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Juliette Binoche

Biografia

Juliette Binoche è una tra le migliori attrici francesi che ha vinto i maggiori premi di interpretazione nei principali festival europei e che nel 1997 vinse l’Oscar alla migliore attrice non protagonista e il Premio BAFTA. Ha inoltre ricevuto tre candidature ai Golden Globe e vinto un Premio César, un National Board of Review of Motion Pictures e tre European Film Award.

Juliette Binoche, la delicatezza del chocolat francese nel mondo

(Parigi, 9 Marzo 1964)

Juliette Binoche seduta

Di una bellezza eterea che sembra non esaurirsi nemmeno con gli anni, Juliette Binoche ha regalato al pubblico di tutto il mondo l’eleganza di interpretazioni poliedriche, attraverso autori del calibro di Kieslowski e Michael Haneke.

Juliette Binoche nasce a Parigi nel 1964. Figlia d’arte, studia alla Scuola Nazionale di Arte Drammatica della capitale francese. Grazie al suo fascino d’altri tempi, discreto e decisamente resistente nel tempo, dopo aver fatto la commessa e la modella per un pittore, a soli 23 anni, attira l’attenzione della critica internazionale e soprattutto statunitense con “L’insostenibile leggerezza dell’essere” (1988) di Philip Kaufman .

I successi iniziali sul grande schermo

Nel 1991 torna in Francia e gira il suo secondo film di successo “Gli amanti del Pont-Neuf”, dove interpreta Michéle, una studentessa d’arte, logorata da una brutta malattia degenerativa, che sceglie di scappare di casa e vivere per la strada. E’ lì che ha inizio l’appassionata e tormentata storia d’amore con Alex (Denis Lavant), clochard e artista di strada, che conquisterà i critici di tutto il mondo. “Gli amanti del Pont-Neuf” viene presentato al Festival di Cannes e passa alla storia come il film francese più dispendioso di quegli anni, anche se la Binoche ricorderà il periodo della lavorazione soprattutto per la liaison con il regista Leos Carax, nata proprio sul set del film.

L’anno seguente sarà Cathy in uno dei più famosi adattamenti del capolavoro della letteratura “Cime tempestose” di Emily Bronte, quello firmato da Peter Kosminsky, al fianco di Ralph Fiennes nel ruolo del travagliato Heatcliff. Nello stesso 1992, la bellezza di Juliette Binoche, fino ad allora definita eterea ed innocente, diventa più aggressiva e prorompente nell’interpretazione di “Il danno” di Louis Malle, a fianco di Jeremy Irons.

L’anno successivo recita in “Tre colori: film blu”, di Krzysztof Kieslowski prima parte della Trilogia dei colori, apparendo in piccole parti anche nei successivi (“Tre colori: film bianco” e “Tre colori: film rosso”, entrambi del 1994). In questa pellicola offre una delle sue migliori prove e, dopo numerose nomination, ottiene ben due premi: la Coppa Volpi come Miglior Interprete Femminile e il premio César come Miglior Attrice.

Il ritiro dalle scene e il grande ritorno

Nel 1994 si concede una pausa dalle scene per dare alla luce il figlio Raphael. Con l’acclamatissimo “Il paziente inglese” (1996) di Anthony Minghella vince inaspettatamente (dichiarerà, infatti, di non essersi preparata alcun discorso pensando che l’ambito riconoscimento sarebbe andato all’altra candidata) il premio Oscar come Miglior Attrice non Protagonista. Sebbene venga realmente consacrata come star internazionale, non smette di frequentare gli autori francesi.

Nel 2000 la troviamo nei panni dell’accattivante Vianne, padrona di una cioccolateria in “Chocolat”, dove duetta con l’affascinante zingaro, Johnny Depp e ne “L’amore che non muore” con Daniel Auteuil. Il nuovo millennio la rende madre della secondogenita, Hannah. Oltre ai suoi due figli naturali, l’attrice adotta a distanza cinque bambini cambogiani. Segue il film “Jet Lag” a fianco di Jean Reno, in cui si cala nel ruolo di una truccatrice chiacchierona.

Nel 2005 uno dopo l’altro è sul set di “Niente da nascondere” di Michael Haneke conil quale ha già lavorato in “Storie – Racconto incompleto di diversi viaggi” (2000), e “Mary” di Abel Ferrara. Da segnalare anche la sensuale interpretazione in “Complicità e sospetti” (2006) come amante di Jude Law, dove è ancora diretta da Minghella. L’anno seguente oltre a lavorare in “L’amore secondo Dan”, posa nuda per Playboy, rivelando di voler avere il coraggio di interpretare il suo corpo.

Ancora film per il grande schermo

A confermare la poliedricità di quest’artista, dopo l’inaugurazione di una mostra di quadri, nel 2008 assistiamo al suo riuscito approccio alla danza con Akram Khan, quotatissimo esponente del panorama del teatro-danza, in un passo a due “In-I”, con il quale gira il mondo. Il 2008 la vede protagonista di uno spaccato di vita contemporanea in una complessa metropoli dei nostri giorni, siamo sempre in Francia, con il regista Cédric Klapisch gira “Parigi“. Nel 2009 è la volta di “Summer Hours” di Olivier Assayas. Insieme a William Shimell, nel 2010 è protagonista dell’ultima pellicola del grande regista israeliano Abbas Kiarostami “Copia conforme” girato in Toscana.

