Recensione
L’angelo del crimine – Recensione: la danza della violenza
“L’angelo del crimine”, secondo lungometraggio di Luis Ortega, è stato presentato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2018 ed è inspirato alla storia vera del serial killer argentino Carlos Robledo Puch. La vicenda di questo giovanissimo assassino, responsabile nei primi anni Settanta di omicidi, stupri e rapine, è diventata in patria, alimentata sia dalla sua età che dalle sue sembianze angeliche, un vero caso mediatico. Come sentiremo dire da un giornalista, il ragazzo sfuggiva alla catalogazione tipica delle teorie fisiognomiche di Cesare Lombroso che volevano esprimere una relazione tra aspetto fisico e tendenze violente.
Il ballo libero e disinteressato col quale si apre e chiude “L’angelo del crimine”, oltre a essere la scelta migliore di tutta la pellicola, funziona perfettamente come duplice dichiarazione d’intenti: per il regista, intenzionato a realizzare un prodotto tanto violento quanto ben confezionato stilisticamente e accattivante, e per il protagonista, tanto bello quanto insensibile, dotato di una visione del mondo pura nella sua assoluta malvagità. Subito dopo i titoli di testa infatti, il ragazzo esprime, attraverso un monologo ben riuscito, la sua visione del mondo. “Le persone sono pazze? Qualcuno considera la possibilità di essere libero? Andare dove vuoi, ovunque tu voglia. Abbiamo tutti un destino. Io sono un ladro nato. Non credo in “questo è tuo, e questo è mio”.” Questa libertà di spirito, che forse sarebbe meglio definire menefreghismo, è la caratteristica dominante del protagonista, un quasi bambino dal grilletto (troppo) facile.
L’angelo del crimine: una storia pop-olare
La pellicola è sicuramente ben confezionata, con una colonna sonora incalzante e accurata che punteggia molte delle scene più violente, alla ricerca di quel tono pop ultimamente cosi in voga. La regia cita e omaggia i grandi del genere, mostrando una discreta tecnica che però risulta alla fine del film abbastanza fine a se stessa. Buone le prove dei due attori principali, Lorenzo Ferro e Chino Darín, che ben interpretano i due amici/rivali/amanti e la loro discesa nel mondo della criminalità.
Nota dolente è però la sceneggiatura, che oltre a presentarci un escalation di violenza senza giustificazioni, poco riesce a gestire i rapporti che legano i personaggi, abbozzando elementi, come quello della fluida sessualità del protagonista, senza però affondare mail il coltello nella carne. Un buon prodotto, che però non riesce in fine a romanzare ( molte sono le libertà che si è preso il regista rispetto alla storia vera dal quale è ispirata la pellicola) una storia sicuramente di base peculiare e interessante.
Federico Renis
Trama
- Titolo originale: El Angel
- Regia: Luis Ortega
- Cast: Lorenzo Ferro, Cecilia Roth, Chino Darín, Luis Gnecco, Peter Lanzani, Mercedes Morán, Malena Villa, Fernando Noy, William Prociuk
- Genere: Biografico, drammatico
- Durata: 126 minuti
- Produzione: Spagna, Argentina, 2018
- Distribuzione: Movies Inspired
- Data di uscita: 30 Maggio 2019
“L’angelo del crimine” è un film scritto e diretto da Luis Ortega che segue la vera storia del giovane serial killer argentino Carlos Robledo Puch, soprannominato “L’Angelo della morte”, colpevole di numerosi crimini: tra cui omicidi, rapine e stupri.
L’angelo del crimine: l’apparenza inganna…
Carlos è un ragazzo cresciuto in una famiglia della classe lavoratrice e al primo impatto non si direbbe affatto che sia un criminale, data la sua faccia d’angelo. Nella sua infanzia era abbastanza riservato e timido. A 19 anni però, con il suo amico e complice Jorge Antonio Ibañez, inizia la sua carriera criminale che si apre con una rapina della discoteca Enamor e due omicidi, rispettivamente di un guardiano notturno e del proprietario del locale. Per tutto un anno della sua vita continua la lista di crimini, alla quale si aggiungono altre nove vittime (arrivando ad un totale di undici morti, tra cui anche un suo complice Héctor Somoza), varie rapine e stupri. Fortunatamente questa attività criminale sarà destinata a cessare, dato che la sua mente folle non riesce a distinguere gli amici dai nemici.
L’angelo del crimine: il cast
Lorenzo Ferro fa il suo debutto sul grande schermo con il ruolo del protagonista Carlos Robledo Puch. Luis Gnecco (“Neruda“, 2016; “Non uccidere”, 2017) interpreta Héctor Somoza, complice dell’Angelo della morte in svariati crimini. Tra gli altri membri del cast troviamo Chino Darin (“Morte a Buenos Aires”, 2014; “La reina de España”, 2016), Cecilia Roth (“Tutto su mia madre“, 1999; “Gli amanti passeggeri“, 2013) e Peter Lanzani (“Il clan“, 2015; “Solo se vive una vez”, 2017). Oltre a Luis Ortega, alla sceneggiatura del film hanno collaborato anche Sergio Olguín e Rodolfo Palacios.
Trailer