Biografia
Attore olandese conosciuto in tutto il mondo grazie all’interpretazione del replicante filosofo in “Blade Runner” di Ridley Scott, Rutger Hauer è stato un interprete di film di vario genere, dimostrando grandi capacità di versatilità e divenendo un attore cult per i cinefili.
Rutger Hauer, il replicante dagli occhi di ghiaccio
(Breukelen, 23 gennaio 1944 – Beetsterzwaag, 19 luglio 2019)
Rutger Hauer è nato a Breukelen in Olanda il 23 gennaio del 1944 ed è noto al pubblico di tutto il mondo per aver interpretato il replicante Roy Batty in “Blade Runner” di Ridley Scott. La sua memorabile battuta “Ne ho viste cose che voi umani non potreste neanche immaginare….” è ritenuta una delle frasi più celebri dell’intero panorama cinematografico. Figlio d’arte, entrambi i genitori Arend e Teunke sono attori, cresce ad Amsterdam con le tre sorelle seguito da una governante. Mostra subito un carattere irrequieto ed una scarsa disponibilità ad applicarsi nello studio, che lo porta inevitabilmente ad essere espulso da diverse scuole.
A quindici anni decide di imbarcarsi su un piroscafo mercantile per seguire le orme di suo nonno capitano di goletta, ma il daltonismo di cui soffre, ereditato dal suo bisnonno, lo costringe a scendere a terra. I genitori tentano allora di fargli frequentare una scuola di recitazione ma è cacciato anche stavolta, anche perché, non mostrando nessun interesse per la recitazione, colleziona un numero infinito di assenze, preferendo passare il suo tempo nei coffee shop di Amsterdam a scrivere poesie. Inizia a fare lavori saltuari, dall’elettricista al carpentiere, fin anche la guida alpina a Basilea in Svizzera, dove lavora pure come macchinista a teatro.
I primi debutti e Paul Verhoeven
Tornato ad Amsterdam finalmente si impegna negli studi di recitazione e ottiene il diploma di Arte Drammatica nel 1967, lavorando nel contempo con un gruppo di recitazione sperimentale, con il quale rimane legato per circa cinque anni. Nel 1969 fa il suo debutto televisivo in una serie olandese ambientata nel medioevo “Floris” (sul modello dell’“Ivanhoe” che tanto successo ottenne sugli schermi italiani), interpretando il ruolo di un valente cavaliere. Il suo talento e la sua forte personalità bucano lo schermo e lo fanno conoscere ed amare in tutto il paese; non passa inosservato al suo connazionale Paul Verhoeven, che gli propone il suo primo ruolo da protagonista per il grande schermo in “Fiori di carne” del 1973.
Replicante filosofo in “Blade Runner”
Nel 1995 le poste olandesi hanno stampato per omaggiarlo un francobollo che lo ritrae proprio in questa pellicola. Il rapporto tra l’attore e il regista valica i confini della sola collaborazione lavorativa, nasce una vera amicizia, lavoreranno insieme anche nel 1975 “Kitty Tippel… quelle notti passate sulla strada” e nel 1977 con “Soldato d’Orange” e nel 1980 con “Spetters”. Nel 1975 con “Il seme dell’odio” di Ralph Nelson, film che tratta il duro tema dell’apartheid in Sudafrica, fa il suo debutto in lingua inglese, recitando a fianco di Michael Caine e Sidney Poitier. Nonostante il suo non sia un ruolo da protagonista la sua profondità interpretativa accende su di lui i riflettori. Ormai conosciuto in tutta Europa diventa noto alle platee mondiali per la sua interpretazione ne “I falchi della notte” di Bruce Malmuth del 1981, al fianco di Sylvester Stallone.
Nel 1982 poi con “Blade Runner” la sua consacrazione è definitiva. Il capolavoro di Scott pone l’attenzione sul rapporto uomo – tecnologia, in maniera quasi filosofica. I replicanti sembrano possedere un’anima e lo spettatore non può non provare emozioni positive per questi esseri che vengono dismessi come fossero dei frullatori rotti. In “Blade Runner” il confine tra bene e male è incerto e il personaggio interpretato da Hauer rimane una delle figure più emblematiche di tutta la pellicola.
