Recensione
I fantasmi d’Ismael – Recensione: Arnanud Desplechin diventa Ismael
Arnaud Desplechin torna al cinema con “I fantasmi d’Ismael”, film in cui riversa le proprie passioni e paure, i suoi amori ed anche, e soprattutto, quei turbamenti insiti in tutti noi. Non a caso Thierry Frémaux ha scelto l’opera del regista francese per aprire la 70° edizione del Festival di Cannes.
Dall’arte di Jackson Pollock al “Ritratto dei coniugi Arnolfini” di van Eyck, da Shakespeare a Philp Roth fino ad arrivare a citare sé stesso, Desplechin ha creato un intricato schema narrativo che passa per due strade, una di finzione e l’altra del reale, che si intersecano e ne abbracciano altre. Il film infatti non segue i movimenti del corpo ma quelli della mente, in cui l’ambiente è solo citato e gli elementi che lo costituiscono servono solo come estensione dei personaggi, che a loro volta si ritrovano in circostanze che spaziano nell’onirico e su più piani temporali.
Uno spazio onirico quindi, in cui si affrontano tematiche come la sfida con la morte, la famiglia, il lavoro, l’arte e ciò che le racchiude, l’amore. Per fare tutto ciò senza scadere nel banale e già visto, Desplechin deve reincarnarsi in Ismael (impersonato dal suo attore feticcio Mathieu Amalric), un regista appunto.
Da questi presupposti prende forma la storia del film: un regista vedovo è all’opera su un nuovo progetto, quando esasperato dai propri incubi fugge lontano dalla città insieme alla sua attuale compagna, Sylvia (Charlotte Gainsbourg). Per Ismael però non c’è riposo e quando la moglie scomparsa da vent’anni, Carlotta (Marion Cotillard), si rifarà viva, metterà in crisi lui e il suo rapporto con Sylvia.
I fantasmi d’Ismael: il confronto con i maestri del cinema
Desplechin ha confessato di aver attinto dai grandi maestri del cinema come Hitchcok, François Truffaut e Jean Luc Godard e infatti il film intriso delle loro lezioni, in una forma quasi citazionista. Attinge molto da “La donna che visse due volte”, ma ne abbandona alcune strade per poter passare ai canoni dei vecchi registi francesi.
“I fantasmi d’Ismael” inizia seguendo la falsa pista della spy-story, che vede coinvolti Louis Garrel e Alba Rohrwacher e che scopriremo essere la storia del film che Ismael sta girando. Interessante è come le musiche che fanno da cornice alla storyline spionistica facciano breccia all’interno della storia del protagonista, come se fossero un collegamento tra ciò che avviene dentro Ismael e l’esterno; una fuoriuscita di emozioni restituita dalla musica.
Non a caso il film che Ismael sta cercando di girare non è altro che un modo di sanare il rapporto con il fratello, che condivide con il protagonista del film il nome e il mestiere. In modo parallelo Desplechin ci svela il suo confrontarsi con i vecchi registi, e lo fa attraverso il dialogo tra Ismael (suo doppio) e il suocero (anch’egli grande regista), in qui quest’ultimo gli fa presente come i due non siano minimamente paragonabili, in quanto grandezza. Questo lo sa il protagonista quanto Desplechin, che si sente schiacciato dal peso di tale confronto.
I fantasmi d’Ismael: un’ottima prova attoriale
Mathieu Amalric da parte sua porta in scena un personaggio, per quanto folle, veramente credibile le cui gestualità sono quasi palpabili, come se noi stessi portassimo a compimento le sue azioni. Lo vediamo fare sua la scena, appropriandosi di quegli spazi che cercano di stritolarlo. Ed è nel suo rapporto con il corpo (il proprio e quello degli altri personaggi), che mostra tutta la sua bravura, donando fisicità alle scene, che diventano non solo dialoghi e azione ma proprio movimento corporeo.
