Parte oggi la la 72ma edizione del Festival di Cannes, il cui programma presenta svariate pellicole interessanti e la presenza di star internazionali che si preparano a sfilare su uno dei red carpet più prestigiosi del cinema. Film d’apertura di questa edizione “The Dead Don’t Die” di Jim Jarmusch, per il quale c’è grande attesa.
Festival di Cannes 2019: amore, rivolta, romanticismo e politica
Amore, rivolta, romanticismo e politica: sono queste le parole chiave, a detta del direttore Thierrey Fremaux, del Festival di Cannes 2019, soprattutto per quel che concerne il programma della Selezione Ufficiale. Ed è proprio un film in Concorso a essere presentato in questa giornata dopo la cerimonia di apertura.
Tutto inizierà alle 19.30 quando le prime star sfileranno sul red carpet, inaugurando così la kermesse che ha scelto “The Dead Don’t Die” di Jim Jarmusch come prima pellicola di questa edizione.
“The Dead Don’t Die“, in uscita nelle sale italiane il prossimo 13 giugno con il titolo italiano “I morti non muoiono” è interpretato dalla camaleontica Tilda Swinton, affiancata da Bill Murray, Chloe Sevigny, Adam Driver e Selena Gomes.
Centreville è la città da cui parte tutto: strani fenomeni infatti disturbano la quiete dei cittadini. I lupi ululano, la luna cambia posizione, così come le ore del giorno e della notte si susseguono in modo imprevedibile. Anche gli animali non hanno un comportamento normale e nessuno riesce a spiegare questi strani fenomeni che turbano la vita di tutti i giorni, tanto che le notizie di cronaca lasciano gli scienziati sconcertati sulla realtà del momento.
Quel che nessuno poteva prevedere e che pericolosamente sta accadendo a Centerville è assurdamente drammatico: i morti si alzano dalle tombe e attaccano gli esseri umani: anche Jim Jarmusch è stato rapito dal fascino zombie e costringe i suoi personaggi alla battaglia per la sopravvivenza.
Jim Jarmusch: una commedia horror per un messaggio politico?
Tanta attesa dunque per una commedia horror realizzata da un autore di grande spessore come Jarmusch che ha realizzato un film – secondo le ipotesi del direttore del Festival – decisamente anti Trump, sapendo declinare il genere horror, ammorbidito da toni leggeri, in modo tale da renderlo un mezzo di denuncia. Capiremo dunque come la vena comica dei grandi interpreti del film sarà utilizzata per veicolare quelli che dovrebbero essere i messaggi di un regista che alla presentazione di “Paterson” aveva dichiarato di fare film intrisi più di sentimenti che di idee politiche.
Andrea Racca
14/05/2019