Oggi a Roma hanno presenziato alla conferenza stampa della serie Netflix “Luna Nera” il cast, la regia, le sceneggiatrici e i produttori.
Luna Nera: una produzione particolare
Felipe Tewes ha esordito, prendendo la parola per Netflix, con una considerazione su come il fantasy sia un incredibile mezzo per descrivere un periodo storico oscuro in maniera nuova, che riuscisse a restituire qualcosa ai protagonisti. “Luna Nera” è infatti per lui una serie audace nel modo in cui i suoi personaggi trovano nuova forza grazie all’immaginazione di chi l’ha creata.
Domenico Procacci, di Fandango, ha definito la serie una sfida perché la sua compagnia non è famosa per il fantasy. Procacci si è detto però molto contento di aver prodotto “Luna Nera”, affermando che all’interno della cultura europea, soprattutto quella italiana, ci sono tanti elementi narrativi (come le streghe) che vengono spesso “sottratti” per essere raccontati da altri. Questa invece è un’opera tutta italiana.
Il dialogo è passato poi alle sceneggiatrici, ponendo l’accento su quanto sia stato interessante dare voce a donne che furono perseguitate e di cui non si sa niente attraverso il pretesto del fantasy. Francesca Manieri ha spiegato come la scommessa più interessante della serie sia il processo che impianta una narrazione di stampo naturalistico sul genere fantasy.
Tiziana Triana, l’autrice del romanzo omonimo da cui prende spunto “Luna Nera”, ha detto che ovviamente libro e serie sono diversi su più linee, ma sono anche accomunati dalla volontà di dare visibilità a un patrimonio italiano raccontato perlopiù solo dal mondo anglosassone. Triana ha poi aggiunto che se ci si sforzasse di ripercorrere il passato con maggiore onestà si capirebbe meglio il presente.
Luna Nera: la parola alle registe
Francesca Comencini ha preso la parola dicendo che, per poter lavorare meglio al fantasy, è stato utile pensare che non c’è niente di più magico della realtà e del patrimonio appartenente soprattutto al femminile, ovvero nascita, malattia, morte. La magia può quindi nascere tra le pieghe della realtà e può essere occasione di riscatto per le donne di “Luna Nera”, che non sono solo vittime ma anche persone con una loro forza.
Susanna Nicchiarelli ha espresso il desiderio di comunicare al grande pubblico contenuti seri e importanti come la persecuzione delle streghe, la paura del diverso, l’ignoranza e la conoscenza. Paola Randi ha poi lodato l’ambiente di lavoro in cui si sono trovati tutti, spiegando che non è stato chiesto loro di uniformarsi, ma è stato invece valorizzato il background di ognuno.
Alla domanda su come mai le streghe siano una figura così persistente nell’immaginario collettivo, Comencini ha commentato che sono state riprese negli anni Settanta dal femminismo perché sono donne libere e ribelli, non conformi alle forme che ci si aspetta una donna dovrebbe essere. Sono vecchie, non hanno un uomo accanto, non fanno nessun passo indietro. Per la regista rappresentano la più grande utopia del nostro tempo, ovvero la coesistenza tra uomini e donne senza che gli uomini cedano alla tentazione del dominio e le donne a quella della sottomissione.
Gaia Sicolo
28/01/2020