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Recensione – The Millionairs – 2017

 

The Millionairs: il debutto alla regia di Claudio Santamaria

The Millionairs still

Recensione – The Millionairs – 2017

Presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2017, “The Millionairs” realizza il desiderio del talentuoso attore Claudio Santamaria di cimentarsi dietro la macchina da presa con egual talento. Quattordici minuti sono sembrati sufficienti all’artista per dimostrare che, dopo aver lavorato in molteplici pellicole diretto da registi e registe di comprovato calibro internazionale, ha appreso quella capacità di mestiere che gli consente di cominciare a dedicarsi alla regia.

La scelta del soggetto di “The Millionairs” trae ispirazione da una forma di spettacolo che Quentin Tarantino ha definito “più povera”: il fumetto. Come il neo regista ha riferito, l’idea gli è venuta imbattendosi per caso in un volume della graphic novel di Thomas Ott, autore e illustratore svizzero che utilizza la tecnica dello scrathboard, una procedura che prevede la copertura di ogni singola tavola di inchiostro nero che sarà poi “grattato via” con un pennino, lasciando emergere i disegni. Questo emergere della realtà dal buio, sembra in parte ripercorso nelle inquadrature realizzate da Santamaria, che in principio pensava di realizzare il film in bianco e nero, fedelmente alle tavole di Ott. Optare per il colore, in seconda analisi, sembra però non avere tradito l’ispirazione grafica fumettistica.
Se i disegni di Ott sono cupi, altrettanto lo sono le storie e le atmosfere che crea. Cresciuto artisticamente inspirandosi ai lavori di George Grosz e Otto Dix, assorbe da questi la stessa modalità nel rappresentare l’orrore del comportamento umano per volerlo denunciare ma soprattutto esorcizzare.

The Millionairs: un’ambientazione notevole della provincia meridionale nel dopoguerra

The Millionairs Claudio Santamaria

“The Millionairs” è ambientato in una realtà di provincia meridionale nel dopoguerra. Un senso di solitudine viene trasmesso già dai primi fotogrammi in cui una vettura procede all’imbrunire in una strada di campagna. A bordo, un conducente agitato ed una valigetta carica di banconote. La valigetta cambierà vari proprietari nel corso del cortometraggio e sempre per motivi violenti, continuando a suscitare nello spettatore sia la percezione di una natura umana malvagia, sia il potere del denaro nel riuscire ad evocarla. Per quest’opera prima vengono utilizzati solo cinque attori che danno il meglio di sé nelle loro brevi performance senza mai parlare. Il film non prevede dialoghi ma la forza espressiva delle immagini e la perizia interpretativa raccontano una storia completa nei fatti e nelle intenzioni. Stiamo parlando d’altronde di Beppe Servillo, Massimo De Santis, Giordano De Plano e Fabio Limongi per i ruoli maschili, e di Sabrina Impacciatore per il ruolo femminile.

Notevole è la ricostruzione e l’ambientazione storica della vicenda. Gli abiti, gli arredi del motel dove si svolge parte dei fatti, autovetture, accessori e vari elementi fino alla scelta dei liquori bevuti dai protagonisti sono tutti perfettamente in tema. La fotografia esalta in maniera pertinente quel contrasto luci ed ombre nelle varie inquadrature che il regista realizza con infinita ricercatezza per non tradire le suggestioni di Ott nella ricerca grafica e nella denuncia della natura umana, vicendevolmente funzionali.

Claudio Santamaria in una recente intervista non ha nascosto di sentirsi pronto ad intraprendere una carriera dietro la macchina da presa, considerando i pregi di “The Millionairs” sicuramente non gli mancano le qualità, la competenza, la curiosità e la dedizione. Speriamo che abbia  anche soggetti originali e produzioni coraggiose.

Marco Marchetti

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