Oggi al Cinema Adriano di Roma il regista Fausto Brizzi e il cast di “La mia banda suona il pop” hanno presenziato alla conferenza stampa del film.
La mia banda suona il pop: sull’onda della musica
L’idea per il film è venuta a Brizzi mentre osservava l’onda delle reunions di gruppi musicali famosi. Dato il soggetto, era necessaria una colonna sonora e all’inizio si era pensato di usare canzoni già edite, ma alla fine hanno sentito il bisogno di creare un album nuovo, affidato al celebre compositore Bruno Zambrini.
Christian De Sica ha raccontato di come l’inizio delle riprese sia avvenuto nelle fogne di Prada, ma che alla fine sia stata un’esperienza molto divertente. Secondo l’attore, si tratta finalmente di un film italiano in cui “si ride”.
Alla domanda sul perché la scelta della Russia come ambientazione, Natasha Stefanenko ha risposto che in realtà la pellicola è molto realistica. In Russia infatti i gruppi italiani degli anni Ottanta sono ancora molto amati e famosi.
Brizzi ha detto che la scena più divertente da girare è stata quella del concerto per via della coreografia, mentre Paolo Rossi ha citato la scena sulle moto d’acqua, proclamando di non aver usato controfigure, come anche Angela Finocchiaro.
La mia banda suona il pop: domande e considerazioni
Una giornalista ha chiesto se Brizzi si sia ispirato ai Cugini di Campagna e il cineasta ha risposto che loro erano il riferimento per il personaggio di De Sica. Il personaggio interpretato da Massimo Ghini, invece, è ispirato ai Ricchi e Poveri.
Ha poi preso la parola Luca Barbareschi per la produzione, spiegando come realizzare un film con un cast stellare lo abbia portato a uscire dalle solite logiche e a godersi l’atmosfera divertente dove tutti vogliono fare qualcosa di comico. “La mia banda suona il pop” è anche un film di costume e guardare Sanremo gli ha fatto capire quanto loro siano avanti.
Riguardo alla musica, Zambrini ha detto di aver voluto realizzare qualcosa di divertente e di aver per questo cercato l’aiuto del suo gruppo. Il compositore, infatti, dice che per realizzare musiche del genere bisogna sempre essere in gruppo. Ha poi definito Brizzi un regista molto sensibile alla musica e con cui ha un ottimo rapporto.
Davanti alla domanda sulla fortuna della musica italiana di quegli anni, ha nuovamente preso la parola Stefanenko, dicendo che in Russia si è iniziato a vedere Sanremo negli anni Ottanta, che per loro rappresentavano un periodo difficile. Proprio per questo, nonostante non capissero le parole, la spensieratezza delle canzoni italiane porta loro molti ricordi felici.
Finocchiaro si è mantenuta sul filone storico e ha detto che il suo personaggio porta in sé un passaggio storico molto importante per le donne, in quanto incarna la liberazione sessuale avvenuta in quegli anni.
La conferenza si è conclusa con un commento di Brizzi su come la pellicola sia piena di artisti citati (circa una ventina) perché lui ama punzecchiare ciò che ama.
Gaia Sicolo
17/02/2020