La chimica con il resto del cast non è da meno. Inoltre, la scelta di far collidere due personalità come Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard si è rivelata più che azzeccata. Le due attrici sono perfette nella parte, che sembra scritta apposta per loro, e i loro confronti sono una gioia per gli occhi. Per quanto a tratti il film si faccia teatro dell’assurdo, travalicando la commedia estrema non perde mai la sua coerenza, e l’alternarsi dei vari personaggi non spezza mai la narrazione che invece ne risulta rinvigorita.
L’Ivan Dedalus di Louis Garrell è un personaggio finemente scritto da Desplechin/Ismael; un uomo ambiguo che non si sa mai “se ci è o ci fa” e a cui Garrell ha saputo dare il giusto tratto carismatico. Al suo fianco ritroviamo Alba Rohrwacher, che ha le movenze e il volto giusto per interpretare la parte di Ariel, la moglie di Ivan, una donna che sembra uscita dal mondo delle favole cavalleresche ed in cerca di avventure altrettanto fiabesche che solo attraverso il marito potrà vivere.
“I fantasmi d’Ismael” è un film che vive di più vite e più punti di vista, composto oltretutto da vari tasselli che vanno uniti. Per fare ciò una sola visione non basta, e così come un quadro ha bisogno di essere guardato e riguardato per poterne cogliere tutti gli elementi. Un’opera molto bella e complessa ma anche incompleta. E non poteva che essere così, perché Desplechin non ha ancora tutte le risposte alle domande che il film mette in scena e come d’altronde non abbiamo neanche noi.
Riccardo Careddu
Trama
- Titolo originale: Les Fantômes d’Ismaël
- Regia: Arnaud Desplechin
- Cast: Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel, Mathieu Amalric, Alba Rohrwacher, Samir Guesmi, Hippolyte Girardot, Laszló Szábó
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 110 minuti
- Produzione: Francia, 2017
- Distribuzione: Europictures
- Data di uscita: 25 aprile 2018
Il regista Ismaël Vuillard sta lavorando al suo nuovo progetto, quando all’improvviso torna Carlotta, la donna che aveva amato follemente ma che era scomparsa vent’anni prima. La donna, fuggita in India, torna da sola nella città che le apparteneva. Ismaël resta sconcertato e sorpreso dalla riapparizione del suo grande amore, mentre Sylvia, la sua nuova compagna, inizia a provare un’angoscia profonda.
I fantasmi d’Ismael: la riflessione cinematografica di Arnaud Desplechin
“I fantasmi d’Ismael” è diretto da Arnaud Desplechin (“Racconto di Natale“, “Jimmy P.“). Il cast comprende Mathieu Amalric (“Marie Antoinette“, “Venere in pelliccia“, “Grand Budapest Hotel“) nel ruolo del protagonista Ismaël, l’attrice premio Oscar Marion Cotillard (“Inception“, “Midnight in Paris“, “Macbeth“, “Allied – Un’ombra nascosta“) nel ruolo di Carlotta e Charlotte Gainsbourg (“21 grammi“, “Melancholia“, “Nymphomaniac“) nel ruolo di Sylvia.
Il film si presenta come un vero e proprio omaggio ad alcuni dei più grandi cineasti di sempre: Ingmar Bergman, François Truffaut, ma soprattutto Alfred Hitchcock. Il riferimento a quest’ultimo è piuttosto evidente: la trama rimanda a “La donna che visse due volte” e Carlotta si può identificare con la protagonista di “Vertigo”. Inoltre, “I fantasmi di Ismael” mostra le riflessioni del protagonista nel progetto del suo nuovo film e la crisi personale di Ismael si intreccia con quella artistica.
“I fantasmi d’Ismael” è stato il film d’apertura alla 70° edizione del Festival di Cannes, dove Arnaud Desplechin ha ricevuto una critica unanime molto positiva. Il regista è stato candidato al Munich Film Festival e al Prix Louis Delluc per Miglior film. Ha ricevuto anche le nomination per Miglior fotografia e Miglior Musica al Premio Lumiére.
Trailer
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