Nella sede milanese della Rai si è tenuta l’anteprima del biopic “Permette? Alberto Sordi”, seguita dallo streaming della conferenza stampa. Ecco cosa hanno raccontato cast, regista, sceneggiatore e produttore del film incentrato sugli esordi del celeberrimo attore romano di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita.
Permette? Alberto Sordi: un omaggio affettuoso all’Albertone nazionale
“Permette? Alberto Sordi” sarà in sala il 24, 25 e 26 febbraio. Non si tratta di una scelta qualunque dal momento che il 24 è l’anniversario della morte di Sordi. Mentre per vederlo su Rai 1 bisognerà aspettare il 21 aprile, altra occorrenza significativa in cui si celebra il Natale di Roma. Il giorno perfetto dunque per omaggiare uno degli attori che del suo accento romanesco e della romanità ha fatto un vanto e un tratto distintivo.
Durante l’incontro con la stampa il regista Luca Manfredi ha raccontato che la necessità di raccontare Sordi è nata da un sondaggio in cui si chiedeva ad alcuni ragazzi chi fosse l’Albertone nazionale. A questo domanda molti hanno risposto con il nome dello sciatore Tomba, altri con quelli del noto conduttore e divulgatore scientifico Alberto Angela. Dalla constatazione di come tra le nuove generazioni si stesse cominciando a perdere la memoria di un artista così significativo per il panorama cinematografico nazionale, è nata la necessità, come già accaduto con il padre Nino Manfredi, di dedicare un film alla sua riscoperta.
Inoltre, anche in questo caso il regista ha potuto contare sulla fortuna di avere conosciuto realmente l’attore e dunque di sapere come fosse in un contesto più intimo e familiare.
Il peso della responsabilità di interpetare un’icona
Al promettente Edoardo Pesce (che si era fatto notare in “Dogman“) è toccato l’onore e onere di interpretare il protagonista, e a questo proposito ha scherzato dicendo che quando gli hanno proposto di recitare in un film su Alberto Sordi, lui ha subito chiesto “E chi fa Sordi?”. Con questa battutta l’attore romano ha voluto sottolineare il peso che si è sentito addosso nel prestare il proprio volto a un gigante non soltanto del cinema ma della cultura italiana, facente parte dei ricordi di molti.
Per tale ragione ha preferito portare in scena il suo Sordi, senza fare ulteriori approfondimenti ma basandosi su ciò che già conosceva e sull’immagine dell’attore che lui si era creato, realizzando un mix tra la sua personalità e i suoi personaggi. In tutto questo ovviamente è stato aiutato anche dal regista Manfredi che ha affermato di aver visto subito “quanto Sordi c’era già in Pesce”.
Quindi rispetto ad altri lavori di ricostruzione di uomini realmente esistiti, come nell’ultimo “Hammamet”, in cui le protesi hanno reso irriconoscibile Favino per renderlo Bettino Craxi, il lavoro di Pesce in “Permette? Alberto Sordi” ha cercato di puntare non sulla verosomiglianza a tutti costi, ma su una versione personale e quindi unica di un’icona del cinema. Da qui anche la scelta, in verità davvero poco credibile, di utilizzare lo stesso interprete per raccontare un periodo di tempo di circa vent’anni, dai diciotto fino alla maturità artistica.
L’uomo dietro la maschera
Per cercare un “aiuto” nella sua interpretazione, Edoardo Pesce ha raccontato di essersi recato nella tomba di Sordi stesso, dove ha portato un paio di fiori, uno rosso e un giallo ovviamente, e ha chiesto all’attore di aiutarlo a non fare brutte figure.
Una delle preoccupazioni, infatti, era quella di “sordizzare” troppo il personaggio, rendendolo una macchietta di se stesso. Questo aspetto ovviamente ha riguardato anche la sceneggiatura, frutto di un lavoro di gruppo che ha coinvolto oltre al regista, lo stesso Pesce e Dido Castelli.
La chiave utilizzata per evitare questo problema è stata quella di raccontare un Sordi privato, insistendo sul suo lato tenero, spesso nascosto dalla maschera di un’ironia romana cinica. Si è invece cercato di sottolineare il suo carattere fanciullesco, molto legato alla famiglia e in particolare alla madre.
Infine è intervenuto anche il produttore del film, Sergio Giussani, che, oltre ad avere conosciuto Sordi di persona, ha prodotto anche alcune delle sue ultime pellicole, e si è detto molto soddisfatto del risultato finale e in particolare del lavoro svolto dal cast.
22/02/2020
Maria Concetta Fontana