Sembra un’impresa quasi impossibile riuscire a scegliere una buona pellicola horror dallo sterminato catalogo di Amazon Prime. Il canale streaming offre infatti quasi un migliaio di film dell’orrore, alcuni dei quali di qualità veramente scadente. Ma altri sono delle piccole perle terrorizzanti e angoscianti che vale la pena vedere (o rivedere). Di seguito abbiamo stilato una lista dei 10 migliori horror, più o meno recenti, da vedere su Amazon Prime, per districarsi in quel mare magnum che è il catalogo del canale streaming.
1.Noi (2019)
Dopo il successo di pubblico e critica riscosso dalla sua opera prima “Get Out” (2017), e dopo aver prodotto la dark comedy di Spike Lee “BlacKkKlansman” (2018), Jordan Peele torna dietro la macchina da presa per dirigere “Noi”. Protagonista è l’attrice Lupita Nyong’o, nei panni di Adelaide Wilson che, da bambina, incontra il suo doppelgänger dentro una casa degli specchi in un luna park di Santa Cruz. L’episodio l’aveva sconvolta talmente tanto che la bambina non era riuscita a parlare per molto tempo, costringendo i genitori a portarla da uno psichiatra. Molti anni dopo ritroviamo Adelaide, sposata e con due figli, che sembra abbia ormai superato il trauma derivato dall’incontro con il suo doppio. Ma, proprio mentre si trovano a Santa Cruz, Adelaide e la sua famiglia si ritroveranno faccia a faccia con i loro doppelgänger, contro cui dovranno combattere per sopravvivere. Peele ci offre una differente, originale e inquietante visione di un ‘altro’ che, dall’esterno, arriva a turbare la quiete di una famiglia. Un tema già affrontato da numerosi cineasti in diverse pellicole, ad esempio “Funny Games” di Michael Haneke o “Teorema” di Pier Paolo Pasolini. Come loro, Peele inserisce elementi di critica sociale. Il merito di Peele è di confezionare una pellicola in cui la tensione non accenna a diminuire per tutta la sua durata, così come il senso di angoscia. Un sentimento che è acuito anche, e soprattutto, dall’interpretazione e dalla mimica facciale estremamente disturbante che caratterizza i doppelgänger.
2. Quella casa nel bosco (2012)
Esordio alla regia di Drew Goddard apprezzato sceneggiatori di pellicole come “Cloverfield” (2008), “Sopravvissuto” del 2015 (per cui venne nominato all’Oscar) e di serie TV come “Lost” e “Daredevil”. Goddard firma anche la sceneggiatura di “Quella casa nel bosco” e realizza un film horror seminale, una delle pellicole appartenenti al genere più originali degli anni 2000. Quattro ragazzi americani, che incarnano gli stereotipi presenti nella maggior parte delle pellicole horror, soprattutto dei gore americani degli anni ’70/’80, decidono di trascorrere un weekend in una baita isolata in mezzo ai boschi. Non sanno, però, che sono le vittime scelte per completare un sanguinario rituale vecchio di secoli. Goddard gioca con i topoi più caratteristici dei film dell’orrore, inserendo mostri e orribili creature provenienti da tutto il filone, sin dai suoi albori. Il tutto condito con un pizzico di ironia che rende “Quella casa nel bosco” ancora più godibile. La pellicola è un meta-horror, un’evoluzione di due esperimenti cinematografici, riusciti solo in parte, del maestro del genere Wes Craven: “Nightmare – Nuovo incubo” (1994) e “Scream 4” (2011).
3. Nosferatu, il principe della notte (1979)
Il regista Werner Herzog omaggia uno dei suoi maestri, Friedrich Wilhelm Murnau, realizzando il remake di “Nosferatu il vampiro” pellicola muta del 1922, uno dei capolavori assoluti del genere. E’ lo stesso Herzog a dichiarare che la sua volontà era quella di creare un ponte tra il Nuovo Cinema Tedesco (di cui era uno dei più promettenti rappresentanti) e il cinema tedesco delle origini. Herzog, infatti, rispetta fedelmente la pellicola a cui si ispira, realizzando una dei più riusciti e apprezzati film sui vampiri nella storia del genere horror. Un risultato a cui è arrivato anche grazie allo strepitoso cast del film tra cui Bruno Ganz, nei panni di Jonathan Harker e Isabelle Adjani in quelli di Lucy Harker. Ma, a fare la differenza, è sicuramente la presenza di uno degli attori più discussi e dotati dello scorso secolo: Klaus Kinski. Herzog gli affida la parte principale, quella del Conte Dracula, una scelta che si rivelerà particolarmente azzeccata. Kinski ci offre una interpretazione perfetta, riuscendo a trasmettere nel contempo turbamento e fascino, due sentimenti che caratterizzano la figura del Conte vampiro. Il Nosferatu di Kinski è entrato subito nell’immaginario comune degli spettatori, un iconico Dracula al pari di quello interpretato da Bela Lugosi o Christopher Lee.
