Si è tenuto oggi a Roma l’incontro stampa con i doppiatori del film d’animazione “I primitivi” Paola Cortellesi, Greg, Chef Rubio, Corrado Guzzanti e Salvatore Esposito.
“I primitivi”: Cortellesi è una scattante giovine, Guzzanti un “vecchio” di trentadue anni
L’incontro stampa con i doppiatori italiani del film I primitivi si apre con l’immagine di sei sedie, occupate però soltanto da cinque persone. Sulla sesta sedia c’è un pupazzo silente, che prende il posto di Riccardo Scamarcio: la responsabile dell’ufficio stampa Lucky Red, Alessandra Tieri, ci spiega che l’attore è rimasto bloccato a Parigi per delle riprese sul set. L’assente Scamarcio è la voce italiana di Dag, il protagonista de “I primitivi”, film d’animazione dello studio Aardman (“Galline in fuga”, “Wallace & Gromit”, “Giù per il tubo”, “Pirati!” e “Shaun, vita da pecora”).
Sono invece presenti in carne e ossa gli straordinari Salvatore Esposito (Lord Nooth), Corrado Guzzanti (Barbo), Paola Cortellesi (Ginna), Greg (Grullo) e Chef Rubio (Gordo).
Il primo ad intervenire è Corrado Guzzanti, che presta la sua voce calda e profonda al capo tribù Barbo di “ben” trentadue anni, età davvero veneranda per un uomo primitivo. L’attore e comico romano ci scherza sopra: «Barbo è entrato nella terza età: la prima è a dieci, la seconda è a vent’anni, poi a trenta c’è la terza». Il suo personaggio è «un po’ reazionario, pigro e schiavo delle abitudini ma è buono. È un tradizionalista che ama la sua tribù e che cerca di far sì che la vita continui a svolgersi esattamente come si è sempre svolta per gli ultimi diecimila anni.». Guzzanti aggiunge di non aver ancora visto il film (lo stesso vale per gli altri doppiatori presenti) e di avere quindi un’idea ancora un po’ confusa della storia.
Paola Cortellesi ringrazia la Lucky Red per averle dato modo di interpretare Ginna, sentenziando: «l’unico modo che ormai ho per fare la ragazzina è solo in doppiaggio». Cortellesi dice che «Il personaggio di Ginna è molto bello. Mi è piaciuto subito perché mi hanno raccontato quale fosse la sua storia: è una donna che sta con quelli dell’Età del Bronzo, cioè quelli teoricamente più evoluti, ma proprio loro – che sono, teoricamente, i più evoluti – non le permettono di fare ciò che le piace ed in cui è bravissima, cioè giocare a calcio. Lei è una calciatrice molto dotata, però non la fanno giocare in quanto donna. Questo è un argomento universale e che mi piace sempre trattare. Attraverso l’amicizia con Dag e con quelli che lei chiama “i cavernicoli”, Ginna riuscirà invece a fare ciò che le piace e anche a rendersi utile. Sarà infatti una “motivatrice” molto efficace nell’insegnare alla tribù quanto sia importante il gioco di squadra; cosa che gli altri, i più evoluti, non hanno capito.»
“I primitivi”: Salvatore Esposito e lo strano accento di Lord Nooth
La parola passa a Salvatore Esposito, alla sua prima esperienza con il doppiaggio. Ancora una volta, dopo il suo celeberrimo Genny in “Gomorra”, Esposito interpreta un cattivo, Lord Nooth, per il quale ha scelto un accento particolarissimo. «Volevamo raccontare un personaggio dell’età della “pietVa”», scherza facendo il verso al suo Lord Nooth, «ed è venuto fuori un gran misto di dialetti dall’altoatesino, al bergamasco, ma anche mescolato con lingue come il tedesco e il giapponese. Credo sia venuto fuori un lavoro molto divertente.» Esposito sottolinea come ci sia sempre una chiave molto personale nel doppiaggio italiano e nelle scelte che fa il direttore del doppiaggio nella traduzione del film. Parlando di Lord Nooth, Esposito ce lo descrive come «un cattivo che ha l’ambizione del “denaVo”, del “Bvonzo”. Va oltre quelle che sono le regole – anche del calcio – per ottenere quello che vuole.».
