Il film con protagonista Millie Bobby Brown, insieme a Henry Cavill e Sam Clafin, “Enola Holmes”, ha dovuto affrontare dei problemi legali in relazione al copyright sulla figura di Sherlock Holmes.
Netflix al centro di polemiche per “Enola Holmes”
La Conan Doyle Estate ha intentato una causa per violazione del copyright e violazioni dei marchi, contro Netflix, la società di produzione Legendary Pictures, e la casa editrice Penguin Random House oltre che l’autrice di libri Nancy Springer.
La causa è incentrata sulla rappresentazione del personaggio di Sherlock Holmes, interpretato in “Enola Holmes” da Henry Cavill, troppo simile alla figura presente nelle ultime 10 storie di Conan Doyle, e cioè con una personalità più empatica e sensibile.
Effettivamente il copyright per le ultime 10 storie, scritte tra il 1923 e il 1927, è ancora di proprietà della Conan Doyle Estate, nonostante la popolarità e l’ampia conoscenza del personaggio, rappresentato in molte opere. I produttori di “Enola Holmes” dichiarano però che la Conan Doyle Estate sta impedendo di utilizzare il personaggio di Holmes in opere originali.
L’avvocato Nicolas Jampol dei produttori ha inoltre affermato che un principio fondamentale della legge sul copyright è proprio che le idee, le emozioni e i sentimenti sono soggetti a modifiche personali.
La legge sul copyright
“In questo caso, quindi glie elementi di emozioni e sentimenti non sono idee protette”, scrive Jampol tramite The Hollywood Reporter. “La legge sul copyright non ha nulla a che vedere con caratteristiche interne come gentilezza, sensibilità o empatia, anche se quando si pensa a Sherlock Holmes si pensa a un particolare tipo di personaggio”. Jampol porta inoltre all’attenzione molte rappresentazione della figura di Sherlock Holmes, che sono ormai di dominio pubblico, con una personalità leggermente diversa da quella difesa dalla Conan Doyle Estate. Il personaggio di Holmes compare in almeno 54 storie che, nel corso dei decenni, hanno subìto delle modifiche.
“Nonostante questo, si sta facendo tutto il possibile per costringere le terze parti, compreso Netflix, a pagare il querelante per aver utilizzato un personaggio diverso di Holmes nelle proprie opere”, scrive Jampol. La richiesta di Jampol prevede l’archiviazione del caso, sottolineando che la legge sul copyright non impone di adattare liberamente una figura come quella di Sherlock Holmes nelle proprie opere. “Il personaggio di Sherlock Holmes, come espresso in più di cinquanta opere nel corso degli anni, è diventato di dominio pubblico e ora appartiene al pubblico” conclude l’avvocato Jampol.
Giorgia Terranova
04/11/2020