Recensione
Cyrano, Mon Amour – Recensione: il genio nel genio
Cyrano de Bergerac è forse la più grande opera teatrale francese mai scritta, e dopo 120 anni ancora continua ad essere un cult riprodotto in tutti gli ambiti artistici. Ma com’è è nata questa storia eccezionale?
“Cyrano, Mon Amour” risponde a questa domanda e lo fa in modo fresco, leggero, ironico, un assoluto gioiellino nel panorama attuale della commedia che ormai fatica ad uscire dai soliti stereotipi. Edmond Rostand è un giovane poeta talentuoso ma sfortunato, che una serie (s)fortunati eventi condurrà alla scrittura di un’incredibile opera. Quanto ci sia di storicamente accurato in questa storia non è chiaro, e probabilmente non è molto, ma non è assolutamente di alcuna rilevanza: la pellicola non si pone come una rappresentazione storica della vita dello scrittore, ma crea tutto un gioco di casualità e circostanze per aiutare Rostand a dare vita al suo Cyrano. E tutto, dalla trama alla sceneggiatura, dal cast alla regia, dai costumi alle musiche, funziona perfettamente. “Cyrano, Mon Amour” è l’essenza stessa di una commedia ben riuscita: vivace, originale, divertente e giocoso, si distingue su tutta la linea per le sue idee e i suoi personaggi che ricalcano quelli del Cyrano de Bergerac, senza essere però gli stessi.
Cyrano, Mon Amour – L’ispirazione inaspettata
Idea chiave del film è che Rostand abbia scritto il Cyrano ispirandosi a situazioni reali vissute da lui e dai suoi conoscenti; le due storie si dipanano dunque di pari passo, quella dello scrittore e quella del moschettiere, differenziandosi solo sul finale. È ovviamente necessario conoscere Cyrano de Bergerac non solo di nome, ma aver visto il film del 1990 con Gérard Depardieu o una qualsiasi rappresentazione teatrale, altrimenti non si riesce a cogliere quasi nulla della genialità di “Cyrano, Mon Amour”. La pellicola presenta infatti le stesse caratteristiche e tecniche narrative del Cyrano, in un dualismo molto avvincente e ben pensato.
Va fatta una particolare nota di merito oltre che agli sceneggiatori – assolutamente incredibili – al cast, azzeccatissimo e chiave fondamentale nella riuscita del film. I personaggi camminano tutti sul filo tra il realismo e la macchietta, in un modo assolutamente delizioso. Il lato comico è sviluppato con molta intelligenza, così come l’evoluzione della trama: nonostante sappiamo fin dal principio che la piece sarà un successo, siamo con il fiato in sospeso fino all’ultimo per scoprire come Rostand arriverà a concluderla.
“Cyrano, Mon Amour” è un prodotto affilato ed abile come la spada di Cyrano: e ci “tocca” nel profondo con la sua poesia e la sua originalità.
Valeria Brunori
Trama
- Titolo originale: Edmond
- Regia: Alexis Michalik
- Cast: Dominique Pinon, Alexis Michalik, Simon Abkarian, Blandine Bellavoir, Olivier Gourmet, Mathilde Seigner, Antoine Duléry, Guillaume Bouchède
- Genere: Commedia, colore
- Durata: 109 minuti
- Produzione: Francia, 2018
- Distribuzione: Officine Ubu
- Data di uscita: 18 aprile 2019
Il grande talento drammaturgico di Edmond Rostand viene messo a dura prova dal destino: dopo mesi passati a essere vittima del blocco dello scrittore, l’attore più celebre del momento vuole portare in scena una sua commedia, che ancora non è stata scritta.
Cyrano, Mon Amour: l’arte di cavarsela
Edmond Rostand è un celebre drammaturgo che vede la sua carriera in crisi da un’inaspettata mancanza di creatività. I progetti realizzati in precedenza, se pur caratterizzati da un geniale talento, si sono rivelati un flop che ha inflitto un pesante colpo alla sua vena creativa. Per uno strano scherzo del destino, l’attore del momento, Constan Coquelin, viene convinto da una grande ammiratrice di Edmond, Sarah Bernhardt, a mettere in scena una delle sue nuove brillanti commedie. Per Edmond sembra essere arrivata l’occasione della vita, tuttavia dell’opera da rappresentare esiste solo il titolo: “Cyrano de Bergerarc”. Tre settimane di tempo e situazioni tragicomiche sono le uniche cose che separeranno Edmond dal suo sogno.
Cyrano, Mon Amour, la storia di un classico
Il regista francese Alexis Michalik (classe 1992) dirige l’incredibile storia vera che si cela dietro la nascita di un classico. É il dicembre del 1897 e Edmond Rostand non ha ancora 30 anni, ma tanti preoccupazioni sulle spalle, tra cui due figlie, una moglie gelosa e la sempre più vivida paura di veder svanire il suo sogno di emergere sulla scena teatrale. Le sue speranze sembrano riaffiorare quando l’attore più in voga del tardo Ottocento insiste per recitare nella sua opera. In tre settimane dovrà ingegnarsi per realizzare la sua opera migliore, lottando contro i capricci delle attrici, le paranoie di sua moglie, i problemi d’amore del suo migliore amico e la totale disillusione dell’intero cast.