaliato il cast: il mistero della vita eterna, il mistero delle domande che l’uomo si pone di fronte all’infinito, di fronte al proprio esistere.
L’uso della tecnologia digitale in “The Broken Key”
Alla domanda riguardante l’uso degli effetti speciali nel film, il regista ha spiegato come, anzitutto, in Italia è molto difficile trovare esperti di CGI. Louis Nero ha aggiunto che la difficoltà maggiore risiede nel trovare persone che posseggano «capacità diversificate all’interno di uno stesso bagaglio». Il problema è che ci sono molti esperti di una singola cosa, ma che è difficile che ci si sappia occupare di una serie di compiti in sinergia. È per questo motivo che trovare una buona squadra di lavoro per gli effetti speciali è stato fondamentale: il lavoro di post-produzione del film è di fatto importante tanto quanto le riprese stesse, dal momento che ci sono circa 650 effetti speciali, il che rappresenta davvero un caso unico nel panorama cinematografico italiano.
Anche l’uso della musica ha richiesto un impegno particolare, perché si è scelto di far suonare un’orchestra dal vivo (L’orchestra sinfonica della Rai). Secondo il regista, infatti, dal punto di visto emotivo la musica e le immagini devono andare di pari passo.
The Broken Key: per Louis Nero per fare i film bisogna rischiare, anche se poi non piacciono
Il regista Louis Nero ha infine spiegato che tutta la sua produzione di film del regista, a partire dal 1998, fa parte di un percorso basato sul rischio, dove il risultato può piacere o non, ma in cui la paura non deve pietrificare, non deve impedire di realizzare ciò che si ha in mente. Nero ha citato a tal proposito una frase tratta dal film “La leggenda di Bagger Vance” di Robert Redford: «io ho colpito nel miglior modo possibile, poi dov’è andata la palla non è più un mio problema».
The Broken Key è una co-produzione internazionale tra Italia, Egitto e Inghilterra ed è distribuito da L’Altrofilm. In Italia uscirà nelle sale a partire dal 16 novembre.
Marta Maiorano
07/11/2017