Il 2011 la vede sul set di “Son of No One” di Dito Montiel, mentre l’anno successivo è diretta da David Cronenberg nell’adattamento del romanzo di Don DeLillo, “Cosmopolis” (2012).

Nel 2013 e nel 2014 la sua attività cinematografica continua in maniera intensa passando dal dramma “Camille Claudel 1915” di Bruno Dumont alla commedia romantica “Words and Pictures”, per la regia di Fred Schepisi, per finire con un classico hollywoodiano rivisitato da Gareth Edwards: “Godzilla“. Nel 2015 recita nel film “L’attesa“, diretta da Piero Messina, per il quale riceve una candidatura al David di Donatello per la migliore attrice protagonista 2016.

Enrica Nocera

Filmografia

Juliette Binoche Filmografia – Cinema

Juliette Binoche nero

  • Liberty belle, regia di Pascal Kané (1983)
  • Il libro di Maria, regia di Jean-Luc Godard (1985)
  • Les Nanas, regia di Annick Lanoë (1985)
  • Vita in Famiglia, regia di Jacques Doillon (1985)
  • Adieu blaireau, regia di Bob Decout (1985)
  • Rendez-vous, regia di André Téchiné (1985)
  • Le Meilleur de la vie, regia di Renaud Victor (1985)
  • Mon beau-frère a tué ma sœur, regia di Jacques Rouffio (1986)
  • Rosso sangue, regia di Leos Carax (1986)
  • L’insostenibile leggerezza dell’essere, regia di Philip Kaufman (1988)
  • Un tour de manège, regia di Pierre Pradinas (1989)
  • Gli amanti del Pont-Neuf, regia di Leos Carax (1991)
  • Cime Tempestose, regia di Peter Kosminsky (1992)
  • Il danno, regia di Louis Malle (1993)
  • Tre colori: Film Blu, regia di Krzysztof Kieœlowski (1993)
  • Tre colori: Film Bianco, regia di Krzysztof Kieœlowski (1994)
  • Tre colori: Film Rosso, regia di Krzysztof Kieœlowski (1994)
  • L’ussaro sul tetto, regia di Jean-Paul Rappeneau (1995)
  • Un divano a New York, regia di Chantal Akerman (1996)
  • Il paziente inglese, regia di Anthony Minghella (1996)
  • Alice e Martin, regia di André Téchiné (1998)
  • I figli del secolo, regia di Diane Kurys (1999)
  • L’amore che non muore, regia di Patrice Leconte (2000)
  • Storie – Codice sconosciuto, regia di Michael Haneke (2000)
  • Chocolat, regia di Lasse Hallström (2000)
  • Eloge de l’amour, regia di Jean-Luc Godard (2001)
  • Jet Lag, regia di Danièle Thompson (2002)
  • In My Country, regia di John Boorman (2003)
  • Niente da nascondere – Caché, regia di Michael Haneke (2005)
  • Parole d’amore, regia di Scott McGehee e David Siegel (2005)
  • Mary, regia di Abel Ferrara (2005)
  • Paris, je t’aime, regia di Nobuhiro Suwa (2005)
  • Qualche giorno a Settembre, regia di Santiago Amigorena (2006)
  • Complicità e sospetti, regia di Anthony Minghella (2006)
  • L’amore secondo Dan, regia di Peter Hedges (2007)
  • Parigi, regia di Cédric Klapisch (2008)
  • Summer Hours, regia di Olivier Assayas (2009)
  • Copia conforme, regia di Abbas Kiarostami (2010)
  • The Son of No One, regia di Dito Montiel (2011)
  • Cosmopolis, regia di David Cronenberg (2012)
  • Camille Claudel 1915, regia di Bruno Dumont (2013)
  • Words and Pictures, regia di Fred Schepisi (2013)
  • Godzilla, regia di Gareth Edwards (2014)
  • Sils Maria, regia di Olivier Assayas (2014)
  • The 33, regia di Patricia Riggen (2015)
  • Nobody Wants the Night, regia di Isabel Coixet (2015)
  • L’attesa, regia di Piero Messina (2015)
  • Nadie quiere la noche, regia di Isabel Coixet (2015)
  • The 33, regia di Patricia Riggen (2015)
  • L’attesa, regia di Piero Messina (2015)
  • Ma Loute, regia di Bruno Dumont (2016)
  • Ghost in the Shell, regia di Rupert Sanders (2017)
  • Telle mère, telle fille, regia di Noémie Saglio (2017)
  • Un beau soleil intérieur, regia di Claire Denis (2017)

Televisione

  • Fort bloqué, regia di Pierrick Guinard (Film TV) (1983)
  • Dorothée, danseuse de corde, regia di Jacques Fansten (Film TV) (1983)
  • Donne e Uomini 2, regia di Walter Bernstein, Mike Figgis e Kristi Zea (Film TV) (1991)
Juliette Binoche

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