Nella sala Petrassi dell’Auditorium di Roma, in occasione della presentazione del suo film “Motherless Brooklyn – i segreti di una città“, alla Festa del Cinema di Roma, Edward Norton e Gugu Mbatha-Raw hanno incontrato i giornalisti.
“Motherless Brooklyn”: una storia senza tempo
Norton, che ha scritto e diretto il film, oltre ad averlo interpretato nel ruolo di Lionel, un investigatore privato affetto dalla sindrome di Tourette, ha iniziato l’incontro soffermandosi sulla profondità della storia tratta dal bestseller di Jonathan Lethem. Ha parlato della sua attitudine alle sfide, sottolineando il fascino che presentava quel personaggio del romanzo, ritenuto ideale per una bella parte per se stesso, in un ruolo memorabile che lui ha voluto collegare alla “storia sociale di New York che presenta cose meravigliose, ma anche disfunzionali” e questo gli ha consentito un viaggio straordinario e profondo.
Ha poi preso la parola l’attrice protagonista, Gugu Mbatha-Raw e ha spiegato che, contrariamente ai noir canonici, dove generalmente è la donna che va salvata, qui è lei che salva lui. Ha poi raccontato di essersi innamorata fin da subito di quella figura, non una casalinga o una femme fatale, ma “una laureata in legge, un’attivista contro le discriminazioni razziali. Una danza delicata, ma anche tenera tra due personaggi che pensano di poter ottenere uno qualcosa dall’altro, in una società che emargina entrambi“. Infatti di lei stessa nel film, come donna nera in un momento in cui i neri venivano ghettizzati, tutti pensano che sia una semplice segretaria, mentre combatte per raggiungere il suo posto nella società. Un film storico, così lo ha definito l’attrice.
È poi intervenuto Norton per aggiungere che questo Lionel non è un investigatore tradizionale, non è il classico duro e lei lo trasforma in un essere umano non più passivo e lascia che lui acquisisca, in questo modo, una moralità.
Ha poi risposto alla domanda sulla costruzione dell’interpretazione di Lionel ricordando che per lui ogni personaggio è unico: “Io non ricollego le sfide di un personaggio a cose che ho fatto prima“. Anzi si è detto stimolato dalla caratteristica della sindrome di Tourette, che non presentando sintomi ben precisi, ma individuali e diversi per ogni essere umano, gli ha permesso di scegliere quelli che lo interessavano. Si è inserita poi Gugu ed ha continuato dicendosi ispirata dal suo incontro con tutti i grandi attori del film, focalizzandosi sul rapporto con Norton: “quando il tuo partner nel film è il tuo regista questo diventa un adattamento e rende la tua recitazione più intima e la affina. Ti senti insieme dentro la scena ed è una condivisione“.
L’emozione che si espande in musica
Viene poi sollevata da un giornalista la perplessità sulle polemiche con Spielberg e in merito a questo episodio Norton ha tenuto a fare delle precisazioni dicendo che non era affatto polemica, ma solo una conversazione privata. “Il giornalismo crea polemiche dove non ci sono” ha replicato.
Si è poi soffermato sulla domanda in merito all’importanza netta della colonna sonora nella sua pellicola, dicendo che la musica in questo film contempla tutte insieme le cose che lui ama e che tutti hanno accettato la sua idea di fusione tra diverse influenze e diversi stili. “David Pendleton è un talento straordinario, come Thom Yorke“. Riguardo sempre alla musica ha detto che nel libro esiste un passaggio bellissimo su quello che fa per la testa: “Un momento in cui il disturbo di Lionel si trasforma in una sensazione emotiva di piacere“.
In merito alla domanda sul parallelo politico tra la New York degli anni 50 e la situazione degli Stati Uniti ad oggi, su un possibile messaggio nel film contro lo status quo attuale ha precisato che non ha mai cercato di fare trucchetti e che ognuno è libero di vedere nel film quello che crede. Ha spiegato che l’esperienza che stiamo vivendo attualmente è in realtà senza tempo e che tutti, in qualsiasi parte del mondo, abbiamo “investito nell’idea che abbiamo messo il potere nelle mani del popolo, eppure c’è sempre una spinta in senso contrario e questo è qualcosa senza tempo e senza luogo, questo fluire e questi alti e bassi“.
Norton ha poi analizzato il rapporto nel film tra il suo personaggio e Gugu Mbatha-Raw, evidenziando come la componente più interessante risieda nel capire che “le difficoltà che ognuno incontra giorno dopo giorno non devono essere una scusa per restare passivi“, aggiungendo che le storie noir sono tendenzialmente ciniche, mentre lui ha voluto cambiare questo punto di vista.
Un giornalista ha domandato la posizione di Norton in merito ai grandi cambiamenti che ha operato sul romanzo e se li ha concordati con l’autore ed Edward ha confermato il suo stretto rapporto con Lethem e la sua volontà di dare una sfaccettatura diversa alla storia, raccontando così le sue visioni allo scrittore e le sue motivazioni in merito all’inserimento di personaggi nuovi, mantenendo uguale solo la parte iniziale fino all’assassinio di Minna e stravolgendo completamente il resto.
Ha precisato che Lethem è un grande studioso e conoscitore del cinema e che la storia è sul personaggio. Ha concluso la conferenza dicendo: “Io ho puntato a mantenere il nucleo emotivo portandolo a vivere una nuova avventura in una situazione politica più profonda“.
Il film uscirà nelle sale il 7 novembre 2019 ed è stata la pellicola di apertura della Festa del Cinema di Roma.
Chiaretta Migliani Cavina