Oggi in una sala dedicata dell’Hotel St. Regis a Roma i doppiatori italiani, la sceneggiatrice, i registi e la produzione hanno risposto alle domande di una platea di giornalisti riguardo a “Frozen 2 – Il segreto di Arendelle”.
Frozen 2 – Il segreto di Arendelle: l’amore che trionfa su tutto
Viene aperto l’incontro soffermandosi sulla sfida impossibile che è stata la realizzazione di un secondo capitolo di “Frozen” “quando l’impossibile diventa possibile”. Jennifer Lee, co-regista e sceneggiatrice, ha preso la parola. “Abbiamo cominciato perché le protagoniste sono affascinanti e c’era ancora tanto da dire. Non abbiamo pensato a “Frozen” il primo, ma solo a essere fedeli a questi personaggi”, immaginando così il futuro di queste sorelle, caratterizzate soprattutto da una grande forza che sarebbe potuta andare ovunque.
Ha poi proseguito l’altro regista, Chris Buck, entrando nel vivo dello sviluppo. “Con la musica abbiamo cercato di fare in modo che questo film fosse un secondo atto di un musical di Broadway. Nel primo abbiamo costruito i personaggi e nel secondo li abbiamo approfonditi”.
Una giornalista ha poi chiesto a chi fosse stata affidata la realizzazione dei vestiti splendidi che indossano Elsa e Anna e Buck ha esaltato il lavoro dei loro costumisti e degli assistenti, e la loro grande capacità di creare, che “con con enorme talento li hanno disegnati”.
Elsa e Anna, ha poi spiegato Buck, “hanno 4 nuovi costumi ciascuna, ma ne abbiamo esaminati 50 per azzeccare quelli giusti e ci sono serviti per vedere come le protagoniste sono maturate nel tempo”.
È poi stata aperta una discussione sull’nfluenza di “Il mio vicino Totoro“, di cui Jennifer Lee ha dichiarato di avere il poster. La regista ha raccontato di avere scelto quel poster molto tempo prima di iniziare a lavorare alla Disney e si è concentrata su come questo poster sia stato importante per i suoi figli, mentre lei si è detta rapita da Cenerentola, di cui Elsa e Anna sono la naturale evoluzione “per la loro capacità di non arrendersi mai, mettendo il loro affetto reciproco al primo posto e queste sono, al momento, le certezze a cui si affidano i giovani”.
Viene poi analizzato il ruolo di capo animazione di Buck, che non è solo un semplice regista, ma ha raccolto la pesante eredità di Lassiter e su questo difficle seguito si è soffermata la stampa. Buck ha raccontato allora che Lassiter “oltre ad accompagnarmi, ha messo su una equipe fantastica” e in questa complessa fase di transizione hanno cercato di ascoltarsi molto al fine di trovare il loro nuovo percorso, aiutati anche dalle parole di John sul futuro di questo film, da lui già analizzato prima di andarsene. “La chiave è giocare l’uno sulle spalle dell’altro e avere un rapporto stretto” conclude il regista.
L’evoluzione dell’umanità
Personaggi come Elsa e Anna hanno rappresentato la chiave del successo, mostrando la forza delle donne al mondo e in questo i cartoni sono molto più avanti della storia in carne ed ossa. In merito Jennifer Lee ha chiarito che “non possiamo uscire da un mondo nel quale siamo stati trasportati e siamo quindi partiti dall’amore dentro l’amore, l’amore familiare. Queste due donne hanno a che fare con il portare sulle spalle le responsabilità senza pensare all’amore romantico che ci salva da tutto”.
Personaggi come questi, che non abbandonano mai la lotta, hanno ispirato fortemente il seguito, dando vita a temi molto densi e importanti, perfettamente calati nell’architettura complessa attuale.
Buck si aggiunge in questo fil rouge sottolineando che “siamo parte del mondo e lo ascoltiamo e lo iniettiamo nel complesso di questo film” restando aderenti a tutto quello che accade al giorno d’oggi. “Noi prendiamo sul serio il potere di questo mezzo, delle persone e del messaggio di speranza ed ispirazione che manda”.
Peter Del Vecho, il produttore, ha chiarito che “Elsa e Anna hanno un’eco così grande nel mondo proprio perché le loro coscienze sono correlate e ci sentiamo in connessione con loro”. Fil rouge della pellicola è l’eterna lotta tra amore e paura, ha evidenziato J. Lee e “la situazione è sfaccettata, basta vedere queste due donne come affrontano il passato e il peso delle loro responsabilità”.
