Biografia
Regista, sceneggiatrice e produttrice cinematografica statunitense, Kathryn Bigelow è stata la prima donna a vincere il Premio Oscar al miglior regista, nel 2010 con il film “The Hurt Locker” di cui era anche produttrice; artista ‘avanguardista’, bella e intelligente, il suo animo coraggioso e temerario l’ha resa tra le più amate e odiate di Hollywood, fino a trasformarla in un vero fenomeno di culto.
Kathryn Bigelow, la prima regista donna ad aver vinto un Oscar
(San Carlo, 27 Novembre 1951)
Kathryn Bigelow, nata il 27 novembre 1951, a San Carlos in California, è una regista americana, conosciuta soprattutto per l’originalità dei suoi film d’azione.
Nata in una famiglia della classe media, la Bigelow comincia a studiare arte a San Francisco, prima di ricevere una prestigiosa borsa di studio dal Whitney Museum.
Negli anni Settanta decide di lasciare gli studi di belle arti e dedicarsi al cinema, riuscendo a farsi ammettere nell’ancor più prestigiosa Columbia University, a New York. Fin dall’inizio si interessa ai film di genere, anche se in modo innovativo e critico.
Temi controversi e personaggi femminili forti: il cinema avanguardista di Kathryn Bigelow
Il suo corto di esordio, “The Set-Up” (1978), è una specie di riflessione sull’action movie, mentre il suo primo lungometraggio “The Loveless” (1982), parla di una banda di motociclisti.
Nel 1987 la regista dirige “Il buio si avvicina”, uno strano horror con vampiri, ambientato nel West. La pellicola viene apprezzata dalla critica e gode di un buon successo di pubblico.
L’inizio degli anni Novanta risulta essere un periodo d’oro per la Bigelow, che intanto ha una relazione con James Cameron, che diventerà presto suo marito. Il successivo “Blue Steel – Bersaglio mortale” (1990), è un poliziesco innovativo, che ha per protagonista un’inedita Jamie Lee Curtis, nel ruolo di una poliziotta sospesa dal servizio dopo una sparatoria. Una cifra caratteristica della Bigelow è proprio quella di mettere in scena personaggi femminili forti.
Il ‘Punto di rottura’, al cinema come da James Cameron
In “Point Break – Punto di rottura” (1991) dirige Patrick Swayze e Keanu Reeves, quest’ultimo nei panni di un agente speciale che si infiltra in una banda di surfisti-criminali, facendosi coinvolgere nel loro stile di vita sopra le righe. Il film, apprezzato negli USA, apre la strada al progetto di “Strange Days” (1995), probabilmente il lavoro più ambizioso della regista, che intanto ha divorziato da Cameron.
“Strange Days” è un thriller fantascientifico ambientato nel futuro prossimo, quando una tecnologia innovativa permette di registrare le sensazioni e i pensieri delle persone. Con un gran dispiego di effetti speciali e con un cast che include Ralph Fiennes e Angela Bassett, la pellicola, densa di riflessioni meta-cinematografiche, assurge allo status di cult in Europa, tanto da essere citato nel titolo di una canzone di Franco Battiato. Il risultato al botteghino, specialmente negli USA, è però deludente e il periodo di fama della Bigelow sembra al tramonto.
L’Oscar con “The Hurt Locker”
Nessuno dei lavori successivi, “Il mistero dell’acqua” (2000), un cupo thriller psicologico ambientato su una piccola isola, e “K-19” (2002), un film d’azione con Harrison Ford ambientato in un sottomarino nucleare sovietico, riesce a farle riguadagnare i favori del box office, nonostante si tratti indubbiamente di opere interessanti e ben realizzate.
Nel 2008 la Bigelow ha presentato in concorso a Venezia la sua ultima fatica: “The Hurt Locker”, ricostruzione della guerra in Iraq dal punto di vista di un artificiere in perenne lotta contro gli ordigni piazzati dai terroristi. Il lungometraggio ha ottenuto il favore del pubblico e l’interesse della stampa americana, visto anche il tema scottante, tanto che agli Oscar 2010 si è aggiudicato ben 6 statuette (miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro, miglior regista e miglior film), sbaragliando il diretto rivale, “Avatar” dell’ex marito Cameron.
La buona stella di Kathryn Bigelow l’accompagna anche per “Zero Dark Thirty”, la conferma il suo innato talento
Quattro anni dopo, nel 2012, torna nelle sale con “Zero Dark Thirty”, titolo che nel gergo militare significa “mezzanotte e mezzo”, l’ora in cui scattò il blitz che nel maggio 2011 portò all’uccisione di Osama Bin Laden. Protagonista è la giovane agente della CIA Maya, alias una bravissima Jessica Chastain, ossessionata dal caso da ben otto anni.
Ottima l’accoglienza della critica, nonostante le polemiche per le forti scene di torture inflitte ai prigionieri, tanto che la Bigelow è di nuovo una delle protagoniste assolute degli Academy Awards 2013. Cinque le nomination ricevute da “Zero Dark Thirty”, tra cui quelle per il Miglior Film e per la Miglior Attrice Protagonista, ma soltantgo Paul N.J. Ottosson porterà a casa la statuetta per il Miglior Montaggio Sonoro.
Dopo una pausa di cinque anni dal successo di “Zero Dark Thirty”, la regista torna sugli schermi nel 2017 con Detroit, incentrato sui violenti scontri avvenuti nella metropoli americana nel luglio 1967. Il film viene accolto positivamente dalla critica e viene presentato in anteprima lo stesso anno al Festival del Cinema di Roma.
Fabio Benincasa
Filmografia
Kathryn Bigelow Filmografia
- Set-Up (cortometraggio) (1978)
- The Loveless (1982)
- Il buio si avvicina (1987)
- Blue Steel – Bersaglio mortale (1990)
- Point Break – Punto di rottura (1991)
- Wild Palms (miniserie TV) (1993)
- Strange Days (1995)
- Il mistero dell’acqua (2000)
- K-19 (2002)
- Mission Zero (cortometraggio) (2007)
- The Hurt Locker (2008)
- The Miraculous Year (Film TV) (2011)
- Zero Dark Thirty (2012)
- Detroit (2017)