Recensione
Fuori era primavera – Viaggio nell’Italia del lockdown: un viaggio senza ritorno
” La libertà: il bene più importante”…
Questo concetto viene evocato nelle immagini dell’ultimo documentario di Gabriele Salvatores, quelle immagini di libertà, quella libertà che ha un oceano di fluire impetuoso, di animali che corrono senza confini, di un incendio che arde senza sosta, la libertà del volo, immagini che collegano i vari contributi raccolti dal regista dal 24 marzo al 30 maggio 2020.
Testimonianze lungo il paese del lockdown, su e giù per lo stivale e un titolo, poetico seppur scontato, che anticipa il contenuto della pellicola, di 75 minuti densi e noiosi di un racconto che, mai, vorrebbe essere ricordato.
Il ricordo di qualcosa che ancora esiste e incombe su una società piegata da un incubo invisibile, di noi chiusi dentro casa, forzatamente, mentre fuori, appunto, era primavera.
“Quanto è bastardo questo virus che non ci permette di baciarci e di stringerci la mano”…
Un tempo che dentro casa sembrava non scorrere mai contro l’avanzare inesorabile della natura, impressa nelle immagini degli intermezzi, una natura in libertà.
Fuori era primavera – Viaggio nell’Italia del lockdown: la forza degli italiani
Cosa ci mostrano i 75 minuti del lungometraggio? Gli italiani, un popolo caotico, imperfetto, ma straordinario, racchiuso in filmati in rigoroso ordine cronologico, che ripercorre un viaggio nelle sue tappe, come un treno nelle varie stazioni.
Si parte dal mistero del virus, ancora sconosciuto, alla realtà di un Italia diventata interamente zona rossa, e nel suo volto trasfigurato da città deserte, strade e piazze vuote, gente che canta e suona dai balconi, lauree via web, nel disperato tentativo di non restare soli.
Vediamo bambini che fingono una battaglia per sconfiggere il virus, che lo vogliono più lontano possibile e eroi veri, medici in prima linea, nel loro impegno e nelle loro lacrime, tra abbandono e morte.
Ci sono le bellezze della natura e le vere tragedie, i malati e i sani, in un mondo che non arresta il suo ciclo perenne, come il virus stesso che non conosce sosta.
E nel silenzio devastante che fa parte dei nostri ricordi, Salvatores ci fa rivivere quella quotidianità alienante, rotta solo dal rumore delle ambulanze, senza alcun suono, nemmeno nella pellicola stessa, volutamente a sottolineare quell’incubo.
Un documentario che compone un affresco di varie voci, che alterna feste di compleanno a squarci di terapia intensiva, in un montaggio eccessivamente ripetuto, che sceglie testimonianze ridondanti, a tratti volutamente caricate.
“Se penso al COVID la prima cosa che mi viene in mente è il silenzio, di loro sentivi solo la ventilazione dell’ossigeno”.
Un messaggio che non vuole essere politico, ma raccontare, forse però la verità è che non siamo ancora pronti per una vita che al momento chiede troppo per essere ascoltata.
Chiaretta Migliani Cavina
Trama
- Regia: Gabriele Salvatores
- Genere: Documentario, colore
- Durata: 75 minuti
- Produzione: Italia, 2020
- Distribuzione: 01 Distribution
“Fuori era primavera – Viaggio nell’Italia del lockdown” è un documentario diretto da Gabriele Salvatores presentato tra gli Eventi Speciali alla Festa del Cinema di Roma 2020.
Un racconto intimo di un momento difficile
Gabriele Salvatores realizza un racconto intimo incentrato sulla vita degli italiani durante il periodo di lockdown.
La macchina da presa del famoso regista si sofferma sulle meravigliose piazze italiane deserte, sulle corsie degli ospedali con medici e infermieri in prima linea pronti a intervenire, sui balconi in fermento per condividere attraverso la musica le proprie emozioni, fino ad arrivare dentro le mura domestiche.
La regia del grande artista restituisce al futuro una fotografia autentica dell’Italia che ha vissuto questo momento.