Una giornalista ha aperto una riflessione sulle due facce della natura mostrate nel film e ha chiesto la possibilità di un messaggio reale sul come relazionarci con essa nella nostra condizione odierna. Buck ha replicato affermando “non siamo predicatori, ma vediamo come Elsa ha connessione con l’acqua, con il vento, l’aria e la terra e questo è il messaggio da adottare, tutti dobbiamo fare uno sforzo per questa connessione”
La natura come specchio dei nostri errori
Viene poi chiesto ai doppiatori quanta parte del narrato ha influenzato il loro ingresso in questo mondo. Serena Rossi, che dona la sua voce ad Anna, ha raccontato l’orgoglio nel dare l’anima a questo personaggio, “alla sua forza, all’amore e alla fragilità. La cosa più commovente è che l’amore ci consente di salvarci ed è bello confrontarsi con il proprio passato per farci capire chi siamo dentro e consentirci così di andare avanti”. Ha poi esternato la sua emozione, dicendosi mossa dentro da questo mondo di cose coinvolgente e vero. Nonostante la condizione dei doppiatori sia difficile, in quanto pur essendo in una sala buia, il loro compito è far rivivere sullo schermo quanto accade. Ma tutto questo diventa facile quando, come in questo caso, vieni turbata e commossa.
Ha poi preso la parola Brignano e ha raccontato di come sia arrivato a questo per caso, anzi, con grande scetticismo di fronte alla richiesta di doppiare un pupazzo di neve Disney, completamente impreparato e ignorante in merito al lato emozionale che lo avrebbe coinvolto. Questo “mi ha cambiato e sconvolto. Sapere che facevo questo ruolo anche per mia figlia che sta tutto il santo giorno a cantare la canzone di Olaf. Un pupazzo di neve in eterno permafrost che non ha coscienza di niente, ma ama i caldi abbracci. Ripetere queste avventure straordinarie dopo 6 anni mi ha devastato emozionalmente”.
Brignano si è detto basito “dal tempo che abbiamo impiegato a proferire parola dopo la visione del film”, sentendosi completamente avvolti da un mondo passato nel tempo, che risale all’infanzia e che va a toccare corde importanti, che troppo spesso si dimenticano. Ha proseguito “sono orgoglioso, onorato, felice ed emozionato di vederlo con mia figlia Martina”.
Sangiorgi invece ha raccontato di averlo fatto per amore e per vendetta. L’amore per sua figlia Stellina che, con la sua voce, dovrà pensare che suo padre è ovunque, e per vendetta, ricollegandosi alle ore in cui, in macchina, per un periodo eterno di tempo è stato costretto a sentire la colonna sonora del primo “Frozen”. E ora “sono felice di vendicarmi di questi ascolti infiniti entrando nelle loro orecchie e massacrandoli”.
Viene poi aperta una parentesi sulla bellezza degli effetti speciali presenti in questo seguito e Peter Del Vecho si è soffermato, in particolare, sul cavallo d’acqua. Rappresentare un cavallo che si vedesse dentro e fuori dell’acqua è stata una grande sfida. Ha poi ricordato anche la piccola salamandra di fuoco, gli spiriti del vento e i giganti della terra e Jennifer Lee lo ha ringraziato per avergli permesso di sfidare le loro stesse aspettative.
Viene poi sollevata una domanda sul possibile inserimento, di cui si vociferava insistentemente, di una storia omosessuale per Elsa e la Lee ha spiegato di averci dovuto rinunciare per “concerntrarsi sul conoscere meglio Elsa, in un momento in cui sta cercando di gestire il suo enorme potere insieme all’amore per la sorella” e ha sottolineato che più di questo non si poteva fare.
In merito ai personaggi maschili, visti come la parte più debole della pellicola, Buck ha evidenziato che non sono loro i veri protagonisti e “ogni volta che ci allontaniamo da Anna ed Elsa ci si distrae”. Anche Jennifer Lee ha spiegato che in un film non si può trovare di tutto e ” qui parliamo delle sorelle, ma gli uomini sono in qualche modo degli eroi, anche i cattivi”.
Tra i vari temi, il messaggio più incisivo è quello di riparare ai torti della generazione precedente, coinvolgendo le nuove che sono chiamate a riparare un qualcosa di cui non hanno colpa e viene chiesto se questa non è una chiamata troppo onerosa per i giovani che vedranno la pellicola. Jennifer Lee a quel punto ha risposto evidenziando che “i bambini in realtà sono più svegli di noi ed Elsa e Anna fanno le cose giuste per riparare agli sbagli del passato. Questa è una questione di aspirazioni e ci si concentra più sulle speranze che sulle preoccupazioni e i bambini riescono meglio in questo”.
Hanno concluso, intervenendo sulla curiosità popolare in merito a “Frozen 3” e ricordando che realizzare questo seguito è stato come correre una vera maratona e quindi il loro scopo attuale è rilassarsi, dando appuntamento a tutti per riparlarne tra un anno almeno. Il messaggio è di godersi questa pellicola come una vera evoluzione del primo viaggio.
Chiaretta Migliani Cavina
12/11/2019