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Wim Wenders: qualche segreto su Cannes e su Papa Francesco

Il regista tedesco Wim Wenders, veterano del Festival di Cannes, dice la sua sul nuovo documentario su Papa Francesco e di come la fede ha influenzato i suoi lavori. “Non conto più le volte in cui sono stato a Cannes”.

Wim Wenders: qualche consiglio ai nuovi del Festival

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Wim Wenders: qualche segreto su Cannes e su Papa Francesco

Durante un’intervista, il regista di “Fino alla Fine del Mondo” e “Non Bussare alla Mia Porta” ci ha svelato alcune curiosità.

Qual è il tuo ricordo più bello della vittoria della Palma d’Oro?

“Alla cerimonia, avevano fatto posizionare tutte le persone che avrebbero vinto lungo un corridoio. Tra tutti i premi che andavano e venivano, c’era rimasta solo la Palma d’Oro e c’eravamo solamente io e John Huston (con “Under the Volcano”) in competizione.  L’ho vinto io ma in seguito,inaspettatamente anche lui ha vinto il suo premio, quello alla carriera”.

Qualche storia da incubo a Cannes?

“Potrei dirtene tante ma mi limiterò a raccontare un episodio del 1997. Era il 60° anniversario della competizione e abbiamo presentato “Crimini Invisibili” girato nel centro di Los Angeles. Proprio nel momento in cui stavamo partendo per il tappeto rosso di Cannes, siamo stati minacciati con le armi e derubati. Io ero con mia moglie e i produttori – aggiunge Wenders – ci hanno strappato di dosso i portafogli e le borse. Non potevamo fare molto dato che stavamo andando al Gala.

Qual è il tuo consiglio per un regista esordiente che va a Cannes?

“Preparati a non vincere nulla. La maggior parte dei film che vanno non vincono nulla e le giurie possono essere molto eclettiche. Può essere crudele.

Sicuramente dirai: “Non ci tornerò mai più”. Anch’io l’ho detto, tante volte. Ma Cannes è anche stato molto buono con me”.

Ti sei avvicinato al nuovo documentario sul Papa allo stesso modo di come hai fatto per quelli sugli artisti?

“Assolutamente no. Non ero di certo interessato alla sua biografia. Sin dall’inizio sapevo che il lavoro non sarebbe stato biografico. É un film sulla speranza e sui dei desideri dell’umanità per la Chiesa e per il resto del Mondo”.

Cosa ti ha sorpreso di lui?

“Io e Papa Francesco ci siamo incontrati per quattro lunghi pomeriggi. Ovviamente mi ero molto informato su di lui, avevo letto tutto quindi in un certo senso già lo conoscevo. La cosa che mi ha stupito è di come sia arrivato, senza guardie del corpo, senza alcun entourage e senza telefono cellulare. Era lì solo per noi.”

Hai affrontato le controversie ecclesiastiche come gli scandali sugli abusi sessuali?

“Si abbiamo parlato a lungo riguardo gli scandali della Chiesa. Devo dire che non si è mai tirato indietro. Ho dovuto tagliare un discorso che durava due ore e mezza, perché è piuttosto impegnativo seguire un discorso di questo tipo se non si conosce la persona. Per questi motivi ci sono argomenti trattati in maniera più sintetica. Il vaticano non mi ha mai chiesto di omettere o tagliare qualcosa. Ho deciso tutto io.”

Hai usato il simbolismo cristiano nei tuoi film ?

“Ogni artista è fondamentalmente la somma delle sue esperienze. Dopo essermi allontanato dalla religione nel 1968, sono tornato negli anni ’80 in seguito alla morte di mio padre. Ho scoperto di non aver mai perso Dio. Per rispondere alla domanda quindi dico di sì, certamente. É inevitabile inserire il proprio essere nei lavori che si fanno.”

Matteo Farinaccia

11/05/2018

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