Recensione
Ploi – Recensione: on the road animato con protagonista un pulcino che ha paura di volare
Il nostro eroe è un pulcino di piviere, di nome Ploi, coraggioso ma ingenuo, curioso del mondo e pronto a impegnare mille risorse per mostrare il suo valore, intimorito come tutti dal terribile falco Shadow. Sarà proprio l’incontro con quest’ultimo che segnerà la sua vita e lo costringerà a superare i propri limiti.
Quello che affronterà il nostro pulcino è un singolare viaggio per un volatile che, non riuscendo a migrare con la sua famiglia, tenterà di trovare un riparo al caldo camminando.
“Ploi” è un film d’animazione che segue gli schemi canonici della cinematografia di genere, con il piccolo protagonista in difficoltà e lontano dagli affetti più cari, che deve cavarsela da solo in mezzo a tanti imprevisti. Si tratta di un film di formazione per piccoli spettatori che non dispiacerà neanche agli accompagnatori adulti.
Il tema della crescita è uno di quelli più gettonati nel cinema rivolto alle giovanissime generazioni e spesso, come in questo caso, intreccia più percorsi emozionali, dalla paura di rimanere soli, all’amicizia, al desiderio di superare i propri limiti, all’amore per la propria famiglia. “Ploi” riesce a declinarli tutti incuriosendo i piccoli spettatori.
Ploi: un film d’animazione ben costruito
“Ploi” è il terzo lungometraggio di Árni Ásgeirsson, dopo “Thicker Than Water” del 2006 e “Undercurrent” del 2010, frutto di una sinergia produttiva che ha coinvolto Islanda e Belgio, regalando ai realizzatori un immenso successo in patria, l’Islanda, dove il pulcino di piviere è una sorta di animale nazionale. Tradotto in seguito in diverse lingue, vanta doppiaggi d’eccellenza, come nella versione americana, che vede tra le voci quella di Sean Astin, protagonista indiscusso della trilogia de “Il signore degli anelli” nei panni del fidato Sam, Debbie Chazen e John Stamos.
Il regista riesce a tenere dritto il timone traghettando nelle sale un prodotto godibile, nonostante le vicende ruotino attorno a un tema più che sfruttato, grazie anche a personaggi ben definiti che coinvolgono i bambini, e ne rappresentano paure e voglia d’avventura.
A comporre le musiche Atli Örvarsson, che dopo aver militato con successo in un noto gruppo islandese, ha intrapreso la carriera di compositore cinematografico collezionando numerosi riconoscimenti e attestati di merito.
Daniele Battistoni
Trama
- Titolo originale: Ploey – Never Fly Alone
- Regia: Árni Ásgeirsson
- Cast: Jamie Oram, Harriet Perring, Iain Stuart Robertson, Richard Cotton, Thomas Arnold
- Genere: Animazione, colore
- Durata: 83 minuti, colore
- Produzione: Islanda, Belgio, 2028
- Distribuzione: Altre Storie
- Data di uscita: 21 novembre 2019
“Ploi” è una dolce storia di coraggio e di formazione capace di incantare e conquistare i cuori di grandi e piccini. Il film, diretto da Árni Ásgeirsson, segue le vicende di un pulcino, che non ha ancora imparato a volare al momento della migrazione autunnale, quando dovrà affrontare un lungo viaggio durante il glaciale inverno artico per ricongiungersi con la sua famiglia.
Ploi: un viaggio nei cieli dell’Islanda
Ploi è un pulcino di piviere che, in seguito alla morte del padre, viene brutalmente attaccato da un feroce falco di nome Shadow. Il trauma è talmente forte che il piccolo crede di non essere più in grado di volare, tanto da non riuscire a unirsi al suo stormo per la migrazione autunnale. Ploi però è un pulcino coraggioso che non si arrende di fronte alle avversità della vita. Decide così di partire in viaggio attraverso l’Islanda fino a “Paradise Valley” per ricongiungersi con sua madre e sua sorella Ploverina. Improbabili amicizie e innevati paesaggi invernali accompagneranno il piccolo Ploi nel suo viaggio verso la sua amata famiglia, durante il quale non mancheranno portentose avventure.
Ploi: l’animazione islandese
“Ploi” segna l’esordio nel genere d’animazione per il regista islandese Árni Ásgeirsson, già noto in patria per i film drammatici “Undercurrent” (2010) e “Thicker Than Water” (2006)”. La sceneggiatura è invece opera di un veterano del’intrattenimento islandese per bambini e ragazzi: Friðrik Erlingsson, anche autore di romanzi di successo come “Benjamin Dove” (1992), “Fish in the sky” (1998) e “Boy on the edge” (2012).
Il film è stato presentato fuori concorso nella 48esima edizione del Giffoni Film Festival ai jurors elements +6, riscontrando un discreto successo di pubblico.