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Lourdes (2019)

Recensione

Lourdes – Recensione: un viaggio nel dolore e nella speranza

Lourdes documentario

Dopo film, fiction e reportage d’approfondimento giornalistico, viene realizzato il primo documentario sul Santuario di Lourdes, una delle mete di pellegrinaggio più note al mondo, che sorge nel luogo in cui nel 1858 apparì la Madonna alla piccola Bernadette Soubirous. Lo visitano ogni anno più di tre milioni di pellegrini, e migliaia sono le guarigioni ritenute inspiegabili dai medici.

Lourdes (2019)

A curare la realizzazione del documentario sono Thierry Damaizière e Alban Teurlai, che iniziano a collaborare dopo essersi affermati professionalmente come singoli. Dopo ben undici film nell’arco di un decennio, nei quali i noti documentaristi propongono quelli che amano definire ‘ritratti’ di personalità, note o sconosciute, cresce in loro il desiderio di raccontare questo luogo e la sua grande attrattiva. “Lourdes” li tiene impegnati inpiù di un anno di riprese sul posto, dove vengono a contatto con un enorme numero di persone, che raggiungono il santuario con un pesante bagaglio di sofferenza, dolore e speranza.

Un racconto di luoghi e anime

Lourdes review

Il film racconta i meccanismi del santuario mariano per eccellenza, una vera macchina da guerra, capace di gestire il notevole flusso dei pellegrini, senza trascurare i dettagli, soprattutto quando si tratta della cura dei malati che hanno bisogno di maggiore assistenza. Quello che i cineasti compiono è un vero e proprio viaggio nelle profondità dell’animo umano, in quei luoghi remoti in cui risiede l’attaccamento alla vita, e la speranza di un futuro migliore, un domani senza ‘malattia’. E per malattia non s’intende solo quella che piega il corpo, ma anche quella che piega lo spirito.

Con una narrazione schietta, movimenti di macchina intensi ma mai invasivi, che lasciano quel giusto spazio di respiro al singolo, “Lourdes” porta lo spettatore in un mondo fatto di sofferenza fusa alla speranza, in cui con la preghiera si chiede la guarigione alla Madonna. Ma questo luogo sacro appare anche come un crogiolo di anime, ognuna con la sua storia, che si tratti di accompagnatori, di malati o di assistenti. Madri, padri, figli, nonni, tutti uniti da quell’unico desiderio di rinascita a nuova vita. A Lourdes pare esistere una sorta di democrazia trasversale in cui spariscono luoghi di provenienza e classi sociali, per fare spazio ad una comunanza emotiva che spera nella risurrezione collettiva.

Un film struggente ben costruito e ben realizzato

“Lourdes” è un documentario che lascia il segno, la cui forza risiede nella potenza con cui le emozioni travalicano lo schema e raggiungono lo spettatore. I due registi riescono a realizzare un’opera che trascende il credo personale per sfociare in una dimensione spirituale condivisibile da chiunque, perché ancorata a pene ed esperienze facili da comprendere da chi la vita la vive con sentimento.

Demaizière e Tuerlai curano la regia, lo script, la fotografia, il montaggio nonché la produzione di quest’opera più incisiva di tante realizzazioni di finzione che hanno voluto raccontare il mondo che ruota attorno al santuario. Sono stati bravi nel riuscire a portare sullo schermo un racconto nitido, emotivamente coinvolgente, quasi svincolato dalla fede dei pellegrini, che mette a nudo attraverso il racconto delle loro esperienze, il loro vissuto, il motivo per cui si trovano li.

É questa un’opera per chi ama quel cinema che affonda nel reale senza mezzi termini e mediazioni, mostrando con durezza e rispetto l’altrui sentire.

Maria Grazia Bosu

Trama

  • Regia: Thierry Demaizière e Alban Teurlai
  • Genere: Documentario, colore
  • Durata: 91 minuti
  • Produzione: Francia, 2019
  • Distribuzione: 102 Distribution
  • Data di uscita: 24 febbraio 2020

Lourdes posterThierry Demaizière e Alban Teurlai, due noti documentaristi francesi, rimangono stupiti dal fatto che non sia mai stato realizzato un documentario sul celebre luogo sacro. Diversi film, fiction e numerosi reportage, ma mai un documentario.

La roccia della grotta di Lourdes viene accarezzata ogni anno da milioni di persone di origine e condizione diversa che lasciano un segno del loro passaggio, assieme a sogni, speranze e dolore.

Lourdes: un racconto appassionato

Nel noto santuario convergono fragilità e povertà delle persone che vi si approssimano e trovano lì rifugio. Questo luogo permette ai pellegrini di spogliarsi della loro quotidianità e mettersi letteralmente a nudo nelle piscine dove si immergono, alla ricerca di un contatto con la Vergine.

I registi sono andati a incontrare questi pellegrini: pazienti ricoverati, malati, gitani, soldati e prostitute. Hanno ascoltato le loro preghiere sussurrate e documentato le loro vite tormentate da lunghi calvari. Al di là della fede, hanno ripreso Lourdes come un grande teatro antropologico dove si intersecano storie profondamente struggenti. “In quel luogo si possono mettere da parte le proprie convinzioni private per individuare un ‘qualcosa’ di straordinario, e questo ‘qualcosa’ ci incuriosiva” hanno detto i due registi.

Due registi che amano ritrarre personaggi

Thierry Demaizière inizia la sua carriera di reporter nel 1985 per l’emittente radiofonica RTL, incarico che lo porterà a viaggiare in Cina, in Afghanistan, in Somalia, in Iran e in Israele. Sarà il solo giornalista radiofonico francese presente a Bagdad durante la prima Guerra del Golfo.

A partire dal 1997 cura per l’emittente un programma in cui con un particolare stile ‘racconta’ i personaggi che ospita e nel 2001 passa alla televisione.

Nel 2004, conosce Alban Teurlai, montatore di numerosi cortometraggi, clip e film pubblicitari. Dal loro sodalizio dietro alla macchina da presa nascono una serie di documentari per le principali emittenti televisive francesi, che si caratterizzano per il livello tecnico ed estetico.

Tra i loro lavori recenti, che confermano il loro amore per il ‘ritratto’, ha avuto uno straordinario successo “Relève”, che ripercorre l’avventura di Benjamin Millepied a partire dalla sua nomina a direttore del corpo di ballo dell’Opéra di Parigi, in selezione ufficiale del TRIBECA Film Festival 2016. “Rocco”, sulla vita di Rocco Siffredi, è stato presentato alle Giornate degli Autori di Venezia nel 2016.

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