Recensione
Miss Marx-Recensione: una donna alla ricerca della libertà
“Questo rende la vita che viviamo ancora più speciale, perchè unica” con queste parole tratte dall’elogio funebre di Eleanor per suo padre Karl Marx, che racconta l’amore tra e per i suoi genitori, si apre il film di Susanna Nicchiarelli che torna, dopo “Nico,1988“, ad immergersi in un’altra figura di donna, la vita della sestogenita figlia di Marx, aprendone al pubblico i pensieri con un ricercato ed intenso primo piano iniziale.
Un’esplorazione dell’universo femminile di Jenny Julia Eleanor Marx, soprannominata dai suoi cari Tussy, un nomignolo senza fondamento alcuno per una donna militante e forte, paladina contro lo schiavismo dei bambini nella società manifatturiera americana e in prima linea per la parità dei diritti senza distinzione di sesso.
Eleanor “is a Rebel” come viene scandito ad alta voce e la regista la raffigura tra modernità e storia, accompagnando le sue emozioni con una colonna sonora dirompente e urlata, dalle vive contaminazioni punk in netto contrasto con le ambientazioni romantiche del periodo storico che viene narrato.
Una scelta che ricorda la “Maria Antoinette” di Sofia Coppola, anch’essa fragile e forte, per l’uso volutamente spregiudicato delle composizioni musicali, il punk rock del gruppo statunitense Downtown Boys e l’ironica classe dei Gatto Ciliegia contro il Grande freddo.
L’eterno conflitto tra ragione e sentimento
Così tra quadri scenografici che sembrano usciti dal pennello di Delacroix, con un’attenzione particolare nella ricostruzione di materiale fotografico che danza con le immagini del girato, si aggira la bravissima Romola Garai, volto della giovane Marx, una donna battagliera più delle figure maschili dell’epoca, in una società che la vorrebbe ai margini, ma al contempo fragile e insicura al cospetto della parola amore.
Quell’amore che le costerà la vita e che dipana un fil rouge lungo tutta la pellicola, mai sdolcinato e incline alla compassione, tranne in un flashback che costituisce la chiave della storia, quando Eleonor si arrende al pianto nel ritrovare una lettera del suo compianto padre. Un padre padrone, una figura ambigua ed incombente, capace di slanci d’amore per la moglie, ma anche di oppressione e controllo, nucleo dominante poco incline alla libertà altrui, ma solo alla propria.
Una figura di riferimento per Eleanor, che si lascia incantare da Edward Alling, alter Ego di Marx, attivista del movimento socialista, che vivrà con lei senza sposarla, ricoprendola di bugie e di debiti, perchè “il matrimonio è un’istituzione obsoleta”.
Una narrazione che confronta vita privata e pubblica della protagonista, in una storia che vuole essere senza tempo e individua la causa della fragilità femminile nella presenza del maschio, parassitario ed egoista, dal quale la regista sembra non volersi svincolare, cedendo alla pochezza della sceneggiatura, scarna e ripetitiva, chiusa in una condizione morale, più che sociale, che sembra essere senza speranza e, nonostante tutto, non genera empatia, non scuote.
“Nonostante i diritti acquisiti le donne inglesi sono ancora dipendenti moralmente dall’uomo e sono ancora maltrattate da lui”.
Miss Marx: una rivoluzione apparente
La presenza della musica rock non basta ad esprimere lo slancio della ribellione e la ricerca della rottura degli schemi, perchè per prima la protagonista non rompe la cornice che la opprime, non apre gli occhi sulla sua sfera personale, nonostante le sue battaglie per i diritti dei lavoratori, contro lo sfruttamento minorile e in nome delle donne.
La Nicchiarelli ci mostra come la forza delle nostre idee e convinzioni possa sgretolarsi di fronte alla cecità dei sentimenti. Una donna che la regista sceglie, in alcuni momenti, di far parlare direttamente in camera guardando il pubblico, alla ricerca di uno sguardo che penetra l’anima.
Una figura femminile avvolta costantemente in ampi scialli, come a voler portare su di sè il peso del mondo, e che, pur distinguendosi dal contesto maschilista che la circonda per l’impegno socialista, la vita infelice porterà a soccombere tragicamente, annientata dallo spleen di Baudelaire.
“Sebbene le donne abbiano fatto dei passi avanti per quel che riguarda i loro diritti sono ancora assoggettare moralmente agli uomini” esclama a voce alta Eleanor, quasi a monito su se stessa.
Un monito che non basterà e la porterà al suicidio il 31 marzo del 1898, vittima delle sue stesse parole: “le donne sono vittime della tirannia disorganizzata degli uomini e sono espropriate dei loro diritti.”.
Chiaretta Migliani Cavina
Trama
- Regia: Susanna Nicchiarelli
- Cast: Romola Garai, Felicity Montagu, Oliver Chris, Patrick Kennedy, Emma Cunniffe, Karina Fernandez, David Kirk Traylor, Katie McGovern, Marco Quaglia, George Arrendell
- Genere: Drammatico, colore
- Durata: 107 minuti
- Produzione: Italia, 2020
- Distribuzione: 01 Distribution
- Data di uscita: 17 settembre 2020
“Miss Marx” è un film diretto da Susanna Nicchiarelli, presentato in Concorso alla selezione ufficiale della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
Miss Marx: la trama
Eleanor Marx è la figlia minore di Karl Marx. É una delle prime donne a unire in un connubio perfetto il femminismo e il socialismo. Brillante, colta, libera e appassionata, incontra nel 1883 Edward Avelling, con cui avrà per tutta la vita una travagliata relazione. L’uomo è sposato e quando rimane vedovo si unisce in seconde nozze con un’attrice. Alla scoperta di ciò, Eleanor si suicida a soli 43 anni ingoiando del veleno. Tutto il film gioca sul contrasto tra il privato tormentato della protagonista e la vita assolutamente rivoluzionaria per una donna di quell’epoca.
Note di Regia
“Con la sua apparente incongruenza tra dimensione pubblica e privata – racconta la regista Susanna Nicchiarelli – la storia di Eleanor Marx apre un abisso sulla complessità dell’animo umano, sulla fragilità delle illusioni e sulla tossicità di certe relazioni sentimentali. Raccontare la vita di Eleanor vuol dire parlare di temi talmente moderni da essere ancora oggi, oltre un secolo dopo, rivoluzionari. In un momento in cui la questione dell’emancipazione è più che mai centrale, la vicenda di Eleanor ne delinea tutte le difficoltà e le contraddizioni: contraddizioni, credo, più che mai attuali per cercare di “afferrare” alcuni tratti dell’epoca che stiamo vivendo».
La regista
Susanna Nicchiarelli ha esordito nel 2009 con il cinema di finzione dopo aver diretto diversi cortometraggi e documentari. Il suo primo lavoro “Cosmonauta” ha vinto il premio Controcampo alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Ha realizzato nel 2013 “La scoperta dell’Alba” e nel 2017 “Nico, 1998” insignito a Venezia come Miglior Film della sezione Orizzonti.