Recensione
Senza lasciare traccia: una padre e una figlia. Il rifiuto della società, l’abbraccio della natura
Vivere ai margini della società con un mondo alle costole che sembra essere ostinatamente inclusivo. È una di quelle situazioni difficilmente comprensibili alla maggior parte di noi che abbiamo deciso, più o meno consciamente, di rispettare i dettami della società in cui viviamo. Insomma ci sfugge chi fugge. Ma al di là del cacofonico gioco di parole, è evidente che non badiamo molto alla possibilità di estraniarci dal vivere comune. Esiste, invece, malgrado sia difficile immaginarlo, chi scappa da tutte quelle cose verso le quali normalmente si tende: “casa”, “sicurezza”, “comodità”, “lavoro”, “stipendio”, “socialità”.
“Senza lasciare traccia” racconta la ricerca della solitudine da parte di un uomo in fuga dai terribili ricordi della guerra e dalla perdita della moglie. L’uomo è anche padre e, insieme alla figlia, tenta di eclissarsi vivendo in una tenda da campo nella rigogliosa natura del Forest Park della città di Portland. Il lento incedere dell’incipit del film dà modo di assaporare la vita nei boschi e di immergersi nelle esigenze dei protagonisti che, inizialmente, appaio come alieni, estranei e forse pazzi.
Senza lasciare traccia: un inno alla wildwildlife
L’occhio della società però non riesce a rimanere chiuso a lungo e gli anticorpi non tardano a mettersi in azione. È proprio questo il momento in cui la brava regista, Debra Granik, ribalta la prospettiva dello spettatore diffidente, che si ritrova, invece, a empatizzare con i protagonisti della vicenda e a porsi delle inevitabili domande.
Quesiti che investono la società contemporanea, i rapporti umani e che portano alla riflessione sull’amore, quello fra padre e figlia; in questo caso rappresentato da un legame profondo e naturale come l’incombente verde dei boschi nei quali i due si muovono. Il film è un inno alla “wildwildlife”, ma non c’è nulla di rabbioso o di violento; la pellicola non ammicca a una resa dei conti finale.
La magnifica fotografia e il suono del silenzio, ci trasportano in una dimensione che sembra lontanissima e quasi arcaica, mentre è proprio dietro l’angolo e, benché possa sembrare assurdo, quell’angolo qualcuno lo ha svoltato coscientemente, senza alcun rimpianto.
“Senza lasciare traccia” è un’opera che si insinua lentamente nelle attenzioni dello spettatore e lo affascina come le tranquille e limpide acque di una ruscello di montagna.
Riccardo Muzi
Trama
- Titolo originale: Leave No Trace
- Regia: Debra Granik
- Cast: Ben Foster, Thomasin Harcourt McKenzie, Jeff Kober, Dale Dickey, Peter James DeLuca, Ayanna Berkshire, Isaiah Stone, Dana Millican, Lane Stiemsma, Michael Draper, Kyle Stoltz
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 108 minuti
- Produzione: USA, 2018
- Distribuzione: Adler Entertainment
- Data di uscita: 8 novembre 2018
“Senza lasciare traccia” è un film di genere drammatico ispirato a una storia vera, diretto dalla regista statunitense Debra Granik (“Un gelido inverno”) , scritto dalla Granik e da Anne Rosellini.
Il lungometraggio, è l’adattamento cinematografico del libro “My Abandonment” di Peter Rock. Il film segue la storia di Will, interpretato da Ben Foster (“Giovani ribelli – Kill Your Darlings“) e di sua figlia Tom, interpretata dalla giovanissima attrice neozelandese Thomasin Harcourt McKenzie (“Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate”).
Il lungometraggio, presentato al Sundance Film Festival e al Festival di Cannes del 2018, esce nelle sale italiane l’8 novembre 2018, distribuito da Adler Entertainment.
“Senza lasciare traccia”: la wilderness americana e la ricerca della solitudine in epoca moderna
La trama segue la storia di un padre, veterano della guerra in Iraq e affetto da disturbo da stress post-traumatico, e di sua figlia adolescente.
Will e Tom da anni vivono in un parco pubblico fuori Portland, nell’Oregon. I due si trovano in uno stato di isolamento quasi totale, entrando in città solo per le provviste di cibo e rifornimenti occasionali. Will guadagna qualche soldo vendendo antidolorifici ad altri veterani.
Dopo che Tom viene accidentalmente avvistata nei boschi da un passante che pratica footing, gli agenti li arrestano e li mettono ai servizi sociali. Gli viene dato del cibo e una casa in una piantagione nell’Oregon rurale, a condizione che rispettino le regole del proprietario di casa. Will comincerà a malincuore a lavorare alla piantagione, mentre Tom inizierà a frequentare la scuola, entrando in contatto per la prima volta con ragazzi della sua età. L’uomo si sente oppresso dalla presenza degli altri e pianifica di scappare nuovamente nei boschi. Lei, costretta a seguire il padre, accetta a malincuore di allontanarsi di nuovo dalla società.
Padre e figlia dovranno trovare una soluzione di compromesso per continuare a vivere insieme o le loro strade dovranno separarsi per sempre.
Trailer