Recensione
Fate – La saga delle Winx continua
“Se tu lo vuoi. Tu lo sarai…una di noi!”
Iniziava così la sigla del celebre cartoon italiano “Winx Club”, prodotto e ideato da Iginio Straffi. Uscito per la prima volta nel 2004 lo show ha appassionato più di una generazione che l’ha seguito per ben otto stagioni. A distanza di diciassette anni le fatine di Alfea ritornano in versione live action con una serie di sei episodi prodotta da Netflix.
Le differenze con il cartoon
“Fate – The Winx Saga” è un prodotto completamente diverso rispetto all’originale, cosa che si evince sin dalla suddetta sigla: non c’è alcuna traccia dell’iconica canzoncina, rimasta impressa nella memoria di tanti bambini, di cui non viene accennata neanche la melodia. Sono titoli d’apertura molto sobri e minimali, pochi secondo di schermo nero su cui risalta la sagoma di un paio d’ali che assume i colori e le caratteristiche dei diversi elementi della natura, e in sovraimpressione la scritta: “Fate – The Winx Saga”.
D’altronde i bambini di allora sono cresciuti e le Winx con loro. Le protagoniste sono sempre un gruppo di amiche sedicenni che vivono e studiano ad Alfea, la scuola dell’Oltremondo, ma le esili e vivaci fate della fiaba animata sono diventate delle giovani donne ognuna con la propria fisicità e personalità.
Molte sono le assenze. Mancano Tecna la fata della tecnologia e Flora, sostituita da sua cugina Terra. Non è presente neanche la scuola di Torrenuvola, dove studiano le apprendiste streghe come le Trix, il trio villain del cartoon, di cui ritroviamo un vago eco nella figura di Beatrix( Sadie Soverall). I veri cattivi della storia sono creature spaventose note come i Bruciati.
Niente più colori luccicanti e sfavillanti trasformazioni, lo showrunner Brian Young, sceneggiatore di The Vampire Diaries, ha scelto di realizzare un teen drama per un target young adult. Una trasposizione più seria e realistica nei contenuti, più cupa e sinistra nei toni e nelle atmosfere. La componente sovrannaturale sfuma nell’horror mentre il mood dark è bilanciato da momenti di leggerezza è ilarità dove non mancano il sesso, l’alcol e le droghe leggere, così come i cenni a tematiche moderne quali il body positive, il bullismo e la sessualità fluida.
Un nuovo Winx Club tutto da scoprire
Le protagoniste prima di essere fate sono ragazze alle prese con i più classici problemi adolescenziali, si muovono in un mondo magico ma calato in una contemporaneità il più possibile verosimile in cui si usa Instagram, si discute di Harry Potter e si ascolta Dua Lipa.
Il tema dell’amicizia rimane centrale, eppure in questa prima stagione le Winx sono ancora delle entità singole e distinte più che un gruppo coeso.
Bloom (Abigail Cowen), figlia di umani è in conflitto con i genitori, ha problemi di socializzazione e nel controllare il proprio potere che ha origine dall’energia del fuoco.
Aisha (Precious Mustapha), ragazza di colore atletica e ambiziosa, sempre pronta ad aiutare gli altri, trae la sua magia dall’acqua. Musa (Elisha Applebaum) invece, sensibile e silenziosa, ha il potere dell’empatia che le permette di percepire le emozioni altrui. Terra (Eliot Salt), la fata plus site, dolce, insicura e chiacchierona, che sa dominare la natura, e infine Stella (Hannah van del Westhuysen), stizzosa e manipolatrice ma piena di fragilità è la principessa di Solaria che domina la luce. Nello stesso istituto delle fate si allenano gli Specialisti, uomini e donne valorosi, abili nel combattimento corpo a corpo e nell’uso della spada, tra cui si ritrovano i personaggi, alquanto rivisitati, di Sky e Riven.
Il percorso di conoscenza reciproca delle cinque fate avviene tra mille ostacoli e rivelazioni. I legami si consolidano lentamente tra la necessità di svelare i segreti del passato e quella di affrontare la minaccia di un pericolo mostruoso e sconosciuto.
Fate – The Winx Saga: tra potenzialità e imperfezioni
Nel complesso la narrazione riesce a catturare l’attenzione grazie a una nutrita presenza di scene d’azione e buone dinamiche tra le protagoniste. Non tutti i personaggi riescono però ad emergere nel giusto modo. Bloom rimane ancorata al cliché della prescelta, faticando così ad integrarsi con il gruppo. Scontati e stereotipati anche i personaggi maschili che necessitano di una maggiore costruzione psicologica. Queste sbavature non sono però da imputare ai giovani attori, quasi tutti emergenti, che dimostrano buone capacità interpretative.
La scelta dell’Irlanda come location principale, insieme ai toni freddi della fotografia, contribuiscono a dare alla serie un tocco fantasy, in contrasto netto con la colonna sonora pop.
Ciò che risulta più evidente è la qualità altalenante nella resa degli effetti speciali: ben riusciti quando è necessario mostrare i poteri delle fate, meno efficaci nei momenti più spettacolari e nel design, poco dettagliato, dei Bruciati.
“Fate. The Winx Saga” risulta dunque un reboot dalle discrete potenzialità, valido nel tentativo di mostrare un Winx Club più maturo e attuale, se pur con qualche imperfezione e molte licenze poetiche. Una copia fedele del cartone animato sarebbe risultata inutile e infantile e gli spettatori che non sono rimasti ancorati ad un nostalgico ricordo vorranno sicuramente seguire le vicende delle cinque fate anche dopo il sesto episodio.
Maria Bruna Moliterni
Trama
- Titolo originale: Fate. The Winx Saga
- Regia: Lisa James Larsson, Hannah Quinn, Stephen Woolfenden
- Cast: Abigail F. Cowen, Danny Griffin, Hannah van der Westhuysen, Elisha Applebaum, Freddie Thorp
- Genere: Azione, Avventura, colori
- Durata: 6 episodi da 50 minuti ca.
- Produzione: Italia, Gran Bretagna, 2021
“Fate – The Winx Saga” è una miniserie targata Netflix composta da sei episodi di 50 minuti l’una.
Fate – The Winx Saga: Trama
Bloom ha appena scoperto di essere una fata e si reca alla scuola di Alfea per imparare ad usare i suoi poteri. Nell’Oltremondo scoprirà la verità sulle sue origini e l’importanza dell’amicizia.