Recensione
Favolacce: la storia nera dei fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo
Approda sulle piattaforme on demand (Sky Primafila, Premier, TimVision, Chili, Google Play, Infinity, GC Digital e Rakuten TV) dall’11 maggio 2020 il secondo film degli autori di “La terra dell’abbastanza”, dal titolo “Favolacce”, premiato al Festival di Berlino per la Migliore Sceneggiatura. Siamo nella periferia romana di Spinaceto ed entriamo nelle vite apparentemente tranquille di tre famiglie. La coppia dei Placido, è composta da Bruno (Elio Germano) e Dalila (Barbara Chichiarelli), con i figli Alessia (Giulietta Rebeggiani), e Dennis (Tommaso Di Cola). Geremia (Justin Korovkin) vive con il padre single Amelio (Gabriel Montesi). La piccola Viola (Giulia Melilio) è la figlia introversa di due amici dei Placido. Completa il quadro, una giovane sbandata, che ha appena avuto una bambina, e il suo compagno.
Una tragedia greca in chiave contemporanea
Tutta la narrazione prende corpo da una voce narrante che parla di un diario trovato nell’immondizia, da qui parta una storia vera, che vera non è, o forse sì. É chiaro sin dall’inizio, che niente è come sembra, dalla finta serenità familiare dei Placido al legame apparentemente forte tra loro e i loro amici. Il punto di vista di “Favolacce” è palesemente quello dei ragazzini, gli unici innocenti che assistono inconsapevolmente al malessere delle loro famiglie.
Le villette a schiera di Spinaceto sono molti simili a quelle di “American Beauty” in tutti i sensi. Bruno e sua moglie non riescono a nascondere la fragilità del loro legame. Il papà di Viola li detesta e prova invidia per i successi scolastici dei suoi figli. I più piccoli scimmiottano in modo grottesco il sesso visto sugli schermi dello smartphone rubati ai loro genitori. Non c’è rifugio neanche a scuola, dove anche i docenti non insegnano le cose giuste e sono allo sbando. L’ambientazione romana diventa a differenza dell’opera prima dei D’Innocenzo puramente casuale. Bruno, Dalila, Dennis e via dicendo sono metaforicamente cittadini di un mondo senza speranza.
Al centro di “Favolacce” c’è prima di tutto il rapporto genitori/figli. Quest’ultimi devono pagare, come ne “Il sacrificio del cervo sacro” di Yorgos Lanthimos, i peccati dei loro padri. I registi non risparmiano nulla allo spettatore sullo squallore dei loro personaggi, che sono destinati a soccombere. Il film è un crescendo di cattiveria, fino al finale nerissimo. La macchina da presa si concentra sui primissimi piani dei ragazzini e dei luoghi in cui vivono. La regia è accurata e rigorosa.
Purtroppo, la visione sul piccolo schermo fa perdere la qualità del lavoro a livello tecnico, ma resta tutta la bellezza di un racconto tragico sul mondo reale che stiamo vivendo. Gli interpreti sono tutti straordinari e non famosi ad eccezione di Elio Germano, straordinario nella sua brutalità. Diciamolo “Favolacce” è un film disturbante e non per tutti. Resta in testa per giorni e ci rivela chi siamo veramente. Un vero peccato che non possa uscire nelle sale e girare per i Festival, a causa dell’emergenza Coronavirus. Conferma il talento di una coppia di giovani autori italiani, che ci riserveranno ancora molte sorprese.
Ivana Faranda
Trama
- Regia: Fabio D’Innocenzo, Damiano D’Innocenzo
- Cast: Elio Germano, Tommaso Di Cola, Barbara Ronchi, Giulietta Rebeggiani, Gabriel Montesi, Justin Korovkin, Max Malatesta, Aldo Ottobrino, Lino Musella, Cristina Pellegrino, Barbara Chichiarelli, Giulia Melillo, Ileana D’Ambra, Laura Borgioli, Sara Bertelà, Giulia Galiani, Enrico Pittari, Federico Majorana
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 98 minuti
- Produzione: Italia, 2020
- Distribuzione: Vision Distribution
- Data di uscita: 15 giugno 2020
“Favolacce” è l’opera seconda dei fratelli D’Innocenzo, ambientata nella Roma familiare alla coppia di cineasti.
Favolacce: un’inquietante favola suburbana
Identificare un vero e proprio protagonista all’interno di questa pellicola è difficile, in quanto la vicenda di “Favolacce” ruota attorno a più nuclei familiari, interessandosi di un nutrito gruppo di personaggi.
Il film è ambientato nella periferia romana più residenziale, in una zona solo all’apparenza sonnolenta e tranquilla, adatta alle famiglie di estrazione piccolo-medio borghese con ragazzi in fase di crescita. In realtà sotto questa patina così ideale, si celano tutt’altre dinamiche ben più sinistre e contorte.
Bruno e Dalila Placido possono sembrare a prima vista la coppia perfetta, due coniugi amorevoli che si prendono cura dei loro figli preadolescenti, ma la pellicola svela presto quante tensioni e quanta rabbia repressa si nascondano all’interno del loro rapporto coi figli, che fanno da catalizzatori degli istinti più crudeli delle persone attorno a loro.
Cast e produzione
“Favolacce” è il secondo lungometraggio realizzato dai promettenti Damiano e Fabio D’Innocenzo. Il loro film esordiente, “La terra dell’abbastanza” (2018), è anch’esso ambientato nella periferia di Roma ma ha come protagonisti due ragazzi che, dopo aver investito per sbaglio un pentito della mafia locale, decidono di entrare a far parte della malavita.
“La terra dell’abbastanza” è valso alla coppia di fratelli Miglior Regista Esordiente ai Nastri D’Argento 2018. I due hanno inoltre collaborato alla realizzazione della sceneggiatura di “Dogman”, pellicola pluripremiata di Matteo Garrone.
Il cast di “Favolacce” è composto per la maggior parte da attori di teatro, ma spicca al suo interno un noto volto del cinema italiano, Elio Germano (“L’uomo senza gravità”, 2019; “Io sono Tempesta”, 2018; “Troppa grazia”, 2018).
Trailer