Recensione
Permette? Alberto Sordi – Recensione: una commedia che racconta le sconfitte
Il nuovo biopic diretto da Luca Manfredi racconta la nascita del mito di Alberto Sordi, ma lo fa concentrandosi non tanto sui suoi successi, quanto sulle porte in faccia ricevute, di fronte alle quali però l’attore romano non si è mai arreso.
In tal senso il titolo “Permette? Alberto Sordi” rinvia proprio all’insistenza del giovane aspirante attore nel perseguire i propri sogni, senza mai abbandonare il suo modo di fare frutto di un’ironia un po’ cattiva, tipicamente fanciullesca, che inizialmente non venne apprezzata.
Dopo essere stato cacciato dall’accademia di recitazione milanese per il suo accento romanesco, il diciottenne Alberto, ferito nell’orgoglio e nell’amore per la sua città, risponde all’insegnante che lo ha espulso dicendo che andrà alla stazione dove si trova l’unica cosa bella di Milano: il treno per tornare a Roma.
In realtà le cose non andranno molto meglio con il suo ritorno nella Capitale, dove riesce a ottenere soltanto qualche parte come comparsa presso gli studi di Cinecittà. Tra i rifiuti ricevuti spicca anche quello di Vittorio De Sica, che il ragazzo importuna ogni volta che gli capita l’occasione per chiedergli una parte nei suoi film.
Ma sarà proprio un consiglio del regista a spingerlo a fare i primi passi da protagonista nel mondo del cinema, anche se in maniera inaspettata. Verrà infatti scelto come doppiatore di una star del cinema comico: Oliver Hardy, in arte Ollio.
Un artista innamorato del suo lavoro
Il successo in questo ambito lo porta a lavorare anche in radio, ma questo a Sordi non basta: il suo desiderio principale è diventare un vero attore, e metterci non soltanto la voce ma anche la faccia. Proprio quel faccione che all’inizio non convinceva i registi e che poi è diventato invece uno dei più conosciuti d’Italia.
La determinazione di realizzare il proprio sogno lo spinge a dedicarsi con grande devozione al lavoro, mettendo da parte però la possibilità di crearsi una famiglia tutta sua. Il suo cuore infatti resterà diviso per sempre tra due grandi amori: la recitazione e la famiglia d’origine.
Vivrà comunque un’importante e lunga storia d’amore con l’attrice Andreina Pagnani, ma soprattutto sarà legato da uno stretto rapporto d’amicizia con un altro grande maestro del cinema italiano: Federico Fellini.
Come raccontato dallo stesso regista durante la conferenza stampa, l’obiettivo del film è stato quello di mostrare la persona oltre il personaggio, e in questo il lavoro di Manfredi è ben riuscito. Il regista infatti confeziona un ritratto dolce di un’icona della cultura italiana, e non a caso il film si conclude con il celebre filmato tratto da “Un americano a Roma” in cui addenta i suoi amati ‘maccaroni’.
Alberto Sordi e Federico Fellini, due giovani sognatori come tanti
Risulta interessante inoltre la scelta di raccontare il mito prima della sua nascita, chiudendo il film quando la sua fama viene consacrata. I fallimenti artistici, ma anche sentimentali, infatti, raccontano forse di più di una persona rispetto ai suoi successi. Dunque se l’intento è quello di far scoprire questa figura alle generazioni più giovani, questa scelta potrebbe risultare quella vincente.
Inoltre, nonostante le difficoltà e alcune perdite importanti, il biopic mantiene un tono sempre molto divertente, grazie anche all’ausilio di un buon cast che è chiamato a prestare il volto a grandi nomi del cinema italiano. Oltre ai già citati Fellini e De Sica, compare infatti un simpaticissimo Aldo Fabrizi. Anche se a volte l’interpretazione di Pesce scivola un po’ nella macchietta, risultando con i suoi modi di fare e le espressioni più vicina ai personaggi di Sordi, piuttosto che all’uomo che c’era dietro.
Sicuramente si sarebbe potuto osare ancora un po’ di più e magari mostrare un lato meno edulcorato e fanciullesco dell’attore, ma il film risulta comunque molto piacevole e offre uno sguardo intimo con cui guardare un volto così conosciuto.
Inoltre “Permette? Alberto Sordi” ha il pregio di raccontare non soltanto la vita dell’attore romano, ma di mostrare sullo sfondo anche il mondo dello spettacolo italiano tra gli anni ‘40 e ‘50, con i giovani come sempre alla ricerca, difficile, della strada per realizzare i propri sogni. Alla fine lo spettatore sa bene ci riusciranno, ma qui quei volti celebri ci vengono mostrati nel periodo precedente, quando erano più fragili e insicuri, e venivano rifiutati. E proprio per questo li sentiamo molto più vicini a noi.
Maria Concetta Fontana
Trama
- Regia: Luca Manfredi
- Cast: Edoardo Pesce, Pia Lanciotti, Alberto Paradossi, Pasquale Petrolo, Paola Tiziana Cruciani, Luisa Ricci, Michela Giraud, Paolo Giangrasso, Giorgio Colangeli
- Genere: Biografico, colore
- Durata: 104 minuti
- Produzione: Italia, 2020
- Distribuzione: Altre Storie
- Data di uscita: 24 febbraio 2020
Con “Permette? Alberto Sordi” il regista Luca Manfredi esplora l’ascesa al successo di uno dei più celebri attori italiani.
Permette? Alberto Sordi: una scalata verso le stelle
La carriera attoriale di Alberto Sordi non inizia nel modo in cui forse ci si aspetta, col senno di poi, per quel che riguarda un interprete così famoso e benvoluto. Il giovane Sordi, infatti, ben prima dell’essere stato consacrato agli allori del cinema, viene espulso dall’Accademia di Recitazione dei Filodrammatici a Milano a causa del suo uso costante della parlata romana.
Affatto scoraggiato da questa decisione, Sordi decide di tornare nella sua città e cercare di farsi conoscere lì, scelta che si rivelerà quella giusta per lui. A Roma, infatti, riesce a imporsi come doppiatore di Oliver Hardy in “Stanlio e Ollio” e crea il personaggio di Mario Pio, con cui fa faville al Varietà e alla Radio.
Grazie a tutte queste performances di successo, viene notato dall’allora altrettanto giovane Federico Fellini, futuro luminare della regia italiana. Tra i due nasce subito una profonda amicizia, che porterà poi a un sodalizio artistico fruttuoso.
Cast e produzione
L’onore e l’onere di interpretare un grande come Alberto Sordi è andato a Edoardo Pesce, noto per i suoi ruoli in “Non sono un assassino” (2019) e “Il colpo del cane” (2019), nonché un altro biopic importante, “Mia Martini – Io sono Mia” (2019).
A prestare il volto alla compagna di Alberto Sordi, Andreina Pagnani, è Pia Lanciotti, apparsa in “La Dea Fortuna” (2019) e “The Gerber Syndrome: Il contagio” (2011).
Il film è distribuito sul territorio da Altre Storie.