Recensione
Io c’è – Recensione: in fondo basta credere… o no?
“Io c’è” è una brillante commedia scritta e diretta da Alessandro Aronadio e interpretata da Edoardo Leo, Margherita Buy e Giuseppe Battiston. La pellicola racconta in modo originale e politicamente scorretto il tema della religione, che diventa la chiave di tutta la vicenda. In realtà, questa commedia non è soltanto divertente e spiritosa, con alcuni sketch davvero meritevoli, ma è anche uno spunto di riflessione sul concetto di religione che viene indagato in un modo del tutto inaspettato.
Io c’è: un trio di protagonisti divertenti e in cambiamento
Alessandro Aronadio ci narra con una voce fuori campo molto suggestiva la vicenda personale di Massimo (interpretato da Edoardo Leo), che si ritrova ad essere il “Maestro” dello Ionismo, una religione in cui “non avrai altro Dio all’infuori di te”. La caratterizzazione del protagonista di “Io c’è” è molto ben fatta e riuscita, nonostante all’inizio si possa pensare che Leo sia ricaduto di nuovo nel classico personaggio poco serio che si rivela alla fine essere molto profondo.
Massimo è inizialmente un ciarlatano ma compie poi una vera e propria evoluzione psicologica in cui, tramite la chiave di lettura che gli offre Teresa (interpretata da Giulia Michelini), capisce che non può più raccontare storie. La gente ci crede davvero e Massimo si ritrova a dover affrontare, ma soprattutto gestire, la fede di un gruppo di Ionisti appena convertiti che ripongono tutta la loro fiducia nella sua persona.
Un’evoluzione contraria è quella che invece caratterizza Adriana (interpretata da Margherita Buy): quello che all’inizio sembra essere un personaggio marginale e a tratti fastidioso si rivela invece come un punto chiave della vicenda, l’unica tra i tre “fondatori” a riuscire ad essere alla fine davvero felice. D’altro canto, c’è Marco (lo scrittore in crisi interpretato da Giuseppe Battiston) che invece mostra segni di crudeltà davvero inquietanti. La sua risata dopo aver proposto a Massimo di pensare all’8×1000 non è forse una risata di circostanza? Ricordiamoci che lo Ionismo esiste anche senza Massimo, e con sé anche i suoi profitti… lo ha detto proprio Marco.
Ad ogni modo, “Io c’è” propone un trio di protagonisti molto diversi tra loro, totalmente incompatibili eppure molto funzionanti. Le interpretazioni dei tre attori si presentano positive e molto buone e nessuno dei tre, nonostante la trama originale, appare mai come poco credibile o grottesco. Al contrario, per tutta la durata della pellicola, si pensa che tutto questo potrebbe succedere davvero.
Io c’è: le religioni plausibili di Alessandro Aronadio
Alessandro Aronadio riesce con “Io c’è” a farci uscire di sala con il sorriso, certo, ma anche con tante domande. Sul grande schermo viene mostrato il bisogno (forse innato) dell’uomo di credere necessariamente in qualcosa, un qualcosa che possa salvarlo dalla propria realtà e dai propri problemi.
Ma è difficile seguire tutti i comandamenti (molto meglio i “suggerimenti” di Massimo), è impensabile che qualcuno ci dica cosa dover mangiare e come doverci vestire ed è spaventoso dover vivere la propria esistenza con la costante paura che non ci sia concessa salvezza dopo la nostra morte. Ma allora perché si continua a credere in quelle che Marco chiama le “religioni plausibili”?
Questo è il grande quesito di “Io c’è”. Il regista ce lo pone in modo delicato, senza volgarità e senza offese. Anzi, con una profonda ed efficace leggerezza si pone sul grande schermo anche la divisione tra Ionismo e Cattolicesimo: una rappresentazione così spassosa delle suore non si vedeva da tempo e Aronadio ce la farà ricordare per molto.
Al contrario di quello che si potrebbe pensare, il film mostra un profonda comprensione verso i fedeli: sono umani e in quanto tali debbono aggrapparsi ad una certezza, a una speranza. Perché in fondo, come dice la voce narrante, le religioni sono come le favole che ci raccontavano quando eravamo bambini: non ci importava sapere se fossero vere o meno, l’importante era che ci facessero dormire sereni. E, allora, in fondo basta credere… o no?
Claudia Pulella
Trama
- Regia: Alessandro Aronadio
- Cast: Edoardo Leo, Margherita Buy, Giuseppe Battiston, Giulia Michelini, Massimiliano Bruno
- Genere: Commedia, colore
- Durata: 100 minuti
- Produzione: Italia, 2018
- Distribuzione: Vision Distribution
- Data di uscita: 29 marzo 2018
“Io c’è” è la terza opera di Alessandro Aronadio. Il regista di “Due vite per caso” (2010) e di “Orecchie” (2016) torna sul grande schermo con una commedia piena di sorprese.
“Io c’è”: la salvezza in una nuova religione
Scritta dallo stesso Aronadio, insieme a Edoardo Leo, Valerio Cilio e Renato Sannio, “Io c’è” racconta la vicenda di un bed and breakfast, il “Miracolo Italiano”, sull’orlo del fallimento, e di come Massimo Alberti (interpretato proprio da Leo) trovi un modo piuttosto originale per salvare la propria attività: la fondazione di una nuova religione, lo “Ionismo”, che mette al primo posto l’Io e non Dio.
Ad aiutare Massimo in questo particolare progetto, ci saranno la sorella Adriana (interpretata da Margherita Buy), commercialista, e Marco (interpretato da Giuseppe Battiston), uno scrittore in crisi.
Il film è stato presentato al Festival del Cinema di Venezia 2017 e ha riscontrato critiche positive, dovute anche alle interpretazioni dei tre attori protagonisti. La complicità tra Edoardo Leo e Giuseppe Battiston torna sul grande schermo dopo il successo di “Perfetti Sconosciuti” (2016). Le riprese di “Io c’è” sono durate sei settimane. Il film, prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, è distribuito da Vision Distribution.
Trailer
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