Il regista Roberto De Feo, gli attori Francesca Cavallin, Ginevra Francesconi, Maurizio Lombardi, Justin Alexander Korovkin insieme al produttore Alessandro Usai e Massimilano Orfei della Vision Distribution hanno incontrato la stampa, in occasione della presentazione di “The Nest – Il nido“, un film gotico, marginalmente horror e dal risvolto sociale, già scelto per le Crazy Midnight al Festival di Locarno.
The Nest- Il Nido: un dramma familiare dal plot twist con finale alla Shyamalan
Il regista Roberto De Feo ha tenuto a sottolineare come la sua pellicola voglia mischiare il dramma di una madre crudele e del suo rapporto “ancestrale” con il figlio minorenne e paraplegico al film d’autore, con uno sguardo geometrico, i ritmi cadenzati e un cambio di genere nel finale, come in “Split“. Per De Feo “The Nest – Il Nido” è il sogno di una vita “un vero privilegio che ho realizzato grazie ad Usai ed alla Vision Distribution” .
Il regista ha aggiunto che il suo è un film atipico, non il classico film d’orrore con jumpscare e facce mostruose, bensì una storia con un impianto narrativo dall’impatto visivo internazionale, volutamente non riconoscibile come horror italiano.
Ha concluso affermando che il merito della godibilità e delle suggestioni visive si deve in particolar modo alla location fantastica, trovata casualmente googlando, un luogo sotto tutela della regione Piemonte, nel parco della Mandria “fuori dal tempo e dallo spazio, dove ogni ambiente ti racconta una storia diversa e sembra volerti parlare, in una dimensione magica”.
Poi è intervenuto Alessandro Usai, puntando di nuovo l’attenzione sull’importanza della “diversità del film” come idea fuori dagli schemi, in un filone amato dalla Colorado, che anni prima aveva aperto una linea editoriale chiamata “Colorado Noir”, avendo il genere già nelle sue corde.
‘The Nest- Il Nido: il difficile personaggio della mater dolorum e l’efficacia della musica
Ha poi preso la parola Francesca Cavallin che ha spiegato il suo personaggio, Elena, una madre dolorosa e militaresca, che ha abdicato femminilità e sensualità per creare questo Truman Show per suo figlio, a cui non è data la possibilità di uscire. L’attrice ha evidenziato lo stupore nell’apprendere l’importanza data dal regista all’emozione, cardine la richiesta di scegliere una musica per entrare al meglio nelle scene, lasciando che diventasse quasi essa stessa un personaggio.
A riguardo la Cavallin ha spiegato di aver sfrugugliato, per questo ruolo, lati torbidi ed oscuri della maternità e di avere chiesto al regista di tenerle lontano i bambini al di fuori delle scene, per aumentare il senso di distacco e incutere maggiore paura.
Dopo di lei il Mad Doctor della pellicola, Maurizio Lombardi, la figura più tradizionalmente gotica, ha spiegato di come la possibilità di fare certi film in Italia sia un vero invito a nozze “lasciandoti così tentare da questi personaggi, che ti danno un po’ la licenza di uccidere”.
Sono intervenuti anche i “piccoli” del lungometraggio, Ginevra Francesconi, che interpreta Denise, unico elemento di speranza che tenta di rompere questa gabbia contenuta del nido, e il giovane Samuel, interpretato da Justin Alexander Korovkin, per la prima volta sullo schermo, entrambi hanno detto di essersi divertiti e di avere imparato molto sul set.
Roberto De Feo ha concluso evidenziando come “The Nest – Il nido” altro non è che la storia della scoperta del mondo oltre il proprio nido e la scoperta dell’amore, un messaggio sul mondo esterno di oggi nel finale, partendo da un suo stato d’animo personale, perchè “se un regista vuole raccontare qualcosa, deve farlo prima per se stesso, poi per gli altri”.
Chiaretta Migliani Cavina
01/08/2019