Recensione
La storia di Diabolik
“Diabolik” è un film classico, dalla trama lineare e semplice, che segue gli elementi del racconto filmico. Non sono i colpi di scena a rendere il nuovo film dei Manetti Bros. coinvolgente, ma la suspence che anticipa la spiegazione del geniale piano attuato da Diabolik. Una scena d’apertura perfetta in ogni forma, una sorta di prologo di tutto ciò che muoverà la storia: i furti e gli omicidi di Diabolik e la caccia all’uomo portata avanti dal poliziotto Ginko. Valerio Mastandrea è appunto straordinario nei panni di quell’uomo pronto a tutto per arrestare Diabolik, ma che al tempo stesso vive in funzione di quell’uomo che semina il terrore nella città che lui dovrebbe tenere al sicuro.
Luca Marinelli e Miriam Leone, insieme sulla scena, creano l’alchimia che si è sempre percepita tra Diabolik ed Eva Kant. Due facce della stessa medaglia che nel film hanno il volto di due tra i più grandi interpreti italiani. “Diabolik” è infatti una pellicola dal sapore fortemente italiano, dai luoghi ai costumi, dalla scenografia alla sceneggiatura, conferendogli così un’identità ben definita. Fedele al fumetto rappresenta l’origine del leggendario genio del crimine, un uomo malvagio e senza scrupoli, che agisce “secondo necessità”. Ma gli albori di Diabolik sono il suo incontro con Eva Kant, complice, compagna e specchio. I due si riconoscono da una sola parola, da un solo sguardo, destinati a diventare la temuta e famosa coppia di criminali.
Un personaggio inserito nel suo mondo
L’atteso film dei Manetti Bros. si colloca così in una cornice di rappresentazione e racconto, capace di attirare sia l’attenzione di quello che spettatore che con Diabolik è cresciuto che la curiosità di chi si appresta a conoscere questo personaggio intramontabile, uno dei primi villain in accezione positiva, un criminale protagonista nell’universo anni ’60. Anche l’ambientazione è densa di quel realismo magico che rende ogni piano di Diabolik calcolato nei minimi dettagli, dando così anche al film il pregio di esser attento ai particolari, senza mai dimenticare che si tratta di racconto. La matrice psicologica, pressoché assente nel personaggio di Marinelli e leggermente più esplorata in quello di Miriam Leone, indaga alcuni aspetti della vita delle figure secondarie.
Diabolik diventa così un freddo calcolatore che nessuno può capire, nessuno a parte Eva Kant. Lei stessa è una donna fuori tempo, avanti rispetto all’epoca in cui vive e che afferma con forza se stessa. Diabolik è quel criminale geniale che non verrà mai arrestato, di cui aver paura e da cui stare alla larga, ragione di vita e di rabbia di chi vive il peso dei suoi crimini e l’etica della giustizia. “Diabolik” è il film di Diabolik, che non aggiunge, ma mette in scena l’equilibrio tra la crudeltà necessaria e quella vendicativa. La colonna sonora è identificativa dell’atmosfera e del momento storico del film e la fotografia è ricca di colori freddi, che si illuminano con l’eleganza rappresentata da Eva Kant. Lei è quella donna che porta le emozioni nel mondo di Diabolik rendendo i due complementari e legati indissolubilmente per la nascita del fenomeno Diabolik.
Giorgia Terranova
Trama
- Regia: Marco e Antonio Manetti
- Cast: Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Claudia Gerini, Vanessa Scalera, Serena Rossi, Alessandro Roja, Stefano Pesce, Lorenzo Pedrotti, Luca Di Giovanni, Antonino Iuorio
- Genere: Azione, colore
- Durata: n/d
- Produzione: Italia, 2020
- Distribuzione: 01 Distribution
- Data di uscita: 16 dicembre 2021
“Diabolik” è un film diretto dai Manetti Bros (vincitori del David di Donatello nel 2018 per “Ammore e malavita“), in cui il famoso personaggio dall’identità misteriosa ha il volto di Luca Marinelli.
Diabolik: la trama
Il film dei fratelli Manetti, ambientato negli anni Sessanta nello stato di fantasia Clerville, segue le vicende di Diabolik, un ladro senza scrupoli e cattivissimo, come definito dagli stessi registi, che è nuovamente riuscito a colpire la polizia e fuggire. L’arrivo in città di Lady Kant, interpretata da
Miriam Leone, in possesso di un famoso diamante rosa, richiama l’attenzione di Diabolik che tenta di impossessarsene, rimanendo però sedotto dall’ammaliante donna.
L’ispettore Ginko (Valerio Mastandrea) sembra aver trovato un modo per incastrare l’inafferrabile ladro, che dovrà fuggire ancora una volta dal pericolo e questa volta avrà bisogno di un aiuto.
Regia e cast
Autore della sceneggiatura è Michelangelo La Neve, con cui i fratelli Manetti avevano già lavorato per “Song’e Napule” (2014), per una puntata della serie TV “L’ispettore Coliandro” (2016) e per “Ammore e malavita” (2017). Firma con loro il soggetto Mario Gomboli, storico creatore delle avventure di Diabolik e dal 1999 direttore della casa editrice Astorina, divenuta famosa proprio in seguito alla pubblicazione del primo fumetto del ladro misterioso.
Luca Marinelli si ritrova a dare nuovamente il volto a un personaggio tratto da un fumetto dopo aver interpretato Nicky, a fianco di Charlize Theron, nel film “The Old Guard” (2020) diretto da Gina Prince-Bythewood e distribuito in Italia da Netflix.
Nel cast anche Alessandro Roia, Serena Rossi e Claudia Gerini.
Girato tra Milano e Bologna, il film analizza anche il rapporto tra i due protagonisti, in cui Eva Kant avrà un importante ruolo: “un film di azione sì, ma anche oscuramente romantico”, spiega Marco Manetti.
É il 1962 quando il ladro di professione Diabolik fa la sua prima comparsa come protagonista dell’omonimo fumetto, nato dalla creatività delle sorelle Angela e Luciana Giussani.
Non è la prima trasposizione del fumetto delle sorelle Giussani: nel 1968 Mario Bava aveva diretto “Danger: Diabolik” con protagonista John Phillip Law. Ed è invece del 2019 “Diabolik sono io” di Giancarlo Soldi, un prodotto tra il documentario e il mockumentary, che prova a ricostruire il
processo di creazione di Diabolik e la sua evoluzione.