4. Suspiria (2018)
Prodotto da Amazon Studios, “Suspiria” di Luca Guadagnino non può definirsi un vero e proprio remake dell’omonimo capolavoro di Dario Argento del 1977, ma, piuttosto, un sentito omaggio alla pellicola del regista romano. L’incipit rimane quello di “Suspiria” di Argento. Una giovane ballerina americana finisce a studiare in un’Accademia di danza tedesca che si scopre gestita da streghe. Già dai primi minuti, però, ci si rende conto che Guadagnino ha cambiato, e di molto, le carte in tavola. L’ambientazione viene spostata da Friburgo in una Berlino Ovest messa a ferro a fuoco dalle proteste giovanili e dalle violente azioni della Rote Armee Fraktion. Cambio di ambientazione e cambio di fotografia. Non più l’accostamento dei colori primari ai limiti del kitsch di Luciano Tovoli, ma una fotografia più tetra, che rispecchia il lugubre clima della Berlino di fine anni ’70 facendoci riaffiorare alla mente le tetre atmosfere di alcuni brani registrati da Bowie proprio in quel periodo e proprio a Berlino. Se Argento si era affidato, per la colonna sonora, alle ansiogene melodie progressive di Claudio Simonetti, Guadagnino sceglie Thom Yorke come autore delle musiche. Il leader dei Radiohead compone una serie di brani angosciosi e ipnotici che non fanno di certo rimpiangere le melodie di Simonetti. Guadagnino infarcisce poi il tutto con una miriade di riferimenti all’esoterismo, uno su tutti la danza con cui la giovane protagonista entra nella scuola. In essa viene ripresa una mossa concepita dal mago britannico Alesteir Crowley (The Enterer) la quale, a sua volta, era stata citata anche da Bowie in alcune esibizioni dal vivo alla fine degli anni ’70.
5. L’alba dei morti dementi
“L’alba dei morti dementi” è il primo capitolo della Trilogia del Cornetto realizzata da Edward Wright e che comprende “Hot Fuzz” (2007) e “La fine del mondo” (2013). Ognuna delle tre pellicole vuole omaggiare un certo genere cinematografico, sempre affrontato con un registro da commedia: “Hot Fuzz” celebra le pellicole poliziesche, mentre “La fine del mondo” quelle fantascientifiche. “L’alba dei morti dementi”, come si intuisce dal titolo, prende spunto dal genere horror, soprattutto dagli zombie movie. Shaun (Simon Pegg) è un bamboccione inglese trentenne senza arte né parte. Vive con il fratello e con il suo migliore amico (Nick Frost), uno spacciatore nullafacente, e lavora come commesso in un negozio di elettronica di Londra, bullizzato dal collega ventenne. E’ fidanzato con Liz la quale deciderà di lasciarlo data l’immaturità e la mancanza di aspirazioni di Shaun. Ma ben presto un’epidemia trasformerà gran parte della popolazione mondiale in zombie, costringendo Shaun a reagire e a dimostrare di valere qualcosa soprattutto per riconquistare Liz. Sicuramente “L’alba dei morti dementi” è una delle più sagaci e divertenti commedie horror in circolazione. Naturalmente il punto di riferimento da cui è partito Wright sono gli zombie movie di George A. Romero (omaggiato sin dal titolo). Il regista americano, dopo aver visto il film, lo ha definito “una vera bomba”. E se lo dice lui, possiamo sicuramente fidarci.
6. Poltergeist – Demoniache presenze (1982)
Steve e Diane Freelings (Craig T. Nelson e JoBeth Williams) vivono in un tranquillo sobborgo residenziale a Cuesta Verde con i tre figli. Una notte trovano Carol Anne (Heather O’Rourke), la figlia più piccola, davanti al televisore mentre parla da sola e, ad un certo punto, dice ai genitori che “loro stanno arrivando”. Da quel giorno cominciano ad accadere fenomeni inspiegabili, fino a che la piccola Carol Anne sparisce nel nulla. Ma ben presto i genitori si rendono conto che la bambina è stata rapita da entità soprannaturali e portata in un’altra dimensione. Per liberarla la famiglia Freelings deve ricorrere all’aiuto di una medium. “Poltergeist – Demoniache presenze” è stato scritto e prodotto da Steven Spielberg. Quest’ultimo avrebbe anche dovuto dirigere la pellicola, ma preferì affidare la regia a Tobe Hooper. Ma il tocco di Spielberg si sente eccome. “Poltergeist” infatti presenta tratti quasi favolistici, presenti anche in altre pellicole del regista statunitense. Il film ebbe un grandissimo successo e venne citato nei decenni successivi innumerevoli volte, basti pensare all’episodio dei Simpson “La casa dell’incubone” all’interno della prima puntata de “La paura fa novanta”. Le numerosi morti di attori che hanno partecipato al film – tra cui la piccola Heather O’Rourke, stroncata a 12 anni dalla malattia di Crohn – hanno alimentato le dicerie su una maledizione legata alla pellicola.