Intenso e convincente ne “La leggenda del santo bevitore”
L’attore diventa popolarissimo ma non sempre fra gli infiniti copioni che gli vengono proposti sa fare le scelte giuste. Lavora nell’ultima pellicola di Sam Peckinpah “Osterman Weekend” del 1983; nel 1985 è romantico protagonista della pellicola fantastica “Ladyhawke” di Richard Donner, con Michelle Pfeiffer; nel 1986 è killer in “The Hitcher – La lunga strada della paura” di Robert Harmon e lavora in “Wanted: vivo o morto” di Gary Sherman e nel 1987 in “Fuga da Sobibor” di Jack Gold, che gli vale un Golden Globe.
Nel 1988 è diretto da Ermanno Olmi ne “La leggenda del santo bevitore” vincitore del Leone d’Oro a Venezia. La sua interpretazione è spettacolare, l’intensità con la quale rende il personaggio dell’alcolizzato senza dimora parigino, che termina i suoi giorni in una chiesa dopo aver fatto con Dio i conti di un’intera vita, la spiritualità che gli dona, il misticismo del quale riesce a pervadere la pellicola sono eccelsi. L’impegno durante le riprese è talmente profondo che l’amicizia nata con Olmi è tuttora viva. La sua performance gli vale il premio come Migliore Attore al Seattle Film Festival.
I progetti degli anni Novanta e del primo decennio del Duemila
Lavora poi: nel 1989 “In una notte di chiaro di luna” di Lina Wertmüller, con Faye Dunaway e Nastassja Kinski; sempre dello stesso anno ne “I maledetti di Hollywood” di Howard Brookner con Madonna e Matt Dillon e in “Giochi di morte” di David Peoples. Gli anni Novanta sono caratterizzati da un’intensa attività che però non gli regala grandi soddisfazioni. Ricordiamo: del 1991 “Sotto massima sorveglianza” e “Le mani della notte”; del 1992 “Detective Stone”; del 1997 “Il richiamo della foresta” e “Deathline”; del 1998 “Merlino” e del 1999 “Simon Magus”.
Decisamente migliori i film del nuovo millennio: sono del 2002 “I banchieri di Dio – Il caso Calvi” di Giuseppe Ferrara e “Confessioni di una mente pericolosa” di George Clooney; del 2005 “Sin City” di Robert Rodriguez e “Batman Begins” di Christopher Nolan, del 2007 “Vivere un sogno” di Jaume Collet-Serra, il regista del recente “Orphan”. Torna protagonista affiancato da Raz Degan nel 2009 in “Barbarossa” di Renzo Martinelli.
Il filone horror di Rutger Hauer
Il 2011 è un’annata d’oro per la star: “Il rito”, un horror sul tema tanto abusato dell’esorcismo del regista Mikael Håfström; è nel cast del film italiano “Il villaggio di cartone” di Ermanno Olmi, dove interpreta il ruolo del sacrestano; per finire recita in “I colori della passione” di Lech Majewski, pellicola ispirata dai quadri di Bruegel in cui Rutger Hauer affianca Michael York e Charlotte Rampling.
La sua collaborazione con il cinema italiano non finisce qui, perché nel 2012 è nel film di Dario Argento, “Dracula 3D”, trasposizione del romanzo di Bram Stoker, in cui la star veste i panni del celebre Van Helsing.
Nel 2013 lo troviamo nel film “Il futuro”, per la regia di Alicia Scherson, e l’anno dopo in “2047 – Sights of Death”, film indipendente diretto da Alessandro Capone, ambientato in un futuro post apocalittico, in uno scenario fantapolitico.
Il 4 novembre 2016, riceve il premio Urania d’Argento alla Carriera dal Trieste Science+Fiction Festival. Sempre nello stesso anno è alle prese con il film “Operazione Valchiria 2 – L’alba del Quarto Reich” di Claudio Fäh.
Mentre tra 2017 e 2018 l’attore partecipa alle pellicole come “Valerian e la città dei mille pianeti“, “Le ultime 24 ore” di Brian Smrz e “The Sisters Brothers“di Jacques Audiard.
