Recensione
Narciso em Férias: Caetano Veloso e la sua prigionia a 26 anni
Ottantatré minuti di intervista più tre canzoni suonate accompagnandosi con la chitarra per “Narciso Em Ferias” il cui unico protagonista è Caetano Veloso.
Seduto su una sedia, no scusate, posto sopra una sedia e assumendo le posizioni più eterodosse, incrociando le gambe e facendo compiere alle proprie anche rotazioni estreme, il gigante della musica brasiliana risponde a domande proposte da Renato Terra, che di questa testimonianza cura anche la regia insieme a Ricardo Calil.
Si vuole parlare del periodo in cui Veloso fu imprigionato in un carcere durante la dittatura Brasiliana. Il 13 dicembre del 1968 il regime autoritario approvò una Legge Istituzionale denominata n.5 che sanciva il periodo più violento e repressivo del regime. Dopo 14 giorni il nostro artista venne prelevato da agenti in borghese dalla propria abitazione di San Paolo, senza che gli comunicassero il motivo, trasferito a Rio de Janeiro è tenuto per una settimana in cella di isolamento e successivamente altri 47 giorni in delle celle comuni.
Aveva 26 anni e oggi, dopo più di cinquant’anni, ci relaziona su quell’esperienza con questo film/intervista. Non si tratta di una denuncia esacerbata ai metodi di regime, né di una dichiarazione della propria sofferta esperienza. Anzi i toni del cantante sono incredibilmente pacati. Come lui stesso riferisce, durante la detenzione non riuscì a piangere per la separazione da sua moglie, dalla sua casa o per il fatto di essere recluso, dichiara altresì che gli venne a mancare il desiderio sessuale, e che identifica in lacrime e sperma due fluidi che derivano direttamente dall’anima, quindi è impossibile che si producano da un terreno inaridito.
In carcere venne sottoposto ad interrogatori nei quali intuì il motivo dell’arresto. Un delatore aveva falsamente denunciato che durante una serata in un club, l’artista avesse ridicolizzato l’inno nazionale brasiliano cantandolo sulla base musicale di Tropicalia.
In carcere l’artista rincontra Gilberto Gil, arrestato per qualche motivo analogo, e in quello stesso carcere gli viene fornita dopo alcuni giorni la possibilità di avere una chitarra, di incontrare la moglie e di avere dei rapporti sessuali con lei.
Tre canzoni e una testimonianza serena di tempi difficili
Non vogliamo sottovalutare le emozioni che si possono provare ad essere prelevati dalla propria abitazione da una polizia di regime ed essere reclusi anche se per un periodo breve. Ma siccome la cinematografia ci ha abituati a prison-movie di forte veridicità e realismo, questa testimonianza di Veloso risulta un poco anodina. Lui stesso ride, quando ripensa agli interrogatori. Oggi può rileggerli, essendo stati desecretati, e li legge durante l’intervista non riuscendo a trattenere l’ilarità quando ricorda le domande dei funzionari di polizia che volevano sapere se lui avesse l’intenzione di produrre musica devirilizzante.
Fortunatamente questo lavoro contempla anche tre canzoni, che Caetano accompagna alla chitarra, ed è qui che emerge il grande artista noto in tutto il mondo. La sua capacità di suonare lo strumento e utilizzare la voce sono mutati con l’ingresso nella terza età e lui ha saputo trovare una modulazione in entrambi i contesti per continuare a produrre fortissime emozioni in chi lo ascolta. Affronta le corde con una mano decisa e consapevole e sperimenta falsetti e toni suadenti con capacità canore ricche di pathos.
Si esce dalla sala accompagnati da una versione recente di “Terra” che continua a far sognare la sua nutrita schiera di fan, poeti naviganti…come lui.
Marco Marchetti
Trama
- Regia: Renato Terra, Ricardo Calil
- Cast: Caetano Veloso
- Durata: 83 minuti
- Genere: Documentario – Brasile, 2020
“Narciso Em Férias” è un documentario diretto da Renato Terra e Ricardo Calil, presentato Fuori Concorso al Festival di Venezia 2020.
Narciso Em Férias: la trama
Con la Legge Istituzionale n. 5 – ribattezzata in seguito AI-5 – e approvata il 13 dicembre del 1968, la dittatura militare in Brasile dà il via alla fase più violenta e repressiva.
Dopo quattordici giorni, Caetano Veloso viene arrestato senza conoscerne il motivo, e trasferito a Rio de Janeiro. Rinchiuso in isolamento per una settimana e poi in un’altra cella, l’uomo è sottoposto alla più dura prova della sua vita per cinquantaquattro giorni.
A distanza di cinquant’anni “Narciso em Férias” porta al cinema i ricordi e le riflessioni di Veloso su quel periodo.