Recensione
Contromano – Recensione: il ritorno di Albanese alla regia
“Contromano” segna il ritorno di Antonio Albanese dietro la macchina da presa, a sedici anni dal suo ultimo film “Il nostro matrimonio è in crisi”.
Questa sua ultima fatica nasce dal desiderio personale di raccontare in maniera ironica e diversa il tema attuale dell’immigrazione. L’intenzione era quella di mostrare l’incontro tra due esseri umani, che deve partire prima di tutto dal dialogo e successivamente passare per l’esperienza condivisa.
Albanese segue tale incontro attraverso lo sguardo di Mario Cavallaro, un milanese doc intrappolato in un’ordinata routine di lavoro, casa e tradizione. La sua unica passione è l’orto, che con tanta cura ha messo in piedi sul terrazzo della sua abitazione. L’andamento della sua vita però subirà una brusca deviazione, quando il giovane senegalese Oba inizierà a vendere calzini davanti al suo negozio.
Tale sarà il disappunto di Mario, che la situazione prenderà una piega surreale che lo porterà a rapire Oba per riportarlo in Africa, convinto del fatto che se ognuno facesse così, si risolverebbe il problema dell’immigrazione; attraverso quella che lui chiama “una vacanza umanitaria”.
Inizierà così un viaggio on the road, Milano-Senegal “tutta una tirata”, che andrà tutt’altro che liscio. Infatti, farà capolino la bellissima Dalila, la sorella di Oba. Quest’ultimo acconsentirà alla sua forzata deportazione a patto che Mario accompagni anche lei.
Contromano: una storia fin troppo semplice
Albanese, attraverso “Contromano”, si fa carico del peso di raccontare l’attuale stato di xenofobia e razzismo che sta dilagando in Italia negli ultimi anni, e lo fa attraverso il suo stile ironico, accantonando per un po’ la drammaticità di tale situazione. Spinto dal desiderio sociale – in quanto anch’egli spettatore di tali eventi – di far arrivare un messaggio di eguaglianza e fraternità, il comico lombardo realizza un prodotto semplice e dai risvolti facilmente intuibili fin dall’inizio.
Un messaggio elementare d’integrazione, la cui messa in opera nel film restituisce una certa infantilità che non apporta niente più di ciò che vuole trasmettere. Ripercorrendo gli stilemi classici dell’on the road, di cui si sta facendo di nuovo ampio uso nei film italiani, ci si trova davanti ad una storia già vista, e perciò priva di qualsiasi elemento innovativo.
Il cinema del Bel paese ormai si sa, arriva sempre tardi nel trattare quegli argomenti che all’estero sono stati affrontati ampiamente e in maniera molto più raffinata, o, in alcuni casi (volendo fare un paragone di generi), con una comicità meno banale. Albanese non è alle prime armi, per quanto la regia non sia propriamente il suo campo d’azione, e si dimostra abbastanza ingenuo sia in fase d’opera che di scrittura.
Un’ingenuità di scrittura dimostrata anche da Ben Stiller con “I sogni segreti di Walter Mitty“, ma che veniva perdonata per un’ottima messa in scena. Al contrario “Contromano” è privo di qualsiasi segno caratteristico, che sia registico, fotografico, musicale o di montaggio. Il film ricerca la sua forza nell’attualità del tema e nella riconoscibilità del viso di Albanese, superato qui dalla performance della giovane attrice francese che interpreta Dalila.
Aude Legastelois è l’unica vera sorpresa della pellicola, che non stupisce per le banali e poco utili scene di mezzo nudo quanto più per l’ottima interpretazione. Al suo primo ruolo da protagonista è comunque in grado di creare, in modo naturale, un personaggio credibile, a cui viene affiancata la vivace comicità di Alex Fondja (Oba), fatta di smorfie e movimenti.
Contromano: il peso di un tema complicato
Antonio Albanese mostra una certa stanchezza per tutta la durata del film, e sopratutto una certa titubanza nel dare forma al personaggio di Mario Cavallaro, che fin troppo facilmente passa da un’opposto all’altro, senza mai maturare veramente un’evoluzione.
È come se Albanese, preso troppo dal dover essere sia regista che attore, si sia impantanato, restituendo così un personaggio ibrido che svela una certa paura nel non voler scivolare troppo nella comicità o nel drammatico. Forse il tema è stato preso così a cuore dall’attore, che lo ha coinvolto a tal punto da passare sopra a quei fattori che forse avrebbero giovato alla pellicola.
“Contromano” porta bandiera di un bellissimo messaggio, che alla fine viene schiacciato dal peso di quel tema che doveva essere il suo punto forte, lasciando all’uscita dalla sala solo qualche sporadica risata.
Riccardo Careddu
Trama
- Regia: Antonio Albanese
- Cast: Antonio Albanese, Alex Fondja, Aude Legastelois, Daniela Piperno, David Anzalone
- Genere: Commedia, colore
- Durata: 103 minuti
- Produzione: Italia, 2018
- Distribuzione: 01 Distribution
- Data di uscita: 29 marzo 2018
Il film racconta una storia che parte da uno spunto paradossale: cosa succederebbe se per risolvere il problema dei migranti, ognuno di noi se ne portasse uno a casa? Questa idea iniziale porta il nostro protagonista, interpretato dallo stesso Antonio Albanese, a vivere una serie di disavventure che lo porteranno da Milano fino al Senegal.
Contromano: il ritorno di Antonio Albanese dietro la macchina da presa
“Contromano” è un film di Antonio Albanese, da lui scritto, interpretato e diretto, che tratta in modo comico il delicato tema dell’immigrazione. Originariamente il titolo del film era “A casa”, ma è stato poi modificato in quello attuale; le riprese si sono svolte tra settembre e novembre 2016.
La pellicola è scritta da Albanese con Andrea Salerno e Stefano Bises, con la collaborazione di Marco D’Ambrosio, in arte Makkox, fumettista satirico e blogger italiano. Il film è prodotto da Domenico Procacci ed è una produzione Fandango con Rai Cinema, distribuito da 01 Distribution.
Antonio Albanese riguardo al film ha dichiarato: “Abbiamo lavorato alla nostra storia cercando di raccontare questioni complesse in modo paradossale. La folle idea di partenza, se tutti riportassero un migrante a casa il problema sarebbe risolto, fa da perfetto innesco per una vicenda che porterà il nostro racconto ironico dall’Italia al Senegal in un continuo equilibrio tra realtà e lucida follia“.
Quarta prova dietro la macchina da presa per il comico lombardo, il primo film diretto da Antonio Albanese è stato “L’uomo d’acqua dolce”, pellicola del 1996 dalle tinte fortemente surreali; invece l’ultima volta che si era cimentato nella regia di un suo film è stato con “Il nostro matrimonio è in crisi”, del 2002. Con “Contromano” dunque Antonio Albanese torna a fare il regista per la prima volta dopo ben 15 anni.
Trailer
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