Chef Rubio, che nel film è la voce di Gordo, spiega che tutto il suo lavoro è consistito nel simulare la masticata di un pallone mettendosi una mano in bocca. «L’ho fatto tre-quattro volte, poi ho mugugnato un urlo d’aiuto e il mio lavoro è stato portato a termine in maniera egregia. Il direttore di doppiaggio m’ha fatto l’occhietto, quindi credo che ci fosse una sorta di feeling sulla riuscita della parte». E conclude scherzando «no perché se manco so bono a masticà ‘na mano…».
Il celeberrimo comico Greg (nome d’arte di Claudio Gregori) è la voce italiana di Grullo, lo scemo del villaggio, che va in giro con una pietra di asterixiana memoria: «è un personaggio senza filtri e genuino, che affronta ingenuamente tutto e che, ovviamente, dispone del cervello che veniva dato in dotazione a quell’epoca.».
“I primitivi”: per Guzzanti i cavernicoli di oggi sono «quelli che trascurano le regole di base del vivere civile»
Parlando dei contenuti del film e riflettendo sui valori che veicola, si parla ora del gioco del calcio «come dovrebbe essere»: uno sport che insegna il gioco di squadra, la lealtà. Salvatore Esposito apprezza molto come questi temi vengano trattati nel film, in cui si trasportano in un mondo di fantasia i valori che «dovrebbero essere alla base del calcio e di tutti gli sport». «I bambini, ma anche gli adulti, che godranno di questo film scopriranno qualcosa in più rispetto a quella che invece dovrebbe essere la realtà di tutti i giorni, ossia la lealtà, il gioco di squadra, l’impegno, la dedizione.»
Viene chiesto agli attori quale sia l’aspetto del loro carattere che considerano più primitivo. Guzzanti dice: «Io sono un po’ una pietra. Ho una pigrizia che mi avvicina molto di più al mondo minerale che a quello animale. Mi identifico con il mio personaggio per la pigrizia, ma poco per la saggezza, perché non posso certo dire di star diventando più saggio invecchiando, anzi, forse divento solo più frescone! Riconosco in me quell’aria paciosa e il desiderio di non esplorare cose pericolose o complicate. Non ne vado fiero ma è così.» Guzzanti riflette poi sull’idea di contemporaneità tra Età del Bronzo ed Età della Pietra nel film: «Permettetemi di aggiungere che ho trovato molto divertente l’idea che la tribù protagonista sia dell’Età della pietra mentre gli altri vicini sono dell’Età del Bronzo. Pensavo proprio in questi giorni che invece noi oggi siamo abituati all’idea che, quando c’è un progresso della conoscenza, più o meno in tempi rapidi si diffonde in tutto il pianeta. Quelli invece erano periodi in cui i nuclei umani erano molto lontani, separati anche fisicamente da ostacoli, come le montagne. Molte innovazioni di quei tempi ci hanno messo anche millenni ad arrivare dall’altra parte. Questa secondo me è un’idea brillante del film».
Salvatore Esposito dice che il suo istinto primordiale è la fame, e aggiunge che dei primitivi apprezza soprattutto la curiosità: «se loro non avessero avuto la curiosità di scoprire, al giorno d’oggi probabilmente non avremmo tutto quello che abbiamo. La curiosità è alla base della nostra civiltà».
Anche Cortellesi afferma che la primitiva che è in lei esce fuori quando ha fame: «se ho fame sragiono, quindi devo essere sazia per essere la persona s-t-r-a-o-r-d-i-n-a-r-i-a che sono», dice ridendo.
Chef Rubio conferma che anche per lui la fame è un istinto primordiale, come anche le altre spinte istintuali come il sesso: «L’animale è dentro di noi e ogni tanto esce fuori». Per Greg, invece, «la connotazione primitiva a me più affine è quella di oltrepassare la dialettica e, quando c’è qualcuno che si comporta in maniera negativa, sopprimerlo con una tortorata in testa!»
