Recensione
Scary Stories to Tell in the Dark – Recensione: le storie che feriscono… ma guariscono
Andrè Øvredal porta sullo schermo l’adattamento di una collana di racconti per ragazzi pubblicati tra il 1981 ed il 1991 da Alvin Schwartz, storie urbane, dense di angoscia, inquietudine e vividezza tipica delle novelle brevi.
La pellicola però, pur avendo spunti e sviluppi interessanti e particolari sulle angosce e le paure tipiche degli adolescenti, non riesce a differenziarsi dal genere e rappresentare qualcosa su cui riflettere.
Il regista con “Autopsy” aveva dato vita a un horror da camera, intelligente ed originale, costruendo un film semplice ma bilanciato, mentre in “Scary Stories to Tell in the Dark” sembra non saper gestire nel modo giusto l’idea di partenza, manca proprio la semplicità, manca una struttura narrativa vera e propria che gestisca le varie situazioni e ne sciolga i nodi rendendo la visione fruibile. Sembra che tutto sia affidato ai clichè precostituiti del film di genere, come jump scare, scricchiolii dilaganti, zombie terrificanti e case possedute e le uniche cose che differiscono sono accenni alla storia sociale di quegli anni, con la guerra in Vietnam e l’ascesa di Nixon, che figurano come elementi di contorno , senza la benchè minima collocazione o ancor meglio giustificazione. Quale elemento originale introduce collegare storie per ragazzi con le ansie sociali e politiche dell’epoca e perchè puntare ancora una volta, in un contesto totalmente inopportuno, sulla diversità e sull’emarginazione?
Scary Stories to Tell in the Dark: le lunghe ombre dell’ansia
L’estetica della pellicola è accurata e poetica, sicuramente ispirata anche dai disegni iconici originali, ma la trama fa acqua in diverse parti, soprattutto nella costruzione delle storie, “storie che possono insegnarci ad amare e che se le ripetiamo abbastanza volte si avverano e ci rendono quello che siamo”.
La volontà di realizzare un “horror umanista”, come lo ha definito Guillermo del Toro, ha legato a doppio filo racconti per ragazzi con l’impegno sociale, nel tentativo di dare un significato più maturo, figlio della società e delle maldicenze, capaci di rovinare la vita in un istante e vere protagoniste della pellicola. Ma questo impegno ha posto il film in sospensione tra uno stile molto old school dovuto all’attuale rinascita di questo genere negli ultimi anni e un controverso tentativo di innovazione, tecnicamente impeccabile, dalla fotografia alla musica, ma non sufficiente affinchè i piccoli brividi crescano abbastanza e così nella stesura ricorda un pensiero di Balzac “Le calunnie non si devono dimostrare. Basta ripeterle”.
Chiaretta Migliani Cavina
Trama
- Regia: André Øvredal
- Cast: Zoe Margaret Colletti, Michael Garza, Austin Zajur, Gabriel Rush, Natalie Ganzhorn, Austin Abrams
- Genere: Horror, colore
- Durata: 108 minuti
- Produzione: USA, 2019
- Distribuzione: Notorious Pictures
- Data di uscita: 24 ottobre 2019
In una tranquilla cittadina di provincia americana, un misterioso libro dà origine a una serie di eventi macabri e inquietanti, che solo un gruppo di adolescenti ha il potere di combattere.
Scary Stories To Tell in the Dark: inchiostro mortale
È il 1968, un vento di cambiamento sta scuotendo l’America, eppure la piccola città di Mill Valley sembra esente da ogni forma di rivoluzione. Gli abitanti di questa realtà di provincia hanno ben altro a cui pensare: il loro apparente Sogno Americano è messo a dura prova, da molte generazioni, dalle ombre della famiglia Bellows. Nonostante ciò, la vita dei cittadini ha continuato a scorrere tranquilla nel corso degli anni, fin quando un gruppo di ragazzini del posto non riesuma il vecchio libro di una loro coetanea, Sarah Bellows. La ragazza, che abitava in una grande villa ai confini di Mill Valley, custodiva infatti orribili segreti, che l’hanno tormentata per tutta la sua vita, e che lei ha tentato di esorcizzare scrivendoli in un diario sotto forma di storie dell’orrore, che ora sembrano essere molto più che semplici racconti. I mostri che abitavano un tempo la mente di Sarah, stanno ora invadendo la città, macchiandosi del sangue dei cittadini innocenti.
I libri
Prodotto dal Premio Oscar Guillermo del Toro e diretto da André Øvredal, “Scary Stories To Tell in the Dark”, film horror per ragazzi, trae origine dall’omonima trilogia scritta nel corso degli anni ’80 da Alvin Schwartz. I romanzi prendono spunto da storie del folclore locale americano, in cui si è formato lo stesso autore, e da leggende metropolitane che circolavano durante la sua infanzia. La trilogia di Schwartz è nota per essere una delle più in voga nella narrativa del terrore, affermandosi come un cult letterario americano, che ha avuto non pochi problemi con la censura statunitense.