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L’Apparizione (2018)

Recensione

L’apparizione – Recensione : una singolare indagine sull’animo umano e il suo approccio con la religione

L'apparizione recensione

Xavier Giannoli scrive e dirige un’intensa pellicola in cui porta sul grande schermo la sua personale riflessione sul rapportarsi dell’uomo con la religione, o meglio sulla sua continua ricerca di un equilibrio tra concretezza e spiritualità. Per fare questo si serve di Jacques, un reporter di guerra, noto e apprezzato, che sta attraversando una fase complessa della vita, in cui dolore e paura lo allontanano da tutto ciò che lo circonda.

L’Apparizione (2018)

“L’apparizione” racconta di un’indagine canonica volta a stabilire la veridicità di alcune presunte apparizioni mariane, in cui Jacques viene coinvolto per la determinazione con cui ha sempre effettuato le investigazioni nel suo lavoro.

A raccontare, senza tema di smentita, d’aver visto la Madonna è la giovanissima Anna, novizia di un convento in un piccolo paese del sudest della Francia, cui presta volto, e soprattutto anima, la bravissima Galatéa Bellugi, che ci auguriamo dissipi i suoi dubbi sul continuare il mestiere d’attrice, vista la sua padronanza della scena.

L’apparizione: un uomo concreto alle prese con soprannaturale

Attorno ad Anna c’è tutto un mondo di fedeli, e non solo, c’è la rete, che divulga in tempo reale le sue emozioni, e c’è anche chi si rende conto della potenzialità mediatica ed economica della vicenda. Il tutto con sullo sfondo i vertici del Vaticano che preferiscono evitare clamore, se non addirittura mettere a tacere situazioni di questo tipo, che in un certo senso nutrono quei fedeli che hanno bisogno quasi di un canale preferenziale per arrivare a Dio.

Il film di Giannoli osserva le diverse sfaccettature che una situazione così complessa presenta, senza artifici, seppur mostrando con chiarezza le varie posizioni e d i diversi ruoli, e come oggigiorno siamo abituati a un mondo in cui la cura dell’altro è cosa ben lontana dall’agire quotidiano.

Il personaggio di Jacques è stato cucito addosso a Vincent Lindon già nella prima fase creativa del regista, e l’attore incarna alla perfezione l’inquietudine di un uomo ferito ma non vinto, che vorrebbe trovare prove concrete e tangibili per spiegare qualcosa che di tangibile non ha nulla, se non il candore della protagonista e il caos che le sue visioni hanno creato. Il giornalista non si accontenta, come gli altri della commissione d’inchiesta, di sincerarsi della salute mentale di Anna, della rettitudine del suo operato, della sua fedeltà alla chiesa, ma tenta di comprendere quale fosse la sua vita prima e dopo le apparizioni. Quali magari le motivazioni che potrebbero averla spinta ad una così grande menzogna.

L’apparizione: un’opera ben costruita di grande intensità emotiva

L'apparizione scena

Il regista francese sceglie di dividere la sua opera in capitoli, per concentrare l’attenzione dello spettatore su quelli che per lui sono i punti cardini su cui ruota il racconto, tutto in modo fluido e armonico, senza determinare strappi narrativi.

Attraverso le emozioni del protagonista Giannoli ci fa percorrere un viaggio intimo nell’anima, un’introspezione profonda in noi stessi che ci porta a fare i conti col nostro vissuto, ad elaborare le emozioni del presente, a chiederci quale sia il nostro sentire riguardo la religiosità. Sia ben chiaro, quello che Giannoli indaga non è il rapporto con la chiesa quanto la percezione personale del Divino, tenendosi ben lontano dagli scandali e dai fanatismi religiosi che accompagnano i nostri tempi.

L’intensità della narrazione, e gli enigmi di cui la vicenda è intrisa, rendono scorrevoli i 137 minuti del film, necessari al cineasta per ben mostrare il suo pensiero. Interessante la scelta della colonna sonora, opera di Arvo Pärt, quasi un contraltare mistico ai suoni e ai rumori del reale che accompagnano il girato.
“L’apparizione” è un film che consigliamo a chi ama un cinema che intrattiene pur facendo riflettere, anche per la facilità con cui si entra in empatia con Jacques, un uomo privo di estremismi, amante della verità, né ateo, né bigotto, con una spiritualità da scoprire.

Maria Grazia Bosu

Trama

  • Titolo originale: L’apparition
  • Regia: Xavier Giannoli
  • Cast: Vincent Lindon, Galatéa Bellugi, Anatole Taubman, Patrick d’Assumçao, Geoffroy De La Taille, Axelle Simon, Sandrine Ferraro, Elina Löwensohn
  • Genere: drammatico, colore
  • Durata: 140 minuti
  • Produzione: Francia, 2018
  • Distribuzione: Cinema
  • Data di uscita: 11 ottobre 2018

L'apparizione loc ita“L’Apparizione” è un film drammatico del regista francese Xavier Giannoli, che indaga sul mondo delle apparizioni religiose.

In particolare, la pellicola, si concentra su un misterioso caso avvenuto in un villaggio del sud della Francia.

L’Apparizione: una lode alla virtù dell’illusione

Jacques Mayano (Vincent Lindon) è il protagonista di questa storia. Si tratta di un giornalista di guerra per un importante quotidiano francese, contattato dal Vaticano per indagare su una misteriosa apparizione avvenuta in un punto difficile da raggiungere delle Alpi, nelle vicinanze di un piccolo villaggio del sud-est della Francia.

Anna (Galatéa Bellugi), orfana e novizia, è colei che dichiara pubblicamente di aver assistito all’apparizione della Vergine Maria, scatenando così la curiosità di migliaia di fedeli che si recano sul luogo nella speranza di poter assistere dal vivo al mistico evento.

Jacques, nonostante il suo scetticismo, decide comunque di far parte della commissione d’inchiesta canonica che indaga sulla presunta apparizione.

In questa storia sacro e profano si mischiano, bugie e presunte verità fanno da cornice al viaggio che il giornalista intraprende sulle Alpi per fare luce su questo emblematico caso religioso.

L’Apparizione: regia di Xavier Giannoli

Il cineasta francese Xavier Giannoli è noto al pubblico francese e non solo per aver diretto opere dissacranti che affrontano spesso il tema della truffa e dello smarrimento spirituale e sociale. Infatti, dopo il suo esordio come regista nel 2003 con il film “Corpi impazienti” ha firmato altre interessanti lungometraggi come “Quand j’étais chanteur” nel 2006 con protagonista Gérard Depardieu e nel 2015 ha ottenuto un discreto successo con la pellicola dal titolo “Marguerite“.

Trailer

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