Oggi 14 settembre, si è tenuta presso la Casa del Cinema a Roma l’anteprima stampa del film della regista Costanza Quattriglio dal titolo “Sembra mio figlio“. In sala oltre la regista era presente anche il produttori e parte del cast.
Sembra mio figlio: una storia di genocidio raccontata per smuovere le coscienze
Dopo la proiezione della pellicola “Sembra mio figlio” si è tenuta una breve conferenza stampa durante la quale sono intervenuti la regista del film e i protagonisti di questa storia drammatica.
Costanza Quattriglio è la regista ma anche la sceneggiatrice di questo lungometraggio che è stato prodotto e distribuito da Rai Cinema in collaborazione con Film in Iran e il supporto di Eurimages.
La Quattriglio nel suo intervento ha raccontato la difficoltà anche logistica che lei e la sua troupe hanno incontrato durante la realizzazione di “Sembra mio figlio”. Questa storia è incentrata sullee vicende di un uomo di nome Ismail scappato dalle persecuzioni razziali che subiva in Afghanistan e si trasferitosia in Europa, più in particolare a Trento, insieme al fratello di nome Hassan. La madre di questa coppia di fratelli attende per molto tempo notizie dei suoi figli che dopo anni non è più neanche in grado di riconoscere.
“Sembra mio figlio” ripercorre attraverso il viaggio che Ismail decide di fare nel suo paese nativo alla ricerca della madre, dopo aver ricevute delle inquietanti telefonate, la storia del popolo Hazara vittima della guerra e di un genocidio messo in atto da alcuni gruppi terroristici di etnia sunnita.
La regista Costanza Quattriglio ha definito il film un racconto sociale ed emotivo di un dramma di cui quasi nessuno parla, che ha come obiettivo quello di smuovere le coscienze europee in un periodo storico come quello in cui viviamo oggi in cui le discriminazioni e l’immigrazione sono al centro del dibattito politico Europeo.
“La mia missione quando ho deciso di girare questo film, non era tanto quella di dare risposte in merito a degli eventi storici così drammatici come quelli che affrontiamo in “Sembra mio figlio”, ma bensì di stimolare una riflessione critica in merito a questioni sociali come quella del razzismo e della persecuzione etnica, senza però dare delle scontate e banali opinioni di tipo politico”.
Per realizzare “Sembra mio figlio”, ha raccontato la regista, ci è voluto tempo e sangue freddo. I permessi alla troupe per iniziare le riprese del lungometraggio nelle zone sia dell’Afghanistan che nel territorio iraniano sono arrivati circa un anno dopo l’inizio dei lavori.
Sembra mio figlio: la voce dei protagonisti
In sala durante la conferenza stampa sono intervenuti anche due degli attori principali: il protagonista Basir Ahang e il co-protagonista Dawood Yousefi, i quali hanno raccontato come hanno vissuto la produzione di “Sembra mio figlio”.
Entrambi di origine afgana e appartenenti alla minoranza etnica degli Hazara, Basir e Dawood hanno dichiarato con emozione il loro orgoglio, pur non essendo attori professionisti, nell’avere preso parte a questo progetto cinematografico che gli ha dato modo di poter raccontare la loro storia personale a milioni di persone.
Il protagonista Basir ha confessato che inizialmente non viveva bene il suo ruolo, in quanto la storia raccontata è molto simile alla sua vicenda personale.
“Ritornare nei luoghi da cui sono scappato, ma sopratutto interpretare un uomo in cerca di sua madre, per me che non vedo mie cari da oltre 10 anni è stato tremendo. A un certo punto però, sono entrato totalmente nella parte di Ismail e ho cercato di trasformare la mia sofferenza nella forza empatica ed emotiva di questo personaggio”. Con queste parole Basir Ahang ha descritto ai giornalisti in sala, la sua prima esperienza nel mondo del cinema.
“Sembra mio figlio” sarà nelle sale dei cinema italiani a partire dal 20 settembre 2018.
Chiara Broglietti
14/09/2018