Un Rutger Hauer ‘privato’
È stato sposato due volte, dalla prima moglie, anche lei attrice ha avuto una figlia di nome Aysha; dalla seconda moglie Ineke, scultrice e pittrice, conosciuta nel 1968 e sposata nel 1985 ha avuto una seconda figlia. È molto attivo per la difesa dell’ambiente e nel sociale, ha creato una fondazione per la ricerca sull’AIDS e l’aiuto dei malati e non si stanca di battersi per la scarcerazione di Paul Watson, uno dei fondatori di Greenpeace, accusato di aver affondato una baleniera.
Nel 2007 ha fondato I’ve Seen Festival, International Short Film Festival, dedicato ai lavori dei filmmakers che desiderano ottenere una potente esposizione mediatica dei loro cortometraggi. Tra le curiosità ricordiamo la performance del 1987 nella pubblicità britannica della birra Guinness, che ha reso un semplice spot un vero capolavoro, facendo lievitare le vendite del prodotto del ventidue per cento in soli tre mesi. Ha anche partecipato al video musicale di Kylie Minogue “On a Nigth Like This”, più poliedrico di così!
Rutger Hauer è venuto a mancare il 19 luglio del 2019, in seguito a una breve malattia; l’anno è lo stesso in cui è ambientato “Blade Runner” e in cui Roy, il suo iconico personaggio ha perso la vita tragicamente.
Maria Grazia Bosu
Filmografia
Rutger Hauer Filmografia – Cinema
- Fiore di carne, regia di Paul Verhoeven (1973)
- Assassinio a sangue freddo, regia di Gunter Vaessen (1974)
- Kitty Tippel… quelle notti passate sulla strada, regia di Paul Verhoeven (1975)
- Il seme dell’odio, regia di Ralph Nelson (1975)
- Mysteries, regia di Paul de Lussanet (1978)
- Max Havelaar, regia di Fons Rademakers (1979)
- Soldato d’Orange, regia di Paul Verhoeven (1979)
- Donna tra cane e lupo, regia di André Delvaux (1979)
- Spruzzi – Spetters, regia di Paul Verhoeven (1980)
- I falchi della notte, regia di Bruce Malmuth (1981)
- Chanel Solitaire, regia di George Kaczender (1981)
- Blade Runner, regia di Ridley Scott (1982)
- Eureka, regia di Nicholas Roeg (1983)
- Osterman Weekend, regia di Sam Peckinpah (1983)
- Il nido dell’aquila, regia di Philippe Mora (1983)
- Ladyhawke, regia di Richard Donner (1984)
- L’amore e il sangue, regia di Paul Verhoeven (1985)
- The Hitcher – La lunga strada della paura, regia di Robert Harmon (1986)
- Wanted: vivo o morto, regia di Gary Sherman (1987)
- Fuga da Sobibor, regia di Jack Gold (1987)
- La leggenda del santo bevitore regia di Ermanno Olmi (1989)
- I maledetti di Broadway, regia di Howard Broohner (1989)
- Furia cieca, regia di Phillip Noyce (1989)
- In una notte di chiaro di luna regia di Lina Wertmüller (1989)
- Giochi di morte, regia di David Peoples (1990)
- Sotto massima sorveglianza, regia di Lewis Teague (1991)
- Le mani della notte, regia di Jan Eliasberg (1992)
- Beyond Justice, regia di Duccio Tessari (1992)
- Detective Stone, regia di Tony Maylam (1992)
- Artic Blue, regia di Peter Masterson (1993)
- Oltre il ricatto, regia di Geoff Murphy (1993)
- Voyage, regia di John MacKenzie (1993)
- Amelia Earhart: l’ultimo viaggio, regia di Yves Simoneau (1994)
- Sopravvivere al gioco, regia di Ernest Dickerson (1994)
- Scelte proibite, regia di Jennifer Warren (1994)
- Sangue innocente, regia di Bob Misiorowski (1995)
- Mr. Stitch – Pensieri residuali, regia di Roger Avary (1995)
- 2049 L’ultima frontiera, regia di Philippe Mora (1996)
- Omega Doom, regia di Albert Pyun (1996)
