Recensione
Il Commissario Montalbano – Salvo amato, Livia mia – Recensione: un’opera solida nonostante le circostanze
Il fatto che “Il Commissario Montalbano” faccia parte in maniera indelebile e inequivocabile dell’immaginario collettivo italiano da ormai dal 1994, con l’uscita del primissimo romanzo, “La forma dell’acqua”, è una verità impossibile da ignorare.
Si tratta di una verità che porta conforto, spesso, accomunando e unendo le persone nel loro affetto per questo personaggio di finzione così caro agli italiani, ma, come tutte le opere diventate in un certo senso parte di una vera e propria tradizione, rischia anche di diventare soffocante.
Questo è sempre stato un problema presente nell’orizzonte del successo della saga, ma lo è diventato ancora di più dopo la morte di Andrea Camilleri e di Alberto Sironi, regista storico della trasposizione televisiva. Il peso di una tale perdita, triplicata dalla scomparsa di uno degli sceneggiatori, Luciano Ricceri, rischiava di soffocare prematuramente la realizzazione dei nuovi episodi, ma per fortuna così non è stato.
Lo sforzo titanico di prendere le redini de “Il Commissario Montalbano – Salvo amato, Livia mia” in un momento di tale fragilità è andato, infatti, a un Luca Zingaretti regista che sorprende per la sua delicatezza e il suo tatto. Non mancano le atmosfere arse dal sole di Vigata, gli spazi aperti, le strade e gli edifici bianchi che si stagliano contro il blu indisturbato del cielo estivo e del mare siciliano. Insomma, si respira la stessa pacata bellezza di sempre.
Il Commissario Montalbano – Salvo amato, Livia mia: coppia di misteri
Non deludono neanche i registri a cui gli spettatori sono abituati, grazie a un sapiente dosaggio di serietà e comicità. Questo riesce particolarmente bene perché l’episodio, che prende il nome da un omonimo racconto epistolare di Camilleri, è in realtà il connubio tra due storie molto diverse tra loro.
Una è più cupa, quasi viscerale, incentrata sull’omicidio brutale di una giovane donna. L’altra, tratta da “Il vecchio ladro”, ha i toni scanzonati e dissacratori di un’indagine incentrata sul figlio della storica Adelina, Pasquale, ladro di professione che riesce sempre a farla franca.
Sebbene i due filoni narrativi possano sembrare a prima vista stridenti tra loro, in realtà la sceneggiatura riesce a cucirli insieme senza che niente faccia una piega. Le trame si compenetrano, si amalgamano nel viavai del commissariato, e compensano l’una le mancanze dell’altra.
Purtroppo, nonostante ciò che potrebbe far pensare il titolo, il personaggio di Livia ha una presenza quasi acquosa all’interno dell’episodio, senza la possibilità di emergere molto. La star indiscussa della vicenda è invece, per certi versi, Adelina: Ketty Governali pretende per sé ogni singola scena in cui appare, conquistando le risate del pubblico grazie alla sua meravigliosa, divertente mimica di madre esasperata.
A fare da contrappunto e cartina tornasole a tutto quanto, come al solito, c’è un Luca Zingaretti più in forma che mai.
Gaia Sicolo
Trama
- Regia: Alberto Sironi, Luca Zingaretti
- Cast: Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Rosario Lisma, Angelo Russo, Luciano Scarpa, Roberta Giarrusso, Federica De Benedittis, Katia Greco, Davide Lo Verde, Giovanni Guardiano
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 100 minuti
- Produzione: Italia, 2020
- Distribuzione: Nexo Digital
- Data di uscita: 24 febbraio 2020
“Il Commissario Montalbano – Salvo amato, Livia mia” rappresenta il primo lungometraggio destinato al grande schermo che ha come protagonista il celebre poliziotto siciliano.
Il Commissario Montalbano – Salvo amato, Livia mia: un nuovo efferato crimine
Il caso preso in esame nella pellicola è l’omicidio di una giovane donna, Agata Cosentino, trovata morta in uno dei corridoi dell’archivio comunale dove era impiegata. Si tratta di un’indagine carica di implicazioni emotive per Montalbano, dato che la vittima era sua conoscente e cara amica di Livia.
L’ipotesi più probabile è quella di una violenza sessuale degenerata in omicidio, ma sin da subito il commissario non ne è del tutto convinto. Per questo motivo cerca di capire se si tratti di un delitto d’impeto o di qualcosa di più oscuro e premeditato.
Gioca a suo favore il fatto che Agata fosse una donna molto timida e riservata, con poche amicizie strette, ed è proprio da quelle amicizie strette che partono le indagini per scoprire chi potrebbe essere l’assassino.
Cast e produzione
La pellicola è co-diretta da Luca Zingaretti, ormai storico interprete del commissario di Vigata, e da Alberto Sironi, abituale regista della serie TV tanto amata dagli spettatori italiani.
“Il Commissario Montalbano – Salvo amato, Livia mia”, quindi, rappresenta non solo il debutto nelle sale dei cinema di una saga che è stata sempre pensata per il piccolo schermo, ma anche la prima esperienza dietro la macchina da presa per Zingaretti.
La pellicola è distribuita sul territorio dalla Nexo Digital ed è stata prodotta da Palomar con la partecipazione di Rai Fiction.