7. Démoni (1985)
In una fermata della U-Bahn di Berlino la giovane Cheril (Natasha Hovey) riceve da un misterioso individuo sfigurato due biglietti omaggio per la proiezione di un film al cinema Metropol. Decide di andarci con la sua amica Kathy (Paola Cozzo) e lì conoscono due ragazzi, George e Ken (Urbano Barberini e Karl Zinny). All’ingresso del cinema, per promuovere il film, vi è una motocicletta con appesa un’inquietante maschera. Prima di entrare in sala una delle spettatrici la indossa provocandosi un piccolo taglio. Pochi istanti dopo la ferita comincia a sanguinare sempre più. Una volta in bagno, la ragazza comincia a tramutarsi in un mostruoso démone, che seminerà il panico in sala e ‘infetterà’ gli altri spettatori. “Démoni” e prodotto da Dario Argento, che collabora anche alla stesura della sceneggiatura e diretto da Lamberto Bava. Agli effetti speciali e al trucco Sergio Stivaletti. La colonna sonora può contare sulle angosciose e claustrofobiche melodie di Claudio Simonetti dei Goblin, ma anche su brani di famosi artisti come Billy Idol, Mötley Crüe e Scorpions. Il film si inserisce in quel filone di pellicole horror-splatter che tanto andavano di moda negli anni ’80, e di cui “Démoni” è uno delle prove più riuscite. Erano pellicole in cui di certo non si lesinava sulle quantità di sangue utilizzate (e su altri repellenti liquidi corporei), con scene ideate solo per suscitare raccapriccio nello spettatore. Lo scopo era quello di raggiungere l’apice del grottesco e del gore e qui Stivalletti si conferma un vero e proprio maestro del genere.
8. L’evocazione – The Conjuring (2013)
Che James Wan, cineasta statunitense di origine malese, fosse uno dei più interessanti registi di film horror degli ultimi anni, ce n’eravamo già accorti con “Saw” e “Insidious”. Ma è con “L’evocazione – The Conjuring” che Wan riesce a dare una nuova scossa a un genere che, negli ultimi anni, stentava a produrre pellicole veramente terrorizzanti o di qualità. Il film è tratto da una storia vera, basato sui racconti della coppia di ricercatori del paranormale Ed e Lorraine Warren. Siamo nel 1971, ad Harrisville, nel Rhode Island. La famiglia Perron si è appena trasferita in una nuova casa dove, dopo poco tempo, cominceranno a manifestarsi inquietanti fenomeni paranormali. L’unica soluzione è rivolgersi ai coniugi Warren (Patrick Wilson e Vera Farmiga). Wan riesce a dirigere una pellicola in cui Jump Scare e un forte senso di inquietudine sono perfettamente bilanciati durante tutto il film.
9. Possession (1981)
Il regista Andrzej Zulawsky mette in scena la crisi matrimoniale tra Mark (Sam Neill), agente segreto appena rientrato da una missione, e Anna (Isabelle Adjani). La coppia ha anche un figlio, Bob, e, durante il film, scopriamo un orribile segreto nascosto da Anna in un vecchio appartamento. “Possession” mischia mostri tentacolari di lovecraftiana memoria, döppelganger, un tocco della poetica di Cronenberg e allucinate atmosfere alla David Lynch. Quest’ultimo ha definito “Possession” come «la pellicola più completa degli ultimi trent’anni». Un film estremamente complicato e disturbante, fortemente allegorico, ma che possiede un grottesco fascino, la cui visione, sicuramente, non è adatta a tutti gli spettatori. Come, del resto, gran parte delle opere del cineasta polacco, famoso per spingere sull’acceleratore del disgusto, ma sempre con grande stile. Zulawsky esplora la crisi matrimoniale di una coppia berlinese, confezionando una pellicola che sembra la versione allucinata e lugubre del bergmaniano “Scene da un matrimonio” (1973). Da ricordare la straordinaria interpretazione di Isabelle Adjani che le valse il premio come Miglior Attrice al Festival del Cinema di Cannes nel 1981. L’italiano Carlo Rambaldi (il ‘papà’ di E.T.) realizzò il mostro ‘amante’ di Anna.
10. Suspiria (1977)
Nel 1977 Dario Argento sconvolse gli spettatori di tutto il mondo con quello che, a ragione, è considerato il suo capolavoro horror: “Suspiria”. Caratterizzato da una fotografia (ad opera di Luciano Tovoli) che giocava sull’accostamento ai limiti del kitsch dei colori primari, blu, verde e, ovviamente, il rosso del sangue (elemento che Argento non lesinava di certo) “Suspiria” era ambientato nella cittadina di Friburgo, città in cui sorgeva l’immaginaria scuola di danza casa di una congrega di streghe al servizio della terrificante Mater Suspiriorum. Streghe contro cui dovrà combattere la giovane ballerina statunitense Susy Brenner (Jessica Harper) appena arrivata nella prestigiosa accademia (uno dei ballerini è un giovanissimo Miguel Bosè). Il regista romano aveva girato gran parte del film in location tedesche come Monaco, la Foresta Nera e Friburgo, solo una piccola parte degli ambienti del film erano stati ricostruiti in Italia. Un altro elemento che rende indimenticabile il film, è sicuramente l’angosciante colonna sonora composta da Claudio Simonetti dei Goblin