The Bourne Legacy: quarto capitolo che, nonostante l’assenza di Matt Damon, conferma l’ottima fattura di una saga action con tutti gli ingredienti del genere
Regia: Tony Gilroy – Cast: Jeremy Renner, Rachel Weisz, Edward Norton, Albert Finney, Joan Allen Scott Glenn, Stacy Kean, Oscar Isaac – Genere: Thriller, colore, 135 minuti – Produzione: Usa, 2011 – Distribuzione: Universal Pictures – Data di uscita: 7 settembre 2012.
Quarto film della saga “Bourne”, tratta dai romanzi di Robert Ludlum ed iniziata nel 2002, senza l’indiscusso protagonista di sempre Jason Bourne/alias Matt Damon, anche se la sua presenza/assenza aleggia ovunque e ci sono tutti gli ingredienti del cinema d’azione al loro meglio.
Firma la regia, nonché la sceneggiatura, Tony Gilroy subentrato dietro la camera a Paul Greengrass, che aveva a sua volta raccolto il testimone da Doug Liman.
Al centro della storia c’è Aaron Cross, spia del programma segreto “Outcome”, proveniente da “Operazione Treadsone”, e impersonato da Jeremy Renner. L’eroe di questa avventura dovrà sopravvivere a quella stessa intelligence che l’aveva ingaggiato e che ha deciso di chiudere un programma diventato scomodo.
Quello che differenzia profondamente Aaron dal collega Jason è il non cercare un perché nel suo essere diventato una macchina da guerra invincibile. A sancire il passaggio tra questa storia e l’ultimo capitolo ”The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo” del 2007 è una sparatoria nel cuore di Londra e un inseguimento da paura a New York. Una sorta di prologo, perché il vero inizio del film è in un lago ghiacciato dell’Alaska, da cui riemerge Aaron Cross.
Il protagonista affronta i lupi e le impervie montagne innevate, ma il bello deve ancora arrivare. Come nei precedenti capitoli della saga, l’azione si sposta in meno di un secondo dal Canada a Washington, passando per Manila. Gli intrighi politici ad altissimo livello si intersecano con la ricerca scientifica utilizzata per creare dei super guerrieri. L’eroina femminile della saga è una brillante scienziata, impersonata da Rachel Weisz, l’unica sopravvissuta al massacro di un improbabile psicopatico in un laboratorio supersegreto.
Come è canonico, in questo genere di pellicole, non è tanto la trama che conta, bensì tutto quello che vi ruota intorno e c’è veramente tanto: dagli inseguimenti, al cardiopalma, alle location fantastiche.
Il cattivo è impersonato dalla star Usa Edward Norton, nei panni del Colonnello Ric Byer, direttore della potente NRAG che vuole eliminare i suoi stessi uomini. Tra vecchi e nuovi personaggi, lo spettatore è portato letteralmente dentro lo schermo.
C’è tanta azione ma in fondo si può leggere tra le righe quanto il potere possa essere crudele. Nel cast ritroviamo vecchi interpreti come Albert Finney, Joan Allen, David Strathairn e Scott Genn.
Tutto gira benissimo, come nei precedenti capitoli, da una sceneggiatura curatissima ad una fotografia eccellente. Ancora una volta, anche senza Matt Damon i film del filone “Bourne” si confermano essere opere perfette come orologi svizzeri.
Massimiliano Ponzi