I cavernicoli di oggi, invece, se non si parla di politici, per Corrado Guzzanti «sono quelli che trascurano le regole basiche della civiltà: vorrei far notare, ad esempio, che a Roma non si usa più la freccia.» In generale, i cavernicoli «sono quelli che rimettono in discussione le acquisizioni del vivere civile».
“I primitivi”: i cartoni del cuore di Greg, Chef Rubio, Cortellesi e Guzzanti
Ai doppiatori viene poi chiesto di parlare dei loro film d’animazione del cuore: Greg guardava soprattutto i cartoni animati di Hanna-Barbera, della Warner Bros. e della Disney. Per quanto riguarda i lungometraggi, invece, dice che impressi nella sua memoria ci sono soprattutto “Gli Aristogatti”, “Robin Hood” e, più di recente, “Gli incredibili”.
I preferiti di Chef Rubio sono “Taron e la pentola magica”, “Bianca e Bernie”, i film animati di Tim Burton, ma anche “Shrek” e i cartoni Pixar come “Monsters & Co”. Poi riflette su come i film della sua infanzia regalassero traumi (cita “Ken Shiro”) o scenari post-apocalittici, mentre ora siano decisamente più pacifici: «questi c’hanno Peppa Pig. Chi arriverà a trent’anni meglio? Noi o loro?».
In Paola Cortellesi scopriamo un’inedita cultrice di anime giapponesi, afferma di averli visti tutti – ma proprio tutti – da bambina: «spaziavo da “Jeeg Robot” a “Chobin”, da “Capitan Harlock” alla “Balena Giuseppina”». I lungometraggi del suo cuore sono “La carica dei 101”, che ha visto al cinema da bambina, ma anche “Aladin”. Ribadisce che in realtà vede anche i più recenti «più volte AL GIORNO, perché ho una bimba piccola. “I primitivi” li vedremo subito, certo, almeno cambiamo argomento!».
Salvatore Esposito, il più giovane del gruppo, è anche lui legato sia agli anime (ama moltissimo “Dragon Ball”, “L’uomo tigre”, “I cavalieri dello zodiaco”, “Jeeg Robot”, “Ufo Robot”, “Mazinga Z” ecc.) sia agli intramontabili classici Disney come “La bella e la bestia” e “Il re leone”. Confida di adorare alla follia “UP”, che ha trovato «geniale e bellissimo». Inoltre egli ricorda un insegnamento che egli deve soprattutto alla sua maestra di recitazione, Beatrice Bracco, che rimarcava sempre «l’importanza di ritrovare il bambino che c’è in noi». «Quando rivedo un cartone animato che vedevo da bambino», spiega, «mi emoziono e mi vengono in mente tante cose».
Corrado Guzzanti, classe 1965, ricorda quando veniva portato al “Cinema dei piccoli” che si trovava dentro Villa Ada a Roma: «Proiettavano dei cartoni, ma non sapevamo bene quali fossero. Tra l’altro era normale entrare a spettacolo iniziato, poi ricominciava lo spettacolo successivo e vedevamo altri spezzoni.» tra i film per ragazzi c’erano anche dei cross-over «di serie B o C interessanti, del tipo “Zorro contro Godzilla”, perché no?». Il comico ha scoperto gli anime giapponesi «perché, quando dovevo fare da babysitter a mia sorella più piccola, Caterina, me li sono dovuti sorbire tutti, da “Mila e Shiro due cuori nella pallavolo” a “Holly e Benji” e “Doraemon”. Mi ricordo anche l’avvento della prima televisione privata: prima c’era solo la Rai, poi sono arrivati Telemontecarlo e Telecapodistria. Telecapodistria dava ventiquattr’ore su ventiquattro “Lupo de Lupis”! Era una cosa quasi eversiva per noi guardare tv al di fuori della Rai. Da grande ho poi riscoperto i cartoni animati guardando i Simpson, South Park, ma anche i film Pixar come “Toy Story” e gli stessi film dello studio Aarman come “Wallace & Gromit” e “Galline in fuga”».
“I primitivi”, diretto dal regista Nick Park, è una produzione Aardman. Uscirà nelle sale italiane l’8 febbraio, distribuito da Luky Red in associazione con 3Marys Entertainment.
Marta Maiorano