- Crossworlds – Dimensioni incrociate, regia di Krishna Rao (1996)
- Hemoglobin, regia di Peter Svatek (1997)
- Blast, regia di Albert Pyun (1997)
- Il richiamo della foresta, regia di Peter Svatek (1997)
- Redline, regia di Tibor Tarack (1997)
- Strategia mortale, regia di Mark Griffiths (1998)
- Caccia al serial killer, regia di Mario Azzopardi (1998)
- Simon Magus, regia di Ben Hopkins (1999)
- Programma mortale, regia di Richard Spence (1999)
- Impulsi mortali, regia di D. Shone Kirkpatrick (2000)
- Partners in crime, regia di Jennifer Warren (2000)
- Wilder, regia di Rodney Gibbons (2000)
- Jungle Juice, regia di Tony Vitale (2001)
- Turbolence 3, regia di Jorge Montesi (2001)
- Swarm – Minaccia mortale, regia di Jeff Hare (2001)
- I Banchieri di Dio – Il Caso Calvi, regia di Giuseppe Ferrara (2001)
- Warrior Angels – Lame scintillanti, regia di Byron W. Thompson (2002)
- Distruggete Los Angeles, regia di John Seale (2002)
- Confessioni di una mente pericolosa, regia di George Clooney (2002)
- La tempesta, regia di Tim Disney (2004)
- Poseidon – Il pericolo è già a bordo, regia di John Putch (2005)
- Dracula III – Il testamento, regia di Patrick Lussier (2005)
- Sin City, regia di Robert Rodriguez e Frank Miller (2005)
- Batman Begins, regia di Christopher Nolan (2005)
- Caccia ad Aquila 1, regia di Brian Clyde (2006)
- Minotaur, regia di Jonathan English (2006)
- Mentor, regia di David Langlitz (2006)
- Caccia ad Aquila 1 – Punto di collisione, regia di Henry Crum (2006)
- Vivere un sogno, regia di Jaume Collet-Serra (2007)
- Moving McAllister, regia di Andrew Black (2007)
- 7eventy 5ive, regia di Brian Hooks e Deon Taylor (2007)
- Sweet Betty, regia di Giles Foster (2007)
- Spoon, regia di Sharlto Copley e Simon Hansen (2008)
- Bride Flight, regia di Ben Sombogaart (2008)
- Oogverblinden, regia di Cyrus Frisch (2009)
- Barbarossa, regia di Renzo Martinelli (2009)
- Hobo With a Shotgun, regia di Jason Eisener (2011)
- Il rito, regia di Mikael Håfström (2011)
- Il villaggio di cartone, regia di Ermanno Olmi (2011)
- I colori della passione, regia di Lech Majewski (2011)
- Dracula 3D, regia di Dario Argento (2012)
- 2047 – Signs of Death, regia di Alessandro Capone (2014)
- Wax, regia di Lorenzo Corvino (2015)
- Operazione Valchiria 2 – L’alba del Quarto Reich, regia di Claudio Fäh (2016)
- Valerian e la città dei mille pianeti, regia di Luc Besson (2017)
- The Broken Key, regia di Louis Nero (2017)
- Le ultime 24 ore, regia di Brian Smrz (2017)
- The Sisters Brothers, regia di Jacques Audiard (2018)
Rutger Hauer Filmografia – Televisione
- Floris (Serie TV, 15 episodi) (1969)
- Il principe del deserto, regia di Duccio Tessari (Miniserie TV, 3 puntate) (1989)
- Buffy – L’ammazza vampiri, regia di Fran Rubel Kuzui (1992)
- Delitto di stato (Fatherland), regia di Christopher Manaul (Film TV) (1994)
- Minaccia nell’Atlantico (Hostile Waters), regia di David Drudy (Film TV) (1997)
- Merlino (Merlin), regia di Steve Barron (Miniserie TV) (1998)
- Il magico regno delle favole (The 10th Kingdom), regia di David Carson e Herbert Wise (Miniserie TV, 6
- puntate) (2000)
- Alias (Serie TV, episodio 2×13) (2003)
- Smallville (Serie TV, episodi 3×01-3×02) (2003)
- Salem’s Lot, regia di Mikael Salomon (Miniserie TV, 2 puntate) (2004)
- True Blood (Serie TV, 6 episodi) (2013-2014)
- Galavant (Serie TV, 2 episodi) (2015)
- The Last Kingdom (Serie TV, 1 episodio) (2015)