Boris – Il Film: dalla serie tv al grande schermo risate a denti stretti sul cinema italiano
Regia: Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo – Cast: Caterina Guzzanti, Francesco Pannofino, Carolina Crescentini, Andea Sartoretti, Pietro Sermonti, Alessandro Tiberi, Giorgio Tirabassi – Genere: Commedia, colore, 108 minuti – Produzione: Italia, 2010 – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 1 aprile 2011.
Renè Ferretti dopo anni di fiction girate a “cazzo di cane” decide di dedicarsi al cinema d’autore. Si ritrova a girare un film alla Garrone, tratto dal romanzo “La casta” di Rizzo & Stella, con il solito Diego Lopez e l’inaffidabile direttore di produzione Sergio.
Il film ha un inizio surreale con un giovane Papa Ratzinger che corre al rallenti nei prati. Ma è troppo anche per Ferretti e così con l’evolvere della sua crisi esistenziale parte un road movie da fermi in un paese dove si ride a botte di “Bucio di culo” di Martellone e spopola il genere del “cinepanettone”. In mezzo al guado, il mondo blasè del cinema colto, che in realtà non è diverso da quello televisivo.
La versione cinematografica di “Boris” non risparmia niente e nessuno, con un approccio agrodolce: le tanto fragili attrici, che sussurrano le battute in preda ad una crisi di nervi sono manipolatrici molto più della tanto odiata “cagna” Corinna. Gli sceneggiatori sono sempre gli stessi tre dei vecchi tempi, fanno scrivere la sceneggiatura secondo la ricetta “dell’impepata di cozze” ai loro schiavi mentre giocano a tennis nel salotto di casa. E poi ci sono i compagni di avventura di sempre, da Arianna, assistita dallo stagista Alessandro, che ancora la desidera, ai fidi Duccio, Biascica, Itala, fino ad arrivare al divo Stanis e dulcis in fundo all’immancabile pesce rosso Boris. Tutti insieme appassionatamente alla fine faranno un cinepanettone con il benestare della produzione radical chic.
Non è facile portare sul grande schermo una fiction di successo in genere e questo vale anche per “Boris – Il film”, che ci ha guadagnato da una parte per perdere dall’altra. Alcuni personaggi hanno acquisito spessore e sfaccettature che non c’erano, ma ovviamente la potenza delle gag tende ad annacquarsi. Viene bene fuori la psicologia di Renè/Pannofino, che sa gestire allo stesso modo la nevrotica Marilita Loy, che ricorda non poco Margherita Buy e la vecchia conoscenza Corinna “la cagna”. Le due, interpretate da Rosanna Gentili e da Carolina Crescentini, sono superlative nel loro essere agli antipodi. Anche Duccio, che oramai non si ricorda neanche più come si fa la fotografia, dopo anni passati sul divano, in fondo fa quasitenerezza e non si può non sorridere davanti alle lezioni di “alta cinematografia” di Glauco.
Si ride e tanto, ma di una risata amara perché alla fine della fiera sembra che in Italia non ci sia spazio per un cinema e una televisione di qualità. La bruttezza e la volgarità dominano sovrane anche e soprattutto tra il pubblico che sceglie cosa guardare. C’è poco da ridere in fondo di fronte a tutto questo, ma in fondo vale la pena per tutti noi provare a dire ancora: “Dai, Dai, Dai!!!”.
Ivana Faranda